Per WWF e Legambiente le norme sono insufficienti a mare e anche a terra. La cartina delle associazioni evidenzia vastissime aree collinari che rimarrebbero “a rischio petrolio”
PESCARA – Oggi , martedì 26 ottobre ,torna in commissione al Consiglio Regionale la nuova legge sul petrolio presentata a giugno scorso dal Presidente della Giunta Regionale Gianni Chiodi.
WWF e Legambiente ribadiscono il giudizio espresso al momento della presentazione, giudicando insufficienti le norme proposte per i seguenti motivi.Da un lato la Regione abdica nei confronti dello Stato centrale rispetto alle aree a mare, quando almeno poteva introdurre alcuni vincoli attraverso la redazione del Piano di Gestione Integrata della Costa previsto a livello comunitario. Dall’altro, nelle aree a terra la proposta del presidente è peggiorativa rispetto alla norma precedente liberando la strada ai petrolieri proprio nelle aree per loro più allettanti dell’entroterra.
Come dimostra la cartina allegata, infatti, con le nuove norme vaste aree dei territori collinari e montani, proprio quelli con DOP, IGT e simili, sarebbero potenzialmente lasciate ad un destino petrolifero.
Ha spiegato Angelo Di Matteo, presidente regionale di Legambiente:
WWF e Legambiente hanno studiato a fondo la proposta di legge del presidente Chiodi . Si tratta di una norma inefficace che non tutela l’intera fascia collinare costiera dove si concentrano l’attenzione e gli interessi dei petrolieri.
Ha dichiarato Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF:
le due associazioni lanciano l’ennesimo appello ai consiglieri regionali affinché approfondiscano nel dettaglio le conseguenze di questa proposta di legge . Si renderanno conto che non contiene le risposte che i cittadini abruzzesi e il vastissimo movimento che in questi anni si è formato sul fronte della deriva petrolifera attendono. Vanno quindi apportate modifiche profonde per salvaguardare la nostra regione dal futuro nero petrolio.