“Noi crediamo fermamente nella certezza del diritto. Il diritto postula la presunzione di innocenza e dunque auguriamo a Luciano D’Alfonso una rapida risoluzione della vicenda di cui parlano le cronache odierne.
Lo stesso diritto prescrive però l’incompatibilità tra la carica di senatore e quella di presidente della Regione Abruzzo, pertanto gli rinnoviamo l’invito a porre fine a questa situazione di evidente illegalità sancita da molteplici fonti giuridiche a cominciare dallo stesso regolamento regionale. D’Alfonso ha chiesto 1.600 ore di lavoro, e cioè 100 giorni, prima di lasciare la Regione. Ne avrebbe avute a disposizione molte di più se non avesse preferito la grande fuga verso Roma. Ora che la scelta è compiuta, ne tragga le conseguenze”.
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