PESCARA – Ada Manes Foundation For Children Ets ha festeggiato i suoi 10 anni di attività e speranze donate ai bimbi meno fortunati con un concerto di beneficenza. Sabato 10 maggio al Cinema Teatro Massimo di Pescara il duo Monica Leone e Michele Campanella ha incantato i presenti eseguendo con il pianoforte a 4 mani alcuni i capolavori di Franz Schubert come documentato anche dalle foto realizzata da Roberto di Blasio.
Dottoressa Grazia Andriani, chirurgo pediatrico ha colto l’occasione per presentare prima del concerto la Fondazione, facendo una sintesi della sua attività, parlando anche dei progetti futuri.
“Siamo partiti sognando un mondo in cui ogni bambino potesse vivere l’infanzia come andrebbe vissuta, un mondo in cui l’accesso alle cure soprattutto quelle chirurgiche non sia un privilegio, ma un diritto per tutti i bambini. Un mondo in cui non sia il luogo in cui un bimbo nasce a decidere se potrà o meno essere curato. Una decade di impegno, solidarietà e azioni concrete che hanno portato la speranza nei luoghi più bisognosi”.
Avendo radici forti nella città di Pescara da cui prende vita, la Fondazione affianca l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale ma soprattutto crea la possibilità per i bambini nati in contesti meno fortunati, di avere all’occorrenza le giuste cure chirurgiche.
“Abbiamo finora realizzato 30 missioni nei Paesi a risorse limitate tra Haiti, Etiopia, Sudan, Tanzania ed in ultimo in Repubblica del Congo a Brazzaville dove stiamo realizzando un progetto voluto dal Ministro della Salute sotto l’egida dell’Ambasciata Italiana”. Finora più di 1250 bambini hanno ricevuto un intervento che ha migliorato la loro vita.
L’obiettivo principale della Fondazione Manes è la formazione in chirurgia pediatrica dei chirurghi degli ospedali dove si svolgono le missioni. Crediamo infatti che il vero cambiamento nasca dalla conoscenza e per questo formiamo i chirurghi generali nelle più aggiornate tecniche specialistiche necessarie per i bambini, valorizzando anche la formazione anestesiologica” – spiega la Dottoressa ripercorrendo alcune delle più grandi vittorie della sua attività con la Fondazione.
“Collaboriamo con le nuove giovani leve di chirurghi pediatri che nei paesi a risorse limitate sono rarissimi, nonostante gli individui sotto i quindici anni, siano in Africa la metà della popolazione. Ogni missione è stata possibile grazie al coraggio e alla dedizione di equipe mediche composte da almeno due chirurghi pediatri, due anestesisti pediatri e una o due infermiere, pronti allo scambio di esperienze, all’aggiornamento tecnico, alla collaborazione con i colleghi del posto. Lavoriamo perché la chirurgia pediatrica cresca come un fiore che va coltivato con passione, perché a tutti i bambini sia assicurata un’infanzia come dovrebbe essere, appunto” – conclude la Dottoressa.