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Coronavirus in Abruzzo, dati del 20 dicembre: +216 nuovi positivi

da Marina Denegri

covid19 domenica

Notizie del 20 dicembre sul Covid-19 in Abruzzo, dati: scendono a 557 (-8) ricoverati, 42 (-1) in terapia intensiva, 4 decessi

REGIONE – Domenica 20 dicembre 2020 prosegue l’informazione sul canale Abruzzonews.eu. Andiamo a vedere quali sono le principali notizie in Regione e i dati dell’emergenza Coronavirus. Il 19 dicembre in Abruzzo si registravano 156 nuovi positivi su 3.989 tamponi analizzati. I dimessi/guariti dall’inizio dell’epidemia erano 19.195 (+380). I ricoverati in malattie infettive erano 565 (+7), in terapia intensiva 43 (+1). Gli attualmente positivi erano12.940 (-235).

NOTIZIE SUL CORONAVIRUS GIORNO PER GIORNO

DATI DEL 20 DICEMBRE 2020 IN ABRUZZO

In Abruzzo si registrano 216 nuovi positivi su 4.068 tamponi analizzati. 41 sono relativi alla Provincia dell’Aquila, 78 quella di Teramo, 45 a quella di Pescara, 49 quella di Chieti, 3 residenti fuori regione o con residenza in via di accertamento. 4 decessi. I dimessi/guariti dall’inizio dell’epidemia sono 19.307 (+112). I ricoverati in malattie infettive sono 557 (-8), in terapia intensiva 42 (-1). Gli attualmente positivi sono 13.040 (+100).

AGGIORNAMENTI NEWS

Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto contenente le regole da osservarsi dal 24 dicembre al 6 gennaio.  L’intero territorio nazionale sarà zona rossa per un totale di 10 giorni: dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio, il 5 e il 6. Sarà, invece, zona arancione: il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio. Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute. Sono prevista alcune deroghe a tale ferree regole.

Due non conviventi che potranno fare visita a figli, genitori o nonni, fermandosi, ad esempio, per la cena della vigilia o per il pranzo di Natale. Quindi, fermo restando il divieto di spostamento tra le Regioni, sarà consentito sia nelle giornate “rosse” che in quelle “arancioni” a massimo due non conviventi di effettuare visite nelle abitazioni private, con autocertificazione. Dalla deroga non sono conteggiati gli under 14, i cui spostamenti saranno quindi consentiti.

In questi giorni ci si potrà spostare esclusivamente all’interno del proprio Comune senza giustificarne il motivo. Per venire incontro a comuni fino a 5000 abitanti fino a 30 km ma non nei capoluoghi di provincia. Rimangono chiusi bar e ristoranti tranne che per asporto e consegne a domicilio. I negozi saranno aperti fino alle 21.

Nei giorni da zona rossa saranno chiusi i centri estetici, bar e ristoranti. Saranno invece aperti supermercati, negozi di alimentari, di prima necessità, farmacie e parafarmacie, parrucchieri e barbieri. Fino alle 22 sono possibili le funzioni religiose. Nei giorni natalizi da zona rossa sarà consentito fare attività motoria nei pressi della propria abitazione purché nel rispetto della distanza di almeno un metro e con l’obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione e sportiva all’aperto in forma individuale.

Rispetto alla zona rossa, in zona arancione sono aperti i negozi ed è sempre consentito lo spostamento all’interno del proprio Comune di residenza. Nel decreto non è previsto alcun anticipo del coprifuoco, rispetto a quello stabilito finora alle ore 22 dall’ultimo dpcm.

Nel decreto di Natale il governo ha stanziato 645 milioni di euro in aiuti economici per i ristoranti che resteranno chiusi nel periodo delle festività natalie. Le altre attività dovranno attendere il nuovo decreto Ristori di gennaio. Ma anche per i ristoranti questi fondi non basteranno: si calcolano perdite di gran lunga maggiori solo nei giorni di Natale e Santo Stefano.

L’Abruzzo resta l’unica Regione, per il Governo (lo é anche la Campania ma per volontà del Governatore De Luca) perché il Ministro Speranza ha firmato nuove ordinanze solo per le Regioni con scadenza fissata a domenica. Questo ha sucitato l’ira del Presidente della Regione, Marco Marsilio, che scrive sui social: “Il Ministro decide di ‘non decidere’, e mentre in Consiglio dei Ministri approvano un decreto-legge per chiudere tutta l’Italia, mettendo sullo stesso piano le Regioni in cui la diffusione del contagio è in diminuzione e quelle dove invece crescono ricoveri e indice di replicazione (Rt), l’Abruzzo si ritrova ad essere l’unica Regione in arancione.

Avevamo chiesto di prendere atto dei dati positivi che registriamo da settimane, per poter sfruttare almeno alcuni giorni (da domenica 20 a mercoledì 23) in zona gialla e dare respiro all’economia e possibilità di movimento ai cittadini.

In particolare, la ‘finestra’ di domenica avrebbe dato la possibilità per quei pochi che sono in condizione di farlo di potersi trasferire nelle seconde case per il periodo festivo. Invece, dal ministero solo assordante silenzio, nessuna risposta nel merito e ottusità burocratica. A questo punto, resterebbe in piedi solo la possibilità di emanare un’ordinanza efficace per il solo giorno 23 (sempre che il Ministro confermi l’intesa), prima che entri in vigore la disciplina restrittiva per le festività natalizie approvata dal Governo. Con la conseguenza che l’Abruzzo sarebbe arancione il 22, giallo il 23 e rosso il 24.

Proprio per evitare questo, avevamo insistito presentando una documentata e argomentata relazione, supportando la richiesta con studi scientifici internazionali che dimostrano come l’applicazione di misure restrittive tempestive e preventive accorci i tempi di recupero. Non è corretto e non ha nessun fondamento scientifico imporre a tutti gli stessi tempi di permanenza in una fascia di restrizioni e la stessa durata della ‘cura’. I 14 giorni di zona arancione da ‘scontare’ obbligatoriamente sono il frutto di un modello sperimentale, unico al mondo (si adotta solo in Italia) e, come tutti i modelli nuovi e sperimentali, bisogna testarlo alla prova dei fatti.

Se i fatti dimostrano che, applicando cocciutamente questi parametri, si lascia in una fascia di maggiori restrizioni una sola regione in Italia, che presenta tutti i dati perfettamente nella media nazionale e in alcuni casi ben al disotto della media, vuol dire che il modello ha dei limiti che vanno corretti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: da domenica 20 e per tre giorni l’Abruzzo ‘sembrerà’ la regione più ‘pericolosa’ e colpita dal Covid d’Italia. Basta leggere i dati per scoprire che – al contrario – l’Abruzzo è in tutti i parametri almeno al disotto della metà delle regioni, e per quello dell’occupazione delle terapia intensive (ieri al 22%) è tra le 5 migliori. Che in ‘giallo’, e in alcuni casi da settimane, ci sono regioni che hanno il doppio o il triplo del tasso di occupazione dei posti letto, un Rt superiore a 1 (Abruzzo a 0,8) e un livello di rischio classificato ‘alto’ da 2 o 3 settimane (l’Abruzzo è ‘moderato’ da almeno tre settimane).

Quel che è peggio, alle nostre argomentate richieste non è stata data dal ministero alcuna risposta formale, nessun diniego motivato nel merito. Solo una ‘non risposta’ che si traduce in un’ingiusta penalizzazione. Ulteriormente aggravata dalla scelta di ‘chiudere tutto’ da Natale all’Epifania, dopo che per bocca dello stesso Presidente Conte si era dato per mesi all’Italia intera il messaggio contrario.

Rinnovo ora l’appello a ristorare seriamente le attività danneggiate, cosa che non è garantita dal decreto-legge di ieri, perché tutti sanno che fare riferimento al decreto rilancio non vuole dire affatto ristorare il 100% della perdita di fatturato di Natale ma appena il 15% di quello di aprile. E a pagare il prezzo delle chiusure non sono solo bar e ristoranti, ma intere filiere che vanno dai produttori agricoli, ai distributori, ai fornitori, ecc”.

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