PESCARA – Un live di Antonello Venditti è ogni volta una garanzia. Passano gli anni, ma questo storico artista rimane sempre fedele a se stesso, sia per quanto riguarda lo standard di suono “possente” a cui ci ha ormai abituati nei suoi live, sia per la qualità delle canzoni proposte (d’altronde, con un repertorio ampio come il suo, l’impresa è piuttosto “facile”). Anche nei discorsi tra un pezzo e l’altro, Antonello continua a mostrare quel mix di saggezza e ironia che in passato ha ispirato tanti successi, e che oggi non può evitare di fare riferimento anche agli echi terroristici che ci stanno raggiungendo.
Ovviamente la tappa di “Tortuga Il Tour” tenutasi giovedì 3 dicembre a Pescara, presso il Pala Giovanni Paolo II, non è stata da meno in tal senso, e ha avuto il suo culmine emotivo durante l’esecuzione di “Stella”, correlata da una gigantografia di Valeria Solesin, unica vittima italiana dei vili attentati di Parigi. Ma Venditti (che si è presentato in scena sulle note di “Raggio di luna”) ha lasciato molto spazio anche ai ricordi: d’altronde, come ammesso da lui stesso, “Oggi sono più le persone che mi mancano che non quelle che ci sono ancora”.
E così, durante “Non so dirti quando”, non sono passate inosservate le immagini di Pino Daniele, Lucio Dalla e due ex musicisti di Antonello: il batterista Marcello Vento e il tastierista Sandro Centofanti. Quest’ultimo, recentemente scomparso, era tra l’altro originario di Sulmona. A proposito dell’Abruzzo, il cantautore romano si è divertito altresì a “omaggiare” la nostra regione abbozzando qualche parola in dialetto e ripercorrendo idealmente le tante date effettuate dalle nostre parti (“A Montesilvano ho fatto le prove di Unica”), che alla fine gli hanno fatto esclamare: “Qui mi sento a casa”.
Si diceva dei ricordi: di fatto, questa nuova serie di concerti guarda molto all’indietro. Lo stesso titolo dell’ultimo album, “Tortuga”, è ispirato al bar che si trovava a pochi passi dal ‘Giulio Cesare’, liceo romano frequentato ai tempi da Antonello e a sua volta protagonista di un brano del 1986. E sui maxischermi non sono mancate proiezioni ad hoc in bianco e nero che raccontavano quel periodo anche a livello visivo. Non è dunque un caso se, a conti fatti, il Venditti più autentico sembra essere tutt’ora quello che affonda le proprie radici musicali negli anni ’70: non solo per l’ottimo recupero di “Lilly” (che da tempo non veniva proposta dal vivo), ma anche per quel trittico irresistibile che risponde ai nomi di “Sotto il segno dei pesci”, “Bomba o non bomba” e “Sara”.
Poi, va beh, c’è pure “Notte prima degli esami”, che è datata 1984 ma resta comunque il capolavoro assoluto. Il set, con il pubblico tutto in piedi, si chiude con “In questo mondo di ladri”. E il bis è tutto in salsa ‘capitolina’ con “Roma capoccia” e “Grazie Roma”. Noi, invece, diciamo: “Grazie, Antonello”.
SCALETTA:
Raggio di luna
I ragazzi del tortuga
Giulio Cesare
Piero e Cinzia
Peppino
Stella
Non so dirti quando
Lilly
Sotto il segno dei pesci
Bomba o non bomba
Sara
Tienimi dentro te
Notte prima degli esami
Cosa avevi in mente
Unica
Dalla pelle al cuore
Il compleanno di Cristina
Questa insostenibile leggerezza dell’essere
L’ultimo giorno rubato
Ogni volta
Che fantastica storia è la vita
Amici mai
Ti amo inutilmente
Alta marea
Benvenuti in Paradiso
In questo mondo di ladri
BIS
Roma Capoccia
Grazie Roma