Chieti

Filandro Colacito grande giornalista e scrittore abruzzese

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Fu definito “la volpe dei cronisti parlamentari”. Era nato ad Orsogna, in provincia di Chieti, nel 1849. Il padre era nato a Caramanico Terme in provincia di Pescara

ORSOGNA (CH) – Filandro Domenicantonio Colacito nacque ad Orsogna, in provincia di Chieti, in “strada villa del romano”, il 15 gennaio del 1849, da Arduino (trentanovenne “proprietario” – nato a Caramanico Terme – figlio di Pietro “notaio” e Teresa De Ingeniis) e da Doralice Rosica (trentasettenne “gentildonna” – nata ad Orsogna – figlia di Vincenzo e Cecilia Evangelista). I suoi genitori si erano sposati ad Orsogna il 10 maggio del 1842. Oltre a Filandro Domenico, in casa Colacito, arrivarono: Maria Ernesta (26 novembre 1842); Maria Erminia (10 giugno 1844) e assai probabilmente un altro fratello. Filandro fu patriota, scrittore e giornalista.

Seguace di Giuseppe Garibaldi e di Francesco Crispi. Fu uno spavaldo e coraggioso cronista parlamentare (lo definirono, per la sua furbesca capacità di ottenere notizie, “la volpe dei cronisti parlamentari”. Curò anche la “cronaca nera”. Fu direttore del “Ciceruacchio Tribuno” e successivamente diresse lo storico quotidiano capitolino “La Capitale” (fu amico e prezioso collaboratore del fondatore Raffaele Sonzogno). Fondò anche il giornale “Il popolo abruzzese”. Autore dei romanzi “Deserti”, “Villa romana Profili”, “Dopo il fallo” e “I corsari della della breccia” uscito nel 1909 (trattò del famoso scandalo della Banca Romana e del primo ministro Giolitti).

Scrisse “L’Internazionale a Roma” e poi un importante “ Vita di Garibaldi” che ebbe uno straordinario successo editoriale. Il 3 giugno del 1871 sposò, a Firenze, la napoletana Adelgarda Caso (una delle figlie, Dora, fu funzionaria del Ministero delle poste e delle telecomunicazioni). Nel 1886 si candidò, senza fortuna, per la elezione a deputato nel collegio abruzzese (fu sostenuto dal teatino Luigi Zotti della Società Operaia).

Avversò fortemente, in Abruzzo, il potente onorevole Camillo Mezzanotte. Quando, il 6 febbraio del 1875, il suo “maestro” ed amico Raffaele Sonzogno fu assassinato, con tredici coltellate, Filandro Colacito fu un prezioso “testimone d’accusa” per risalire ad uno dei mandanti dell’omicidio ( Giuseppe Luciani che fuggì con la moglie di Sonzogno). Di carattere “fumantino” sfidò a duello un altro giornalista del tempo Ernesto Mezzabotta (l’incontro finì senza feriti). Filandro Colacito morì nel 1914.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

Filandro Colacito grande giornalista e scrittore abruzzese ultima modifica: 2020-09-10T12:01:30+00:00 da Redazione
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Tags: Orsogna

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