Ovindoli è da 20 mila: gran folla per l’ultimo giorno del Festival della nostra Montagna

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Sport estremi, simbiosi con la natura, ospiti eccezionali e il respiro della vera montagna d’Abruzzo

OVINDOLI (AQ) – Sport estremi, simbiosi con la natura, ospiti eccezionali e il respiro della vera montagna d’Abruzzo. L’Ovindoli Mountain Festival, arrivato, quest’anno, al secondo giro di boa, tenta di espatriare ‘il sistema’ Abruzzo montano, con un ventaglio di offerte eccezionali. 20 mila turisti hanno detto di sì allo sport che diverte. Fra di essi, anche uno sportivo d’eccezione: il centrocampista della Lazio.

20 mila orme diverse sulle piste da sci di Ovindoli: l’emigrazione del turismo, quest’inverno, è avvenuta al contrario. Pioggia felice di presenze per il secondo compleanno del tesoro montano d’Abruzzo, l’unico Festival che ha acceso di luce propria e di assoluta modernità il volto sacro della nostra Regione: le sue eterne montagne. All’ Ovindoli Mountain Festival 2016, si è acceso il fuoco sacro dello sci. Il turismo ha tante bocche da sfamare: la bocca della novità, quella dell’originalità e le labbra dell’offerta qualitativa e quantitativa migliore. Non tutti – e sicuramente non dappertutto – sono in grado di accendere positivamente i macchinari sensibili del ‘Grand Prix’ del Turismo che vale, eppure, ad oltre 2000 metri di altezza, in Abruzzo, è accaduto l’irreparabile sorpresa d’inverno: 20 mila persone hanno scelto di recarsi ad Ovindoli, fra sabato 23 e domenica 24 gennaio, con l’intento di godere il sole che scalda il primo imbiancamento di neve sulle alte vette abruzzesi. Un successo meditato, portato avanti da un bel mazzo di carte di associazioni locali: l’asso piglia tutto è stato, sicuramente, lo sport vissuto in ogni sua forma, in uno scenario paesaggistico da paradiso d’inverno.

Divertimento, tanto sole sulla neve, calda compagnia fra le piste da sci e sottofondo musicale di alta qualità con i membri di ‘Radio Globo’ (frequenza ufficiale del Festival). Snowkite, snowscoot, yoga selvaggio sul ghiaccio, ma anche la grande riscoperta del Telemark e l’assoluta novità della fatbike. Sulle piste da sci di Monte Magnola Impianti, durante la giornata di domenica 24 gennaio, il turismo ha trovato pane per i suoi denti. C’è una sola certezza che, in questi casi, governa, come una Giovanna D’Arco in piena virtù da caposquadra, i partecipanti ad un evento di divertimento: ‘il tornarvi, se ne vale davvero la pena’. Quest’anno, la cifra dei turisti che ha scelto, per il week end, le piste da sci ovindolesi è andata alla grande, con la registrazione di nuovi attratti dalla neve dell’ultima ora. Stamparsi nella testa l’immagine della zona montana d’Abruzzo rivalutata in tutto e per tutto e divenuta, oramai, conca di un mare bianco di attività, che in tutta Italia risultano essere l’amo degli sportivi dell’alta quota, significa tornare a parlare di messa in moto di un luogo con tante potenzialità. La zona di Ovindoli, grazie al suo personale sistema di piste sciistiche, ha fatto, tempo addietro, la storia di un complesso di discipline, quali lo sci o le ciaspole. Ora, la loro pratica è andata sempre più irrobustendosi, declinandosi, infine, con il verbo collettivo della condivisione e della divulgazione per le braccia e le gambe di tutti. C’è stata storia, tradizione, antichità riscoperte e rinnovate in questo secondo Festival della Montagna, ma anche tanto rispetto per un ambiente naturale che, da solo, parla un milione di lingue. Fra i dossi di neve bianca candida, anche uno sportivo d’eccezione, che al posto degli sci, ai piedi, preferisce calciare un pallone: il centrocampista della Lazio e della Nazionale brasiliana, Felipe Anderson.

Tanto richiamo ha avuto lo snowscoot, diffuso, in ambito del Festival, da Mauro Lodovisi, mentore di questo sport e membro dell’associazione sportiva ‘Scoot.it’. «Sono 10 anni – dice – che, ad Ovindoli, si propone la pratica di questo sport assai originale. ‘Scoot.it’ è la patria virtuale di questa disciplina formata da 70 persone, per ora, e basata principalmente sul moto sulla neve di due tavole indipendenti, una più piccola e una più grande posta di dietro. Per divenire bravi in questa particolare tipologia sportiva, occorre saper controllare un manubrio che governa la tavola anteriore. – spiega – Questo sport ha un doppio gruppo sanguigno, essendo nato dall’idea di un atleta di nazionalità sia francese che svizzera. Sorto precisamente nel 1990, lo snowscoot è esploso poi a livello internazionale, a cavallo degli anni 2000. La prossima settimana – aggiunge – Noi della scuola di Ovindoli competeremo in gare di eco mondiale, che si terranno proprio nella sia culla di nascita, in Francia». Uno sport di estremo consumo, quindi, facile da imparare. A partire dai 4 anni di età, di fatti, è possibile praticare questa innovativa disciplina: per tutto l’anno, la pratica dello snowscoot, è evergreen nella patria invernale della Marsica, al costo di un rimborso spese.

Così come lavora tutto il corpo nella pratica moderna dello snowscoot, lavorano anche tutte le membra del corpo umano, con il snowkite, ossia il surf sulla neve fresca di giornata. Due gli istruttori che, alla fine della lunga seggiovia ‘Anfitrione’ di Ovindoli, hanno fatto praticare la disciplina, sorta, in Italia, primamente nella Regione della Valle D’Aosta. Molte le presenze, gustoso l’entusiasmo: come a dire che, la vera follia dell’allegria, non va mai a spasso da sola. 10 anni fa, fra le bocche rocciose della montagna nostrana, il surf ha deciso di tuffarsi nella neve marsicana. «Ad Ovindoli, è presente una scuola di snowkite tenuta dall’Associazione ‘On the waves’ della quale noi facciamo parte, in parallelo ad un’altra realtà, radicata a Passoscuro (nel Lazio), assieme alla scuola che ha, differentemente, preso piede, in quel di Campo Imperatore, a L’Aquila», spiegano i due giovani istruttori Andrea Di Lisa e Daniele Mariani. In Abruzzo, la pratica dello snowkite è radicata. «Fra i comprensori di Ovindoli, Campo Imperatore e Roccaraso – affermano – lo snowkite è uno sport che sta prendendo molto piede. È molto tempo, di fatti, che viene organizzato proprio a Roccaraso, quindi in Abruzzo, un contest di snowkite di livello mondiale». E proprio la piana innevata di Campo Imperatore è soprannominata ‘la mecca’ dello snowkite. «Il target – continuano i due maestri– al quale può far riferimento questo sport, si compatta di tutti coloro che posseggono ben amalgamate alla mente le basi dello sci o dello snowboard». I kite, ossia i più noti aquiloni, presentano delle diverse metrature a seconda del grado di età dell’allievo che intende praticare e portare a termine questa disciplina. Fra leggerezza e controllo della vela, lo snowkite richiede anche tantissima pratica. Questo sport, adottato ovindolese, rende capaci di scalare fianchi montani fino a 60 gradi di pendenza. «Molti si accostano alla disciplina sportiva, provenendo dal surf, e quindi dal paesaggio naturale diametralmente opposto alla neve, quale il mare. Sembrano due sport molto simili, ma, nella realtà dei fatti, hanno due nature differenti: sulla neve, ci vuole, anzitutto, una grande conoscenza della montagna (e quindi di venti e pendii) e un grande rispetto della sua flora. A Monte Magnola, fortunatamente, non ci sono rocce o alberi particolarmente ostacolanti ai fini della pratica di questa disciplina: uno spazioso ‘deserto’ bianco, in questi giorni, ha facilitato la messa in scena di uno sport evergreen». Controllare l’aquilone come il capitano di un vascello, assomiglia ad avere tra le mani uno skilift che trascina via e che permette di andare, praticamente, ovunque.

Sulla neve, lo spirito d’avventura tipico di un pirata corsaro e il coraggio di osare qualcosa di nuovo, topico di un uomo che vorrebbe diventare più umano, sono stati letteralmente aiutati dal Festival della Montagna percepita a 360 gradi. Ogni sport moderno o disciplina contemporanea ha avuto una parte integrante nella realizzazione finale dell’Ovindoli Mountain Festival 2016. Il sole del 24 ha acceso ancora di più le energie dei turisti e degli habitué presenti, quest’anno, alla manifestazione. La fatbike ha rappresentato un altro grande asso nella manica del Festival con il laccio al collo dell’ambizione estrema. «L’esercizio della fatbike arriva dritto dagli Stati Uniti; in Italia, è molto affermato e, soprattutto, molto facile da imparare; le fatbike posseggono, infatti, una tenuta sulla neve assai gradevole e gradita. La bicicletta cosiddetta dalle ‘ruote grasse’, poiché detentrice di ruote più spesse rispetto a quelle abituali, può essere una buona alternativa da proporre a chi, ad esempio, non sa sciare ma vuole lo stesso attraversare l’Altopiano delle Rocche in completo moto», questo il commento di Raffaele Siciliano, istruttore per un giorno di fatbike e direttore della ‘DMC Aq Abruzzo Qualità’, alleanza strategica neonata tra l’area protetta del Parco Sirente-Velino e 62 operatori della zona. La mountain bike d’inverno, ad Ovindoli, ha letteralmente spopolato. Dietro la magia della bici sulla neve, c’è stata l’associazione ‘Pedala Pedala’di Luigi Butticci, attiva ad Ovindoli ed organizzatrice di escursioni guidate in sella alla bike invernale. «Praticare questo sport non è affatto faticoso: chiunque è capace di andare in bicicletta, può effettuarlo senza problemi. La sua bellezza risiede in quella di provare sensazioni nuove, ascoltando, in una diversa maniera e con un diverso orecchio, la neve della nostra montagna». L’ossigeno, più si sale in vetta, più diventa rarefatto. Così non è avvenuto, però, per l’umore collettivo di questi tre giorni innevati, ad Ovindoli: le vene e le arterie dei turisti innamorati di una montagna ‘svecchiata’, non hanno mai avuto tutto questo sale positivo in corpo.

Ovindoli è da 20 mila: gran folla per l’ultimo giorno del Festival della nostra Montagna ultima modifica: 2016-01-27T11:39:39+00:00 da Redazione
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