La donna, originaria di Spoltore rimasta vedova, visse prima il dramma della morte dell’eroico figlio Dino e poi, con tutti gli altri suoi ragazzi al fronte, la tragedia della Guerra
PESCARA – In questo articolo apparso nel 1943, su “La Domenica del Corriere”, così si leggeva: “Nove figli, nove soldati”. É questo il magnifico stato di servizio della famiglia Di Marzio, di Pescara: nove figli maschi, delle classi dal 1907 al ’20, tutti sotto le armi, e di essi tre prigionieri, un disperso e un eroico caduto, Dino, deceduto in Ispagna nel 1936. Nessuna altra famiglia italiana e probabilmente anche straniera può vantare un così glorioso primato: la forte terra d’Abruzzo può andare a ragione orgogliosa”. Articolo accompagnato dalle foto e dai nomi (Dino, Attilio, Saverio, Vittorio, Ottavio, Bruno, Italo, Torquato e Gioacchino) dei militari.
Solo l’anno prima il Governo Fascista aveva premiato (anche con un contributo economico) la madre di questi giovani (“Perfetti Zita: vedova Di Marzio (Pescara), madre di dieci figli, di cui 8 alle armi e uno, medaglia d’oro, caduto in Ispagna”).
Tutto ebbe inizio a Spoltore, il 28 luglio del 1898, quando il ventunenne Alfredo Michele Di Marzio (nato a Spoltore il 15 giugno del 1877 – figlio di Gioacchino e Antonia Di Marco) sposò la ventenne, compaesana, Zita Perfetti (figlia di Saverio e Filomena Scurti). Il matrimonio fu certificato dall’allora Sindaco Raffaele De Cesaris.
Il 26 febbraio del 1901 nacque Saverio (morì il 5 gennaio del 1902); nel mese di marzo del 1902 nacque Giuseppina che, purtroppo, morì dopo solo quindici giorni e nel 1903 morì, a sette mesi, Carmine Savino Decio. Poi arrivarono tutti gli altri figli. Alfredo Michele Di Marzio morì, l’11 novembre del 1925, a Spoltore (nella sua abitazione in via Cesare Battisti).
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame