Pescara

Serie B – L’analisi di Pescara-Frosinone: dal paradiso al purgatorio

Condividi

L’analisi di Pescara-Frosinone, sfida giocata ieri sera allo Stadio Adriatico e terminata con un pirotecnico pareggio per 3-3.

PESCARA – “Due punti persi dopo i primi quarantacinque minuti, un punto guadagnato a fine partita”. Si può riassumere in questo modo, con le parole di mister Zeman, l’incontro valido per la terza giornata di Serie B tra Pescara e Frosinone. Un incontro che ha visto di tutto con il risultato finale di 3-3 che, dopo una grande rimonta, sta anche stretto ai Ciociari che hanno dimostrato sul campo di essere più squadra e di avere già dei meccanismi notevoli. Al contrario del Pescara che ha pagato ancora una condizione non ottimale ed errori clamorosi a centrocampo e in difesa. Di seguito l’analisi di Pescara-Frosinone.

PESCARA-FROSINONE 3-3: L’ANALISI DEL PRIMO TEMPO

Una vittoria buttata o un pareggio guadagnato, queste sono le due chiavi di lettura possibili per la partita di ieri con Zeman che, almeno all’inizio, non snatura l’undici visto a Perugia e opta per un solo cambio rispetto alla sfida del Curi: Crescenzi al posto di Zampano mentre Del Sole torna sulla destra al posto di Baez. L’inizio non può che essere dei migliori visto che dopo 180 secondi il Delfino è già avanti con un’azione di contropiede che porta alla rete il solito Pettinari. La partita, però, la fa il Frosinone con i padroni di casa che si comportano allo stesso identico modo di come avevano fatto con il Foggia e col Perugia ma questa volta ci sono i due pali e una traversa a salvare la porta di Pigliacelli, migliore dei suoi insieme a Pettinari.

Il calcio sa essere strano e cosi che, da un possibile e sacrosanto 1-1, i ragazzi di Zeman chiudono il primo tempo in vantaggio di tre gol visto che Pettinari, in sei minuti, insacca per due volte portandosi a casa il pallone per la seconda volta in tre partite. La ripresa appare in discesa ma nelle montagne russe Zemaniane non esistono pause e la tranqullità non è contemplata. Il Frosinone rientra col faccia cattiva a differenza dei biancazzurri che non rientrano proprio: abbassano troppo il baricentro, si sfilacciano e le lacune diventano voragini in sei minuti, il tempo che Ciano realizzi una doppietta per riaggiustare quasi tutto. Non è una versione diversa del Pescara, quella della ripresa, ma è la stanchezza che prende il sopravvento con Proietti e Coulibaly incapaci di fare filtro a centrocampo mentre i due centrali di difesa non riescono mai a trovare il tempo giusto per anticipare Ciofani.

PESCARA-FROSINONE 3-3: L’ANALISI DEL SECONDO TEMPO

In realtà, però, il Pescara avrebbe anche l’occasione per il poker ma Del Sole calcia in faccia a Sammarco che salva sulla linea. E’ la sliding-doors di una sfida che il Pescara non riesce a controllare più con il Boemo che inserisce Baez per Benali, destando qualche perplessità. Pochi secondi dopo la squadra di Longo completa la rimonta con Ciofani che elude la marcatura di Coda, uno dei peggiori in campo, e scarica un missile terra-aria che termina la sua corsa sotto la traversa. Mai pareggio fu più giusto con i ragazzi di Zeman sulle gambe, incapaci di creare grattacapi ad un Frosinone solido, compatto e ben disposto in campo con il 3-5-1-1 che diventa 5-3-2 o 5-4-1 in fase difensiva.

L’unico a provarci è Pettinari ma l’attaccante Romano è troppo solo, lasciato nella terra di nessuno da un Del sole sfinito e un Baez impalpabile. Se l’attacco fa fatica la difesa rischia di tracimare con gli ospiti che banchettano nell’area del Delfino approfittando degli errori di posizionamento di una retroguardia assolutamente da correggere e da cambiare, almeno nella zona centrale, aspettando i rientri di Bovo e Campagnaro. Deludente, ancora, anche la prestazione del giovane Coulibaly che si impegna, lotta ma dimostra di avere limiti tecnici evidenti. L’età però è della sua parte ma, col senno di poi, Zeman avrebbe potuto dare fiducia a Palazzi o Carraro, con quest’ultimo subentrato a Brugman nel finale. Negli ultimi minuti la sofferenza la fa da padrone ma Ariaudo grazia il Pescara da due passi.

Termina cosi l’anticipo della terza giornata: un 3-3 interlocutorio che delude e accontenta allo stesso tempo, due facce della medaglia Zemaniana. Tra una settimana c’è la trasferta di Salerno, un altro banco di prova per lavorare e migliorare condizione fisica e meccanismi per evitare di passare dal paradiso al purgatorio in un attimo.

Fonte foto: Digital Pescara

Serie B – L’analisi di Pescara-Frosinone: dal paradiso al purgatorio ultima modifica: 2017-09-09T09:52:12+00:00 da Alessio Evangelista
Pubblicato da
Alessio Evangelista

L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter