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“Dubai, l’ultima utopia”, Emanuele Felice parla del suo ultimo libro

da Redazione

In occasione del decimo appuntamento con “#Brevicennisulluniverso” il segretario regionale del Pd Michele Fina ha dialogato con lo scrittore

dubai ultima utopiaREGIONE – Nel decimo appuntamento con “#Brevicennisulluniverso”, il segretario regionale del Pd Michele Fina ha ospitato Emanuele Felice per un dialogo a tutto tondo, dalla passione per la musica jazz a quella per la politica, passando per l’interesse verso le dinamiche capitaliste fino ad arrivare, in perfetta armonia con il senso della rubrica stessa, all’amore per la letteratura. Proprio quest’ultimo aspetto è stato al centro del dialogo e delle riflessioni reciproche. Felice ha illustrato “Dubai, l’ultima utopia”, la sua nuova fatica letteraria.

“Ho scritto del modello Dubai perché ho un fratello maggiore, manager di una multinazionale, che vive lì da un anno e mezzo. Andando in giro per la città mi sono interrogato, anche da un punto di vista personale, su come si viva in una città così sfarzosa e cosa significassero il consumismo e la sua presunta e apparente felicità presenti in loco, esattamente come le sfumature relative al concetto di realizzazione umana che a Dubai trovano una forma diversa a seconda dei periodi storici. Questa, poi, è un’idea anche un po’ estrema, se vogliamo”, ha spiegato Felice nel rispondere alle domande di Fina.

“La crisi del Coronavirus ci ha ricordato di quanto siano centrali la salute, i diritti, le libertà e la democrazia che altrove sono negati. Dubai ad esempio è un caso estremo di separazione tra capitalismo e democrazia. Vi sono comunque delle instabilità che all’interno del libro vengono affrontate e spiegate come, ad esempio, la privatizzazione totale di alcuni servizi, come la sanità, su cui l’incertezza del futuro fa calare delle ombre”, ha dichiarato Fina nell’analizzare anche il contesto in cui questo libro si colloca e che, per vicende note in queste settimane, pone sotto i riflettori un modello di vita tanto affascinante quanto distopico.

“Ma questi modelli lontani anni luce dal nostro sistema di valori e che affascinano solo gli estremisti, non ci esentano dal rendere più efficiente l’Europa e il sistema democratico. Con questa pandemia di è risvegliato il sogno europeo; in Italia arriveranno 170 miliardi (per gli abruzzesi fino a 3 miliardi che si aggiungono ai fondi già stanziati dal governo) per la rinascita. Dobbiamo fare in modo che arrivino presto, in modo semplice e che siano indirizzati finalmente ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile e non al ritorno al passato”, conclude Fina.

É possibile vedere il dialogo integrale con Emanuele Felice sul profilo Facebook di Michele Fina.

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