Giovedì 30 gennaio al Museo Colonna la proiezione de “Il viaggio più lungo” film sull’antica comunità ebraica di Rodi attraverso le testimonianze degli ultimi sopravvissuti alla deportazione nazista
PESCARA – Dopo l’appuntamento con Docudì d’Arte dello scorso giovedì 23, che ha inaugurato Docudì – concorso di cinema documentario presso il museo Colonna con la presenza dell’assessore alla Cultura del comune di Pescara (foto bit.ly/2sXB8Bu), il prossimo appuntamento è per giovedì 30 gennaio alle ore 17.00, sempre presso il museo Colonna, per la proiezione dedicata alla Giornata della Memoria.
La prima serata ha visto non solo la presenza di un pubblico attento ed interessato che ha partecipato al dibattito con lo scultore Giuliani e moderato dal curatore della rassegna d’arte Anthony Molino, ma al termine della proiezione si è svolto un “commento a 4 voci” con la partecipazione di Mario Stefanucci, Pittore; Tino Di Cicco, Poeta; Luigi D’Alimonte, Scultore e Giuliano Giuliani, Scultore (foto bit.ly/315Tux3 – bit.ly/2GlZibY).
Come nelle precedenti edizioni di Docudì, che quest’anno è giunto alla ottava edizione, giovedì 30 gennaio alle ore 17.00 si terrà (fuori concorso) una proiezione per la Giornata della Memoria con la proiezione del film: Il viaggio più lungo di Ruggero Gabbai.
Ad organizzare è l’A.C.M.A. (Associazione Cinematografica Multimediale Abruzzese), un’associazione culturale senza scopo di lucro nata nel dicembre 2000 e costituita da volontari che ha la finalità di promuovere la cultura cinematografica e multimediale. L’associazione quest’anno corona i venti anni di attività. Undici gli appuntamenti: con film in concorso, fuori concorso e film d’Arte. Patrocinii: FondazionePescarabruzzo e Comune di Pescara
“Il viaggio più lungo”, regia di Ruggero Gabbai, autori Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto. Film sull’antica comunità ebraica di Rodi attraverso le testimonianze degli ultimi sopravvissuti alla deportazione nazista. In collaborazione con il Museo della Shoah di Roma e CDEC di Milano.
Il film, attraverso le testimonianze di Sami Modiano, Stella Levi e Albert Israel ripercorre le vicende degli ebrei rodioti, dagli anni dell’amministrazione italiana fascista, all’introduzione delle leggi antiebraiche nel 1938, fino all’8 settembre, quando l’isola passò sotto il controllo nazista. Il racconto si concentra poi sui lunghi giorni della deportazione ad Auschwitz, da cui il film trae il suo titolo. Il 24 luglio 1944, infatti, i 1820 ebrei di Rodi furono imbarcati su navi mercantili, condotti ad Atene e dà lì ad Auschwitz dove giunsero il 16 agosto 1944. Solo 150 degli ebrei di Rodi sopravvissero.