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Pescara, ripascimento riviera sud: gli interrogativi di Foschi

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Le operazioni si stanno effettuando con l’utilizzo di un’idrovora che risucchia sabbia al di là degli scogli e la spara direttamente sulla battigia

PESCARA –  Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ interviene sul  ripascimento che si sta effettuando nella riviera sud di Pescara  per riportare la sabbia dinanzi a sette attività balneari antistanti via Celommi, ovvero al confine con Francavilla al Mare.

Le operazioni  non stanno avvenendo, come di consueto, con l’utilizzo di camion e adoperando  la sabbia prelevata dalla Madonnina, ma piuttosto con  un’idrovora che risucchia sabbia al di là degli scogli e la spara direttamente sulla battigia.

Viste le le condizioni di inquinamento riscontrato per tutto il 2016 nel nostro mare si chiede Foschi :

l’Arta ha condotto le analisi sulla qualità del materiale?

L’Arta ha verificato l’eventuale presenza di inquinanti chimici od organici? 

“Da questa mattina – ha detto Foschi – i residenti della riviera sud sono stati attenzionati da strani rumori provenienti dal litorale. È stato sufficiente un rapido giro sull’arenile per svelare l’origine di quei rumori, provenienti dall’attività evidentemente avviata dal sindaco Alessandrini e dalla sua giunta per il ripascimento della rivi nel totale silenzio del sindaco Alessandrini, dell’assessore ai Lavori pubblici Del Veccera sud. In sostanza si intravede a distanza il Motopontone Fortunato ormeggiato appena al di là della barriera di scogli, e si vede il lungo tubo nero che fuoriesce dall’acqua, e si estende sulla battigia, che spara sabbia prelevata sempre al di là della scogliera, con un caterpillar accanto che sembrerebbe dover stendere la sabbia prelevata. A quel punto abbiamo iniziato la ricerca di documenti per un’operazione tanto importante, quanto il ripascimento del litorale sud, afflitto dalla costante erosione, e sulla quale l’intera maggioranza di governo, compreso il consigliere plenipotenziario al mare Riccardo Padovano, hanno ritenuto di non sprecare una sola parola.

Dagli archivi del Comune è venuta fuori solo una ordinanza di appena due facciate, firmata in perfetta solitudine dal dirigente Giuliano Rossi, che praticamente si è assunto da solo tutta la responsabilità di tale operazione, e nell’ordinanza leggiamo che il ripascimento si sarebbe dovuto svolgere addirittura tra il 16 e il 31 dicembre scorso, conclusione rinviata per maltempo al 5 gennaio 2017, dunque si tratta di un ripascimento-record, visto che tra tre giorni sarà già tutto finito.

Nell’ordinanza ancora leggiamo che tale intervento riguarderà il tratto di arenile sud antistante le concessioni balneari compresa tra la prima, Venilla, al confine con Francavilla al Mare, e la numero 7, La Caravella. E scopriamo che la giunta Alessandrini ha deciso di ricorrere all’utilizzo dell’idrovora, ovvero di non prelevare più la sabbia dall’area della Madonnina, come di consueto, portandola con i camion sul litorale sud, ma di risucchiarla dall’area posta dietro la scogliera, e di rispararla sulla spiaggia con un’idrovora.

Impossibile rintracciare nell’ordinanza quanta sabbia verrà sparata sulla battigia, dato individuabile solo nei documenti allegati all’ordinanza numero 74 emessa dalla Capitaneria di porto il 19 dicembre scorso, nel quale lo stesso dirigente Rossi ha comunicato il prelievo di 3.500 metri cubi di sabbia, da rimuovere dal fondale marino per una profondità massima di 50 centimetri.

Impossibile rintracciare i costi di tale operazione. Zero trasparenza che impone domande e risposte: innanzitutto perché tale operazione viene condotta nella più assoluta segretezza? Anche l’amministrazione di centro-destra ha tentato l’utilizzo di tale procedura, ovvero il ripascimento con idrovora, ma a bloccare l’intervento furono gli esposti in Procura dei consiglieri Pd, oggi assessori della giunta Alessandrini, che ottennero il blocco del cantiere, con l’apertura di un’inchiesta e di un processo tuttora in corso.

E allora cos’è cambiato oggi nelle procedure che permettono al sindaco Pd l’utilizzo dell’idrovora tanto contestato proprio dal Pd? Inoltre, dato ancora più importante, sono state effettuate le analisi sulla qualità della sabbia sparata sulla battigia? Ovvero, l’Arta ha verificato la presenza di eventuali inquinanti chimici o batterici, e parliamo di eschierichiacoli, sulla sabbia prelevata al di là della scogliera e portata direttamente sulla riva del mare, anziché lasciata decantare per alcune settimane in un deposito lontano dall’ambiente, come prevede la normativa?

E questo è un dato fondamentale visto l’inquinamento riscontrato per tutto il 2016 proprio dall’Arta nel nostro mare e il colore molto scuro della sabbia sparata impone delle garanzie sulla qualità del materiale. Infine: qual è l’utilità di condurre un tale ripascimento oggi, quando, statisticamente, la nostra spiaggia a sud sarà sicuramente colpita dalle mareggiate invernali? L’esperienza – ha aggiunto Foschi – ci dice infatti che tra dicembre e febbraio il litorale pescarese viene tradizionalmente colpito da forti episodi di maltempo che trascineranno via in un sol colpo tutta la sabbia oggi ripristinata. Non era allora meglio far slittare tale intervento a primavera, tra aprile e maggio, per garantire il ripristino della spiaggia alle concessioni balneari più in crisi? Ancora una volta non comprendiamo le opere realizzate dal sindaco Alessandrini, mentre la totale assenza di trasparenza inerente tale cantiere fa emergere sospetti che vogliano vengano subito fugati”.

Pescara, ripascimento riviera sud: gli interrogativi di Foschi ultima modifica: 2017-01-02T18:52:24+00:00 da Redazione
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