Ma per molto tempo ha tenuto segreta questa sua passione, non lo diceva nemmeno in famiglia per timidezza, si vergognava di confessare che scriveva. Quello che poi lo ha spinto ad uscire fuori è stata la possibilità di condividere i suoi versi anche con altri e raccontare le proprie comuni esperienze . Ed ha così trovato tanti nuovi amici.
Considera la scrittura come una valvola di sfogo per l’anima, un modo per poter dire quello che normalmente non riusciresti a dire a voce. Poi nel 2010 ha partecipato al 1° concorso: il Premio Histonium di Vasto e da allora non si è più fermato. Le competizioni poetiche, oltre a fargli ottenere dei riconoscimenti , gli hanno dato la possibilità di farsi conoscere al di fuori del suo ambito e di entrare in contatto con scrittori e poeti di altre regioni, a volte di altre nazioni.. Con alcuni è nato anche un bel rapporto ed ogni voltae come Lucio racconta: è una festa rincontrarsi con loro in qualche luogo del mondo.
Vitullo scrive poesie da circa 27 anni ma ha cominciato a farsi conoscere tramite concorsi letterari. Ha partecipato a molti di essi in tutta Italia ottenendo diversi riconoscimenti. I più significativi sono: un 1° posto nel 2012 al Premio “Luce dell’arte” a Roma, 3° posto nel 2013 al Premio Europa a Lugano, un 2° posto nel 2014 a Serradifalco (CL) al Premio Internazionale “Il falco d’oro”,un 3° posto al Premio “Città di Pomezia” nel 2014, un 3° posto al Premio “Nestore” sempre nel 2014, un 3° posto di nuovo al Premio Nestore nel 2015, un 2° posto al Premio Europa a Lugano nel 2015, un 3° posto al Premio Polverini ad Anzio nel 2014, un3° posto al premio “Il buon riso fa buon sangue” a Roma nel 2016, è risultato il 3° classificato nel 2016 al Premio Città di Filetto ed ha ottenuto il titolo di “Gran maestro della poesia” nel 2014 al Premio “Parthenope” a Lecce.
Ha pubblicato cinque raccolte poetiche : “Vent’anni” del 2011 , in cui l’autore suggestiona con un linguaggio intensamente vitale e un simbolismo ricco di sfumature espressive. Attraverso un ritmo serrato e una sorta di monologo interiore, Vitullo ci offre versi nitidi, che compongono una trama di metafore e di allegorie. In questo tessuto simbolico spiccano alcune immagini surreali, apprezzabili per l’originalità, la creatività e un discorso attento alle problematiche esistenziali.
“Il volo incerto nel cuore” del 2013, è il riassunto di circa un anno e mezzo vissuto a metà tra esperienze reali e virtuali e spazia dal tema dell’amore , la passione per la scrittura , la rabbia, l’ironia, l’amicizia, il rispetto per la natura, il ricordo di persone che non ci sono più e la speranza per un futuro migliore.
“Alla solita luce” del 2015, narra un cammino tra pensieri, emozioni, colori, emotività e desideri; un viaggio pieno di colori e sfumature dell’anima, intriso di figure retoriche necessarie a far percepire il valore dell’esistenza umana. Le liriche sono prettamente autobiografiche e i messaggi, con elevata naturalezza, descrivono la quotidianità e gli aspetti più comuni della vita del poeta.
“A piccoli passi” e “Acrostici e non” del 2016 sono due piccole raccolte frutto di due partecipazioni a concorsi letterari e rappresentano un po’ una svolta per Vitullo che utilizza una nuova forma poetica: l’acrostico, dove le prime lettere di ogni verso lette in verticale formano una frase.
A settembre 2016 ha ricevuto il Premio Histonium alla carriera per aver dato lustro in questi anni alla città di Pescara ed alla regione Abruzzo. Dal 2015 si è avvicinato alla pittura e nel novembre del 2015 ha partecipato alla mostra “Anima in cornice” al Museo Vittoria Colonna a Pescara dove ha interpretato un dipinto della pittrice napoletana Letizia Caiazzo.
Sulla tela dell’anima
Dipingo prati infiorati
Perché non resti nuda
Sotto le mie suole
La terra che ancora porta
L’orme tue impresse,
Nemmeno la pioggia
Le ha lavate via
Pioggia che ancora scende
Nonostante il sole
Splenda ormai in alto
Ma non abbastanza
Da coprire quelle nubi
Che circondano i miei occhi.
Sulla tela dell’anima adesso
Stendo i colori a caso
Non seguo una logica
Solo l’istinto
Che mi porta a tracciare
Ancora quei confini
Oltre i quali s’involava,
Per questo all’’improvviso
Disegno due ali
Spiegate contro il vento
Perché possa ritornare
Al nido che l’accolse
Su quel colle che osservo
Seduto, dalla riva del mare.
Sulla tela dell’anima
Per finire
Copio quel che sta scritto
Sulla tela del cuore
Poche parole, le stesse
Che un pomeriggio vennero
A portare tempesta,
Che non son riuscito a spiegare
Ma che ancora riecheggiano
Come tuoni, nella mia testa.
Recensione a cura di Elisabetta Mancinelli
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