Torino-Pescara: una gara, molti significati

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Dalla sfida tra la miglior difesa e l’attacco più prolifico, allo scontro tra due vecchie volpi come Ventura e Zeman, passando per i giovani talenti Ogbonna e Insigne.

TORINO –  La gara contro il Torino arriva nel momento migliore per il Pescara. La sconfitta casalinga contro il Grosseto (immeritata quanto si vuole, ma comunque una sconfitta) va cancellata quanto prima e non c’è niente di meglio di sfidare la capolista per riprendere la marcia.

Il Torino fin qui ha ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo e le statistiche stanno a testimoniarlo. I granata hanno infatti segnato 20 gol in totale (uno in più del duo Sansovini-Immobile) vincendo 9 gare su 11 per un solo gol di scarto. Il capocannoniere della squadra, Bianchi, ha segnato la metà dei gol di Sansovini e il resto degli attaccanti (Ebagua, Antenucci e Sgrigna) hanno messo a segno complessivamente 7 reti.

Se i granata si trovano primi in classifica gran merito va dunque al reparto arretrato, capace di incassare appena 8 reti (di gran lunga la miglior difesa del torneo) di cui appena tre in casa. Ventura ha saputo dare autostima ad un gruppo depresso da troppe delusioni. Il 4-2-4, imposto dal tecnico genovese ha dato stabilità tattica ad una squadra che troppo spesso era stata soggetta a cambi di modulo.

I PUNTI DI FORZA DEI GRANATA – In realtà il 4-2-4 non è un dogma, dato che Ventura cambia spesso disposizione tattica in base agli uomini a disposizione, ma la base di partenza è sempre a difesa a 4 e l’azione che si sviluppa a partire dalle ali. Non sarà facile per Sansovini e compagni sfondare il bunker granata. Certo, il Pescara è l’unica squadra ad essere sempre andata in gol in questo campionato, ma in trasferta gli abruzzesi hanno spesso sofferto vincendo solo 3 gare su 9  e incassando 16 gol. Inoltre, nelle ultime due partite fuori casa è stato raggranellato un solo punto e più in generale, i biancazzurri sono reduci da 5 punti in cinque partite.

Contro il Torino, squadra che fa del possesso palla la sua arma migliore, occorrerà un Pescara capace di non far ragionare i granata. Per questo, sarà necessario che Togni, che dovrebbe essere preferito a Veratti, aggredisca Iori, vero fulcro del gioco granata e unico insostituibile della rosa a disposizione di Ventura. L’ex centrocampista del Chievo è il punto di riferimento del Toro, il giocatore capace di rallentare il gioco e smistare i palloni sulle fasce.

CON UN INSIGNE AL TOP … – Soprattutto, per il Pescara, sarà fondamentale recuperare al meglio Insigne. Gli errori del numero  undici biancazzurro contro il Grosseto sono stati grossolani e non degni di uno della sua classe. L’impressione è che i troppi elogi e le voci di mercato lo abbiano “ammorbidito” facendogli perdere la cattiveria e la grinta che ne hanno contraddistinto la prima parte della stagione. Toccherà a Zeman strigliare il suo giocatore e fargli capire, che non può sentirsi arrivato, dato che è la continuità che distingue un campione da un bravo giocatore.

Ventura, dal canto suo proverà a limitarne le proiezioni offensive, piazzando sulla sua fascia il giovane Verdi, centrocampista scuola Milan, più difensivo dell’ex anconetano Surraco. Il 4-2-4 dovrebbe quindi essere in realtà un 4-4-2  molto ordinario con il già nominato Verdi e Stevanovic sulle fasce e la coppia Bianchi- Antenucci davanti.

OGBONNA VALORE AGGIUNTO – Il Pescara, 3 vittorie, 2 pareggi e 9 sconfitte in Piemonte, è chiamato a una prova di forza. Per qualità di rosa, il Torino è superiore ai biancazzurri solo nel reparto difensivo, dove spicca Ogbonna,  unico giocatore di B tenuto in considerazione da Prandelli e convocato in azzurro quest’anno (se si esclude Palombo, già nel giro della nazionale da parecchio). Il difensore granata, difficilmente rimarrà a Torino l’anno prossimo se la squadra di Cairo non riuscirà a centrare la promozione quest’anno. Già sarà difficile per il presidente riuscire a a trattenere il suo gioiello a gennaio (quando potrebbero rifarsi sotto alcuni club di A, come la Lazio). Per il momento però, Ogbonna veste la maglia granata e la sua presenza al centro della difesa, basta e avanza a dare solidità ad un reparto che può fare affidamento anche sull’esperienza di Parisi.

Sarà certamente una gara tirata, che potrebbe risolversi anche nei minuti finali di gioco.Il Pescara non dovrà farsi irretire dal gioco del Torino, squadra che ama tenere palla, prendendo gli avversari per sfinimento per poi colpire quando le energie vengono meno, ma dovrà essere brava a sfruttare la velocità e la qualità dei suoi tre funamboli lì davanti. Se ci riuscirà, la squadra di Zeman segnerà un punto importante nella sua crescita in questo torneo.

[Foto di Massimo Mucciante per gentile concessione]

Torino-Pescara: una gara, molti significati ultima modifica: 2011-12-09T17:30:30+00:00 da Davide Luciani
Pubblicato da
Davide Luciani

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