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Un progetto dell’UnivAQ selezionato dalla UE nel progetto Life Inspiree

Il progetto si concentra sul recupero delle terre rare dai magneti permanenti attraverso un processo innovativo idro-metallurgico

da Marina Denegri

Francesco Vegliò

L’AQUILA – Un procedimento brevettato dall’Università dell’Aquila per il recupero delle terre rare è al centro di uno dei quattro progetti strategici italiani selezionati dall’Unione Europea nel progetto Life Inspiree, coordinato da Itelyum Regeneration SpA. Questo progetto si concentra sul recupero delle terre rare dai magneti permanenti attraverso un processo innovativo idro-metallurgico, senza trattamenti termici.

Il 25 marzo 2023, la Commissione Europea ha scelto 47 progetti per garantire l’approvvigionamento di materie prime critiche, essenziali per la transizione verde e digitale. L’iniziativa rientra nel Critical raw material act, attivo dal 2024, che mira a ridurre la dipendenza dell’Europa dai paesi terzi e promuovere l’autonomia entro il 2030.

L’Europa desidera soddisfare il 10% della domanda di materie prime attraverso l’estrazione, il 40% con la lavorazione e il 25% con il riciclo. Sono stati fissati obiettivi minimi e si sono ridotti i tempi per i permessi di estrazione.

Il processo di Life Inspiree, sviluppato nel 2018, è frutto di una collaborazione tra l’ateneo e Itelyum ed è proseguito con il progetto NEWRE. I risultati evidenziano l’impegno dell’Università dell’Aquila nell’innovazione e nella formazione di futuri ingegneri.

I risultati ottenuti “sono legati alle attività ormai decennali nel settore scientifico e tecnologico del gruppo di ricerca di Ingegneria chimica del Laboratorio di processi di valorizzazione e trattamento integrato di rifiuti e reflui industriali” afferma il Prof. Francesco Vegliò (nella foto), docente di Teoria dello sviluppo dei processi chimici al dipartimento di Ingegneria industriale e dell’informazione (DIIIE) “Queste attività, oltre a contribuire allo sviluppo sostenibile di processi in uno scenario di economia circolare a supporto delle imprese, hanno permesso di fare crescere le risorse umane dell’ateneo. Oggi, in laboratorio, si possono contare circa 15 ricercatori esperti su queste tematiche. A essi bisogna aggiungere anche gli studenti, coinvolti sia nell’ambito degli insegnamenti nei corsi di Ingegneria chimica e di Ingegneria dell’ambiente e del territorio sia nello sviluppo di tesi di laurea. Si tratta di un aspetto importante” conclude il prof. Vegliòche mette in evidenza il ruolo dell’Università dell’Aquila non solo sull’innovazione ma anche sulla formazione dei futuri ingegneri, che dovranno dare il loro contributo alla crescita del paese e dell’Europa”.