Se ne discuterà martedì 4 marzo prossimo in un workshop , su proposta del Comune di Città Sant’Angelo
CITTA’ SANT’ANGELO (PE) – Martedì 4 marzo 2014,alle ore 11.30, nelle Sala del Tricolore comunale di Città Sant’Angelo si terrà un workshop per verificare l’interesse comune teso alla tutela del Piomba delle amministrazioni di Atri, Castilenti, Cellino Attanasio, Elice, Montefino, e Silvi, che assieme a quello angolano sono i comuni attraversati dal torrente.Si discuterà della valorizzazione ambientale, turistica e territoriale degli ambiti di riferimento dei centri storici la cui area di influenza si estende al bacino idrografico, anche per poter predisporre un’ ipotesi progettuale che possa eventualmente candidarsi all’ottenimento di specifici finanziamenti regionali, nazionali e comunitari.
L’amministrazione comunale angolana ritiene l’istituzione di un Tavolo di Lavoro un’ utile metodologia per definire le modalità di attivazione di un “Contratto di fiume”. I Contratti di fiume possono essere identificati come processi di programmazione negoziata e partecipata volti al contenimento del degrado eco-paesaggistico e alla riqualificazione dei territori dei bacini/sottobacini idrografici. Tale metodologia è stata anche studiata dalle Amministrazioni Provinciali di Pescara e di Teramo.
Il World Water Forum ha definito, già nel 2000, i Contratti di fiume come forme di accordo che permettono di “adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”.
I Contratti di fiume non hanno un termine temporale prefissato, ma restano in essere fino a che rimane viva la volontà di aderire all’accordo da parte degli attori.Si ispirano nei loro elementi fondanti alla Direttiva Quadro 200/60/CE, che prefigura politiche sistemiche di riqualificazione delle acque superficiali e sotterranee, creando obiettivi comuni con altre normative europee che promuovono l’utilizzo di strumenti di governance e sussidiarietà per attuare le politiche ambientali.A livello nazionale, i riferimenti normativi sono il D.Lgs. 152/2006, la normativa quadro sull’Ambiente, e il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004 e successive modifiche).