Ambiente

Progetto ‘Pescara River-Coast Water’: Petrelli su indagini balneazione

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PESCARA – “Quaranta campionamenti complessivi da effettuare sul mare e sul fiume Pescara in quattro mesi per valutare l’effettiva attuale situazione di inquinamento, sia in condizioni meteorologiche favorevoli sia in condizioni di maltempo, dunque in giorni di calma e subito dopo uno sversamento, e soprattutto per individuare quali territori eventualmente contribuiscono ad alzare i livelli di escherichiacoli ed enterorocchi e poter programmare anche con la Regione gli interventi di risanamento più opportuni. È il Progetto ‘Pescara River-Coast Water’ che abbiamo presentato in Commissione Ambiente con l’architetto Ester Zazzero, incaricata dal Comune di condurre lo studio tecnico-scientifico necessario per la tutela della salute dei cittadini, come da espressa volontà del sindaco Carlo Masci, e anche per verificare l’odierna balneabilità o meno del nostro mare, a fronte dei vari interventi di riqualificazione già realizzati dal 2018 a oggi”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Ambiente Ivo Petrelli ufficializzando l’esito della Commissione che ha visto la partecipazione dell’architetto Zazzero.

“Di fatto oggi viviamo in una paradossale situazione ferma al 2018, ovvero – ha ripercorso il Presidente Petrelli -: a ogni minima pioggia vengono aperti i bypass delle vasche di prima pioggia e, anche a fronte di uno sversamento di pochi minuti, in modo automatico l’amministrazione comunale emana l’ordinanza di divieto di balneazione nei punti ritenuti critici, come via Leopardi-via Balilla o alla foce del porto canale sulla riviera nord, divieto che resta in vigore fino a quando l’Arta con i propri campionamenti non dimostra l’assenza di batteri fecali. E tutto il periodo estivo si traduce in un balletto di ordinanze che inevitabilmente confondono il turista come il bagnante locale, oltre a pregiudicare l’economia turistica della città. È chiaro però che negli ultimi tre anni molte cose sono cambiate, a partire dai numerosi lavori di risanamento pure realizzati, grazie alla Regione, sulla rete dei sottoservizi, utili soprattutto a intercettare molti precedenti scarichi, e dunque potenzialmente quel protocollo operativo potrebbe cambiare.

Ma per consentire alla Regione di rivedere i propri parametri dobbiamo fornire agli uffici degli strumenti di valutazione e il primo sarà proprio il frutto dello studio ‘Pescara River-Coast Water’ che vede la collaborazione tra Comune e Arta. Il Progetto, partito da fine dicembre, inserito nel Dup del Comune, pone tra gli obiettivi la valorizzazione del mare e del fiume. Come ha riferito l’architetto Zazzero, sino a oggi non ci sono state indagini ovvero non ci sono elementi scientifici che dimostrino quanto effettivamente il fiume Pescara possa condizionare la balneabilità della nostra riviera, e invece tali elementi sono fondamentali nella prospettiva di una ‘bandiera blu’.

Sino a questo momento sono solo due i tratti candidabili: il tratto del lungomare nord compreso tra il confine con Montesilvano e lo stabilimento balneare ‘4 Vele’, e la riviera sud, compresa tra il porto turistico e il confine con Francavilla al Mare. Per recuperare il tratto oggi precluso in quanto non corrispondente ai parametri valutativi della Regione Abruzzo, con l’architetto Emilia Fino si è deciso di realizzare uno studio tecnico-scientifico per capire se e come il fiume realmente condizioni la qualità del nostro mare, anche a fronte degli sversamenti in caso di maltempo, episodi differenziati che possono durare pochi minuti, ore o anche giorni.

Il Comune allora, con l’Arta di Pescara, hanno avviato una campagna straordinaria di campionamenti e caratterizzazioni innanzitutto su più punti del fiume, anche fuori Pescara, perché molti indizi ci dicono che spesso il problema dell’inquinamento non nasce dal capoluogo adriatico che lo subisce. Come ha descritto l’architetto Zazzero, sono cinque i punti di campionamento e monitoraggio individuati sul fiume: il primo all’ingresso tra l’Aterno e il Pescara, dunque a Popoli; il secondo quando si immette nel Pescara; il terzo in prossimità del territorio di Chieti Scalo; il quarto al confine tra Spoltore e Pescara; infine il quinto su Pescara alla foce del fiume. In questo modo si valuterà come i territori che si affacciano sul nostro fiume influiscono sulla qualità delle acque, perché è riduttivo pensare che il problema sia solo il nostro bacino cittadino o solo il depuratore.

I parametri che da fine dicembre sono oggetto di tale campagna straordinaria sono gli escherichiacoli e gli enterococchi. I campionamenti microbiologici vengono realizzati sia in giornate in cui non ci sono condizioni climatiche avverse, dunque non ci sono né pioggia né sversamenti, sia in caso di maltempo, proprio per poter avere un valido strumento di comparazione sullo stato di salute del fiume e del mare prima e dopo l’eventuale sversamento e, in quest’ultimo caso, il prelievo viene eseguito in tempo reale. Lo studio dovrebbe terminare per fine aprile, anche se l’obiettivo del gruppo di studio è di poter disporre di una prima relazione scientificamente valida già per marzo, documento da sottoporre eventualmente anche all’attenzione della Regione prima dell’emissione dell’ordinanza annuale sulle acque di balneazione e anche utile per rivedere, eventualmente, i protocolli operativi, perché lo studio potrebbe anche dimostrare che gli sversamenti post-pioggia non determinano automaticamente oggi un peggioramento dell’inquinamento del mare.

E questo potrebbe anche consentirci di rivedere la non classificazione del tratto di riviera antistante via Leopardi-via Balilla. Ovviamente il nostro obiettivo resta sempre garantire la salute dei cittadini, per questo si è stabilito che, al di là dello studio odierno, comunque il monitoraggio del fiume deve diventare sistematico e costante, calibrando un sistema di allerta che ci permetta di evitare anche atteggiamenti troppo cautelativi, con inutili divieti di balneazione preventivi, garantendo sempre la veridicità dei dati. A tal fine gli uffici stanno anche allestendo una App collegata a ‘Municipium’ che consentirà di aggiornare in tempo reale bagnanti e turisti sulle condizioni del nostro mare in collegamento con le condizioni meteorologiche. Altro obiettivo dello studio rivelato dall’architetto Zazzero è anche capire chi eventualmente arreca un danno ambientale a Pescara. In quattro mesi verranno effettuati complessivamente 10 campionamenti sul fiume e 30 sul mare.

In conclusione – ha riepilogato il Presidente Petrelli – i due fattori che emergono dal progetto è che innanzitutto Pescara potrebbe confermarsi come l’ultimo anello di una filiera di inquinamento; in secondo luogo che occorrerà studiare un metodo con Arta per garantire sempre una maggiore tempestività tra un episodio di sversamento e i successivi campionamenti, al fine di evitare magari l’adozione di ordinanze eccessivamente cautelative, in caso i valori dei batteri fecali dovessero essere al di sotto dei limiti di legge, ma comunque un maggiore tempismo sotto il profilo della comunicazione. Sino a oggi sono già stati eseguiti 15 campionamenti, 5 nel fiume e 10 nel mare, e non appena l’Arta terminerà le analisi, porteremo i primi risultati in Commissione”.

Progetto ‘Pescara River-Coast Water’: Petrelli su indagini balneazione ultima modifica: 2021-02-05T15:15:13+00:00 da Redazione
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