In suo onore il 28 settembre prossimo la Cerimonia di intitolazione ed un Convegno
PESCINA (AQ) – Il Sindaco e l’Amministrazione comunale sono lieti di comunicare alla cittadinanza che, il giorno 28 settembre p.v., dalle ore 10.30, presso la località “Fonte Vecchia” a Pescina, si terrà la cerimonia di intitolazione di un Largo in onore del politico, pubblicista, industriale cinematografico e Padre Costituente, Alfredo Proia. Subito dopo la discoperta della targa celebrativa, presso la Sala Conferenze “Ignazio Silone”, alle ore 11.30, si terrà un convegno, per ricordare l’illustre concittadino, al quale parteciperanno gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Fontamara” e dell’Istituto Comprensivo “Marruvium”. Per l’occasione, porteranno i saluti istituzionali il Sindaco di San Benedetto dei Marsi, Quirino D’Orazio, il Sindaco di Cerchio, Gianfranco Tedeschi, il Sindaco di Collarmele, Dario De Luca, il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Fontamara”, Maria Gigli, ed il Presidente della Commissione Cultura della Provincia dell’Aquila, Gianluca Alfonsi. Interverranno, invece, sotto il coordinamento del Presidente del Consiglio comunale, Stefano Iulianella, il Sindaco di Pescina, Maurizio Di Nicola, lo Storico, Diocleziano Giardini, il giornalista RAI Paolo Di Giannantonio, storico conduttore del TG1, nipote dell’Onorevole Proia.Scheda biografica a cura di Maurizio Di Nicola,sindaco di Pescina
PROIA Alfredo (Romualdo Salvatore) di Giovambattista e Selli Francesca Crocifissa nasce a Pescina (AQ), il giorno 11 luglio 1890. Fu politico e padre costituente, pubblicista ed industriale cinematografico.
Venne eletto all’Assemblea costituente nelle elezioni del 2 giugno 1946, nella circoscrizione dell’Aquila per la lista della Democrazia Cristiana. Fu uno dei rappresentanti marsicani in seno all’Assemblea che redasse la Carta costituzionale della nascente Repubblica Italiana, unitamente a Bruno Corbi (PCI), Arnaldo Fabriani (DC), Ignazio Silone (PSLI), Benedetto Croce (PLI). Nella sua città natale risultò il secondo candidato più votato con 516 preferenze personali, sorpassato solo dal candidato Secondino Tranquilli (Ignazio Silone) che ebbe 839 voti di preferenza, su un numero totale di elettori di circa 3.000.
Nuovamente rieletto alla Camera dei deputati I^ Legislatura, nelle fila della DC, alle elezioni del 26 aprile 1948, vi rimase fino alla sua morte. Fu componente della IV Commissione permanente (Finanze e Tesoro) dal giugno 1948 al 23 febbraio 1950. Fu altresì componente della Commissione speciale per l’esame e l’approvazione dei Disegni di legge sul Teatro e sulla Cinematografia insediata per affrontare le questioni relative all’industria culturale e cinematografica italiana dopo l’esperienza fascista.
Il Proia, in giovane età, si trasferì a Roma, fervente cattolico ed aderente all’Azione cattolica, aveva iniziato una brillante attività professionale da pubblicista fondando e dirigendo il settimanale La difesa del popolo, dopo essere stato redattore parlamentare per L’Osservatore Romano (1913-1916) e direttore dell’Avvenire delle Puglie di Bari (1916-1922), nonché collaboratore e corrispondente a Roma del Cittadino di Mantova.
Godeva di grande credito presso gli ambienti cattolici, tanto che nel 1912 venne chiamato a partecipare ad un Giurì di esperti, presso il Comune di Civita Castellana, in merito ad una disputa pubblica tra clericali e anticlericali, che si confrontavano in merito a “I fatti di Lourdes e loro interpretazione”. Si contrapponevano nel dibattito il Padre francescano Pellegrino Paoli, assertore convinto dei fatti di Lourdes come miracoli, e l’on. G.Podrecca, socialista, che non riteneva possibili miracoli. Il contradditorio pubblico fu compendiato in un libro dal titolo “I fatti di Lourdes: resoconto stenografico del contradditorio tenuto il 17 novembre 1912 a Civita castellana (Roma) tra il P.Pellegrino Paoli e l’on. G. Podrecca” (Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1913).
Pur vivendo tra Roma e Cattolica, il legame con la Città natia rimase forte e, nel 1933, con l’editore Arti Grafiche A. Chicca di Tivoli, pubblicò un volumetto dal titolo “Pietro Mazarini e i suoi”. Pietro Mazarini era il padre del più noto Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino (Mazarini ovvero Mazarino in molte fonti di epoca seicentesca), anch’egli nato a Pescina, il 14 luglio 1602, primo ministro di Francia, illustre politico e diplomatico della Francia di Luigi XIV, di cui fu protettore e consigliere.
A cavallo degli anni ‘30, sotto il regime fascista, di cui fu fiero oppositore sostenendo le iniziative della resistenza di matrice cattolica, prestò la propria collaborazione a Pietro Fornari (nato a Roma nel 1874 e più noto con lo pseudonimo di Pietro Romano), giornalista cattolico romano vicino agli ambienti papalini. Insieme diedero alle stampe una collana, frutto di laboriose ricerche d’archivio, dal titolo Rioni di Roma nel Rinascimento. Il primo volume fu dedicato al più vivace e aristocratico rione di Roma del ‘500: Parione; seguirono, in volumi sempre più copiosi e complessi, gli altri rioni. Le opere raccontavano le vicende dei luoghi, delle famiglie notevoli, delle attività artigiane, le storie delle chiese, delle strade, degli edifici. Il Proia collaborò a: Arenula (Rione Regola) Tipografia agostiniana, 1935; Parione (VI Regione) Tipografia Agostiniana, 1933; Pigna (IX Rione) Tipografia Agostiniana, 1936; Roma nel Rinascimento, Tipografia Agostiniana, 1933-1941; S.Angelo (VIII Rione) Libreria internazionale modernissima, 1937; Vecchio Trastevere, Tipografia Agostiniana, 1935.
Avendo avuto problemi a proseguire l’attività di giornalista, decise di impegnarsi nel mondo della cinematografia e divenne industriale affermato.
Il 10 luglio del 1944 per iniziativa di una decina di persone e del suo primo Presidente Alfredo Proia, nacque ANICA, Associazione nazionale industrie cinematografiche e affini. L’Anica sorse dalle ceneri della Federazione nazionale fascista industriali dello spettacolo, Fnfis, nata nel 1926, che rappresentava gli interessi di produttori, distributori ed esercenti. Non deve essere sottovalutato questo elemento di continuità perché è proprio durante il regime fascista che la prima associazione degli industriali dello spettacolo muove i primi passi, inizia a prendere una coscienza della propria identità e vara una serie di iniziative che mirano al consolidamento della produzione. All’indomani della nascita dell’ANICA, i produttori tentarono di stabilire un rapporto con le forze politiche e diplomatiche. Agli occhi del mondo il cinema italiano divenne simbolo della volontà di riscatto di un intero popolo. Alfredo Proia diresse questa associazione, che presto divenne affiliata di Confindustria, fino al 1949. Dopo la Liberazione di Roma si era costituito il Film Board, una sorta di commissione tra alleati occupanti e italiani, che si riunì per decidere il destino del cinema in Italia. Il Board si componeva di 5 membri rappresentanti i vari interessi in gioco: l’ammiraglio americano Stone, a presiedere la commissione, Pilade Levi, in rappresentanze dell’esercito americano, Stephen Pallos, di quello britannico, Alfredo Guarini, come rappresentante dei lavoratori dello spettacolo, Alfredo Proia a tutelare gli interessi degli industriali del cinema. All’interno del Board i tentavi statunitensi di ridurre ai minimi termini il cinema italiano, considerato troppo compromesso con il fascismo, trovarono un argine grazie ai nostri connazionali.
In sede parlamentare l’attività di Alfredo Proia non poteva non risentire di questo suo ruolo da industriale cinematografico, infatti, nella I^ legislatura, fu componente della I Commissione permanente “affari interni, ordinamento politico ed amministrativo, affari di culto, spettacoli, attività sportive e stampa”; nonché componente della Commissione speciale per l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sul teatro e sulla cinematografia (nn.928 e 929). A questi anni risale la corrispondenza con l’on. Giulio Andreotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nel I^ Governo De Gasperi, che si era occupato approfonditamente della libertà di stampa e della formulazione dell’art.21 della Costituzione della Repubblica Italiana, nonché dell’ordinamento giuridico della cinematografia nazionale (archivio Andreotti custodito presso Istituto Luigi Sturzo).
Morì improvvisamente a Roma il 23 ottobre 1950, la Camera dei Deputati lo onorò di un ricordo il giorno 24 ottobre 1950, attraverso la voce autorevole del Presidente d’aula Giovanni Gronchi, tra molti attestati di stima e vera commozione.
Scheda biografica a cura di Maurizio Di Nicola, Pescina (AQ), settembre 2013