PESCARA – Il Presidente della Commissione consiliare Sicurezza del territorio Armando Foschi nel corso del vertice convocato, ieri, sul ‘caso’ dell’ex Cofa da parte della Commissione Ambiente, presieduta da Nico Lerri, e alla quale ha presto parte la dottoressa Adelina Stella, come Dirigente dell’Area di Pescara per la Prevenzione dei rischi ambientali, ha detto che verranno convocati nelle Commissioni Ambiente e Sanità i dirigenti del patrimonio della Regione Abruzzo e i responsabili del Comune di Pescara, oltre che di nuovo la Asl di Pescara.
L’incontro servirà per fare finalmente luce sulle competenze relative alla manutenzione ordinaria, alla bonifica straordinaria e alla rimozione delle tracce di eternit dall’area dell’ex Cofa. Il vertice allargato si è reso necessario per comprendere i prossimi passi da compiere per la messa in sicurezza della superficie, anche alla luce di un presunto accordo stipulato il 24 marzo 2009 tra Comune e Regione di cui però non è stata rinvenuta traccia negli uffici comunali e che, a detta della stessa Regione Abruzzo, sarebbe anche stato disatteso dalla passata amministrazione comunale, a partire dalla mancata pulizia dell’ex mercato ortofrutticolo e dalla sua mancata restituzione alla Regione. Ha sottolineato Foschi:
a questo punto è necessario iniziare a tirare fuori le carte e i documenti su una vicenda che si annuncia come l’ennesimo ‘pasticcio’ ereditato dal precedente governo di centro-sinistra. Nei giorni scorsi si è riaperto il dibattito sul futuro dell’ex Cofa, con un’ampia discussione circa il possibile utilizzo di quelle superfici. Ma in realtà la prima preoccupazione riguarda l’attuale stato di conservazione dei manufatti esistenti sul lungomare Papa Giovanni XXIII dove sarebbe stata riscontrata la presenza d’amianto.
Stamane sono emersi i primi documenti, ossia una nota della Asl risalente allo scorso 2 agosto in cui il Dipartimento di Prevenzione di igiene e sanità pubblica ha ricostruito la storia più recente dell’ex Cofa, dove, attraverso un sopralluogo effettuato nel 2004, la Asl stessa e l’Arta avevano individuato la presenza dell’eternit. In seguito a tale verifica la Regione Abruzzo, proprietaria del complesso, ha avviato una serie di iniziative, ossia tra il 2005 e il 2006 la rimozione delle tettoie in scadente stato di conservazione; controlli periodici sulle coperture dei padiglioni A e B che presentavano materiali in stato di conservazione misto, ossia buono e scadente, fissando una bonifica da eseguire a medio termine, senza però precisare quando; infine il monitoraggio delle fibre aerodisperse, effettuato dall’Arta tra il maggio 2005 e il novembre 2006 lasciando emergere dati sulla concentrazione di fibre d’amianto nell’aria ben al di sotto dei limiti di legge.
Nel frattempo nel settembre 2005 e fino al dicembre 2006 l’ex Cofa era stato dato in concessione al Comune di Pescara; nel novembre 2008 il precedente governo di centro-sinistra ha dichiarato inagibili le strutture edili situate nell’area e, tramite un’ordinanza aveva chiesto la loro demolizione-messa in sicurezza previa bonifica; l’ordinanza stessa è però poi stata sospesa il 24 marzo 2009 dopo un sopralluogo congiunto del Comune e della Regione, sempre con la passata amministrazione di centro-sinistra, fino all’esecuzione dei lavori di bonifica da parte della Regione come da presunti accordi intercorsi tra i due Enti, di cui la Asl ignorava i contenuti.
Oggi la Asl, non conoscendo gli sviluppi di quell’accordo, ha di nuovo chiesto a Regione e Comune di inviare comunicazioni ufficiali circa l’esito delle verifiche effettuate per definire l’avanzamento dello stato di deterioramento delle coperture contenenti amianto; la valutazione del rischio di esposizione degli occupanti, durante il periodo di uso degli immobili; e l’indicazione della tipologia degli interventi di bonifica previsti e i termini di esecuzione della stessa. Non solo: la Asl ha anche sollecitato notizie ufficiali circa l’uso attuale dell’immobile e la titolarità della gestione.
Ma nel frattempo, sempre nel corso dell’odierna seduta della Commissione Ambiente è emersa una seconda lettera, datata 3 agosto 2010, inviata questa volta dalla Regione Abruzzo al Comune in cui si fa sempre riferimento al presunto accordo stipulato tra Comune e Regione il 4 marzo 2009, ma a differenza del documento precedente, la Regione puntualizza che la passata amministrazione comunale si era impegnata a bonificare il complesso dalla presenza di rifiuti di varia natura e a riconsegnarlo libero da cose e persone entro il termine di sessanta giorni, dunque entro il 4 maggio 2009; la Regione a sua volta si era impegnata, entro sessanta giorni dalla riconsegna dell’immobile, alla messa in sicurezza del complesso e all’aggiornamento del programma di controllo e manutenzione. E in sostanza la Regione ha rimesso in capo al Comune gli oneri e le responsabilità connesse all’abusivo possesso del bene.
A questo punto occorre evidentemente fare chiarezza, rintracciare l’accordo originario di cui parlano, seppur in maniera differente, sia la Asl che la Regione e capire quale Ente, fra Comune e Regione, avesse realmente assunto l’impegno a provvedere alla bonifica e manutenzione dell’area. A tal fine verranno convocati, già per la prossima settimana, il dirigente del settore Patrimonio della Regione Abruzzo e il dirigente del Comune per rileggere insieme le carte e far emergere la verità ultima. La Asl, nelle ultime analisi, ha comunque confermato il buono stato di conservazione dell’amianto all’interno dell’ex Cofa, ma è evidente che occorrono nuove analisi per garantire il costante monitoraggio delle strutture.