Dicembre, 2018

05dic18:0019:30Luigi Lo Cascio a Pescara con "Ogni ricordo un fiore"

luigi lo cascio 5 dicembre 2018

Quando

(Mercoledì) 18:00 - 19:30

Dove

Mediamuseum Pescara

Piazza Emilio Alessandrini, 4, 65127 Pescara PE

Informazioni sull'evento

Mercoledì 5 dicembre ore 18 presso il Mediamuseum di Pescara, Luigi Lo Cascio presenta il suo libro "Ogni ricordo un fiore" (edizioni Feltrinelli). Si tratta del suo lavoro che sarà presentato in anteprima per l'Abruzzo. Dalle 19:30 lo stesso Lo Cascio presenterà e parlerà del suo primo film da regista: "La Città ideale", inserito nella programmazione del Cineforum Lo Schermo che pensa: un cineforum etico, organizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati. Modera gli incontri Romina Remigio. Ingresso gratuito.

“È un viaggiare lento, quello dell'Intercity che da Palermo conduce a Roma, un viaggiare d'altri tempi, interrotto dalle frequenti fermate alle stazioni, dai passeggeri che salgono e scendono, chiacchierano e bisticciano, si addormentano o, nella traversata dello Stretto, lanciano gli oggetti vecchi in mare. È per questa lentezza che Paride Bruno ha scelto di tornare con il treno che prendeva vent'anni prima, da ragazzo, per godersi la vita che turbina intorno a quei viaggi lunghi - la coppia siciliana che litiga per le parole crociate, la ragazza spaventata e sola che cerca compagnia, il ragazzino dallo sguardo intelligente -, e soprattutto per prendersi il tempo di rileggere la pesante cartellina che porta con sé".

"Sono un tipico esempio di come agisca in maniera diffusa lo spirito incerto e schizoide dei tempi, per cui, mentre sto appena vivendo un'esperienza, mi sento accerchiato da tutte le cose che in quello stesso istante sto perdendo".

"Ma proprio questi tanti cominciamenti finiscono per disegnare con precisione la figura del protagonista: in ognuno degli incipit è contenuta una scheggia della sua vita, delle sue ossessioni, delle sue paure e dei suoi desideri. Ogni ricordo un fiore. Tappa dopo tappa, fra una chiacchierata e un sogno, incipit dopo incipit, Paride Bruno sembra riconciliarsi con la sua incompiutezza, con quello "svolazzo di pagine sparse" che è, in fondo, la vita stessa".