Nell’incontro si é parlato anche del CAS, destinato alle famiglie sgomberate dai propri alloggi per motivi di sicurezza
CHIETI – Si è svolta, nel pomeriggio del 13 febbraio, nell’ufficio del sindaco, una riunione tra l’Amministrazione comunale rappresentata dallo stesso sindaco Diego Ferrara, dal dirigente dei Lavori pubblici Carlo Di Gregorio e l’assessore ai LL.PP. Stefano Rispoli, dai rappresentanti della facoltà di geologia dell’Università G. D’Annunzio nella persona dei professori Nicola Sciarra e Massimo Mangifesta, dalla Protezione Civile regionale, collegata da remoto e i rappresentanti dei condomini del rione Santa Maria, le cui abitazioni sono state interessate, con diverse gradualità di gravità, dal dissesto idrogeologico del quartiere. Una riunione per fare il punto sulle iniziative in corso e in itinere, al fine di continuare con la città il dialogo aperto su tale importante argomento.
“La lotta al dissesto idrogeologico è una nostra priorità, l’incontro nasce da una porta che abbiamo voluto sempre aperta su questo tema, a cui abbiamo dedicato progetti, tempo, importanti sinergie e la ricerca di risorse per intervenire che la città non aveva – riferiscono il sindaco Diego Ferrara e l’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Rispoli – . L’incontro nasce da questo e da una richiesta che ci è arrivata direttamente dal Comitato che abbiamo già più volte incontrato. Al primo punto della discussione c’era il contributo di autonoma sistemazione, acronimo CAS, destinato alle famiglie sgomberate dai propri alloggi con ordinanza sindacale, a causa di alterazioni strutturali certificate e tali da rendere pericoloso e improponibile il soggiorno. Gli importi, per ora modestissimi, assommano a 25.000 euro ma saranno implementati, a breve, con risorse accreditate ma non ancora erogate dalla Protezione Civile Nazionale pari, per il momento, a 1.500.000 euro circa, con i quali si porteranno a termine lavori, in fase di appalto, di mitigazione del dissesto. È stato affrontato anche il problema, introdotto dal professor Ettore D’Orazio, portavoce dei residenti, della delocalizzazione dei palazzi che non possono essere consolidati e che quindi, insistendo su un territorio rientrante nella “zona rossa” secondo il PAI, dovranno essere abbattuti. In considerazione della riclassificazione in zona rossa di numerosi stabili del quartiere, è stato chiesto al Comune, da parte del cittadino Fernando Ventresca, di intervenire sul Catasto per una rivisitazione delle categorie edilizie, tenuto conto del decremento del valore commerciale degli immobili interessati. Cosa che sicuramente faremo, oltre a ribadire l’opera di monitoraggio continuo del territorio e la completa vicinanza alla popolazione interessata dal fenomeno, tanto che abbiamo fatto richiesta alla Protezione Civile di un rinforzo della dotazione organica del comparto tecnico, proprio per gestire al meglio tutti i problemi derivanti dal dissesto idrogeologico e che ci riguardano come azione prioritaria a tutela della pubblica incolumità”.