PESCARA – Nella giornata di ieri il Prefetto Ferdani ha accolto presso il Palazzo del Governo il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Pescara, Col. Stefano Ranalletta, il Comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri, Ten. Col. Giuseppe Saitta, insieme al Comandante del Nucleo Investigativo, Cap. Giuseppe Sicuro, esprimendo il proprio apprezzamento per la delicata operazione condotta alle prime luci dell’alba del 12 giugno, nella quale è stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere a carico di dodici indagati, ritenuti tutti responsabili dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla produzione, al traffico ed alla detenzione di sostanze stupefacenti.
L’indagine, intrapresa nel gennaio 2024 sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di L’Aquila, è scaturita da quella denominata “Kirivò”, che per la prima volta in questa provincia ha visto contestata la figura di reato di associazione di stampo mafioso connessa ai reati di stupefacenti ed estorsione nei confronti di soggetti di etnia rom operanti nel quartiere Rancitelli e, segnatamente, nello stabile noto come “Ferro di cavallo”.
Nell’occasione, dunque, è stato individuato e smantellato un ingente canale di approvvigionamento di droghe, precipuamente del tipo di cocaina e marijuana, ma anche di eroina ed “amnesia”, gestito prevalentemente da una compagine criminale ramificata e gestita da esponenti della malavita albanese in stretto contatto con gruppi autoctoni dediti ad affari illeciti, avente sede principale e decisionale in Abruzzo, specialmente a Montesilvano e Città Sant’Angelo, e con propaggini operative e logistiche anche in provincia di Milano, Brescia, e Varese.
Dall’esito delle complesse indagini è derivato il sequestro di ben 421 kg di marijuana e di 2 kg di cocaina.