Le accuse per l’ex presidente della Regione Abruzzo sono di concussione, associazione a delinquere, corruzione, falso, abuso
PESCARA – I pm del Tribunale di Pescara, Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio,dopo due giorni di requisitoria, hanno chiesto ieri 12 anni di carcere e l’interdizione legale e dai pubblici uffici per l’ex presidente della Regione Abruzzo,Ottaviano Del Turco, a capo di una giunta di centrosinistra, arrestato il 14 luglio 2008 ,nell’ambito del processo su presunte tangenti nel mondo della sanità abruzzese.Le accuse per l’ex governatore sono di associazione per delinquere, corruzione, abuso, concussione, falso. Sottolineato inoltre dai pm il fatto che il debito accumulato dalla Regione è colpa della giunta Del Turco. Richieste per gli altri imputati: 11 anni per l’ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga, 10 anni per Camillo Cesarone, ex sindacalista Cgil del gruppo Villa Pini, nonché capogruppo Pd in Consiglio regionale durante la Giunta Del Turco, e 9 anni a Lamberto Quarta, all’epoca dei fatti segretario della presidenza del Consiglio regionale.
Altre richieste :9 anni per l’ex deputato del Pdl Sabatino Aracu, 7 per l’allora ex presidente della Commissione Sanità, Antonio Boschetti, 6 anni per l’ex assessore alla Sanità, Bernardo Mazzocca,4 anni e l’interdizione per Vito Domenici, ex assessore alla sanita’ della giunta di centro destra. Da condannare con 3 anni di reclusione anche il “grande accusatore” di Del Turco, l’ex patron della casa di cura privata Villa Pini, Vincenzo Angelini. Per tutti sarebbe comprovata l’associazione per delinquere finalizzata alla concussione, abuso, truffa, frode, con una evidente continuità tra la precedente giunta di centrodestra Pace e quella di Del Turco.
Per i pm l’ex presidente della Regione avrebbe intascato tangenti per cinque milioni e 800 mila euro. Il “grande accusatore” di Del Turco è l’ex titolare della clinica privata Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, imputato e allo stesso tempo parte offesa nel processo, che nel 2008 in sette interrogatori fiume rivelo’ ai magistrati di aver pagato tangenti per un totale di circa 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori.
Per i pm quindi Angelini è affidabile nelle sue denunce, e attendibili sono le prove che l’ex patron di Villa Pini ha portato nel processo: telepass autostradali dei viaggi a casa di Del Turco, prelievi bancari, «tutto combacia, tutto è verificato». Angelini si è recato a Collelongo, residenza di Del Turco, 27 volte: le tangenti milionarie vengono versate a lui e ai suoi collaboratori nell’arco di un anno e mezzo e «tutto è certificato», dicono i pm, «anche le foto delle mele confermano l’attendibilità di Angelini». Ma, secondo Bellelli e Di Florio, «tutto torna se si riesce a contestualizzare queste tangenti con i tempi e i fatti della sanità abruzzese, perché Angelini era ricattabile, perché Angelini ha sempre un movente per dare delle tangenti e le sue dichiarazioni sono affidabili quando dice di aver incontrato Del Turco. Non c’è una sbavatura.».
Di Florio nel ripercorrere le vicende che hanno portato al debito sanitario dell’Abruzzo sino al commissariamento del 2008, ha accusato apertamente la giunta Del Turco di essere la vera responsabile del baratro di bilancio: «Il commissariamento fu predisposto da Prodi e applicato da Berlusconi. Fu l’8 maggio 2008 – ha ricordato Di Florio – che l’ Abruzzo riceve la diffida a causa del peggioramento dei conti della sanità, creando dunque le condizioni per l’arrivo del commissario ad acta», non il 14 luglio quando la procura emise i mandati di cattura. Una situazione, per il pm, di cui fu responsabile la giunta Del Turco.
«Loro – ha sottolineato – sono stati i responsabili, non noi. E ci devono spiegare perché per una mammografia oncologica oggi si deve aspettare un anno e mezzo». La sentenza è prevista per il prossimo 18 luglio
[Foto di Michele Raho per gentile concessione]