42° Flaiano Film Festival: la programmazione di venerdì 10 luglio

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‘Brazil’ di Terry Gilliam.  ‘The Gatekeepers. I guardiani di Israele’ di Dror Moreh.  ‘Ritorno al futuro’ e ‘Via col vento’ tra le altre proposte

 PESCARA – Oggi, venerdì 10 luglio ultimo giorno di programmazione del 42° Flaiano Film Festival al Multiplex Arca che si conclude dopo 15 intensi giorni di programmazione con proposte che hanno riguardato tutti i generi cinematografici o quasi e che hanno visto la partecipazione di un pubblico numeroso, attento e vario. Il programma di questa giornata si apre in Sala 5 alle ore 18,00 per la rassegna ragazzi con un cult degli anni ’80 “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis: Marty McFly ha diciassette anni, una ragazza di cui è innamorato e una famiglia non particolarmente vivace. Il padre, George, ha paura anche della propria ombra mentre la madre si lascia vivere, priva com’è di qualsiasi ambizione per sé e per i propri tre figli. Marty è amico di Doc, uno scienziato eccentrico che ritiene di aver inventato un’auto che è al contempo una macchina del tempo. Marty avrà modo di scoprire che lo è realmente finendo nella sua stessa città nel 1955. Lì conoscerà sua madre e suo padre che non sembrano proprio destinati a formare una coppia.

Si prosegue alle ore 20,30 con “L’altra Heimat. Cronaca di un sogno” di E. Reitz: Schabbach, Hunsrück, 1840, la famiglia Simon, come molte altre della Prussia rurale fatica a tirare avanti con la bottega da fabbro come unico sostentamento e due figli maschi sotto il tetto (l’unica femmina è stata cacciata per aver sposato un cattolico) di cui uno, Jakob, poco incline al lavoro e molto stimolato dallo studio. Nella mente di Jakob Simon c’è solo il Brasile, all’epoca meta di molti emigrati sfiancati dalla povertà che vivevano in patria, ne studia tutti gli idiomi e gli usi, sognando di partire anch’egli un giorno. A legarlo all’Hunsrück è però la passione per Henriette, giovane contadina, che ammira le sue inclinazioni fuori dal comune. Tuttavia la catena di eventi innescata da un fallito tentativo di ribellione alle angherie del barone che domina la regione, causeranno un improvviso e passionale incontro di Herriette con Gustav, fratello di Jakob, e la prigionia di quest’ultimo. Al suo ritorno Henriette si sarà dovuta sposare con Gustav suo malgrado.

In Sala 4 alle ore 18,00 in versione orginale sottotitolata “Water”: il film è stato premiato al Toronto International Film Festival nel 2005 e distribuito in Canada nel Novembre dello stesso anno, e in India nel 2007. Le tensioni e gli ostacoli ai finanziamenti che risultarono da anni di lotte costrinsero infine la regista a girare Water in Sri Lanka invece che in India. Finalmente la Mehta riuscì a fare il suo film, ma con un nuovo cast e con un falso titolo (River Moon) nel 2003. Le lotte per girare il film sono state raccontate dalla figlia di Mehta nel libro Shooting Water: A Mother-Daughter Journey and the Making of the Film. La scrittrice Bapsi Sidhwa scrisse un romanzo basato sul film nel 2006, Water: A Novel. Sul precedente romanzo di Sidhwa, Cracking India, era stato basato Earth, il secondo film della trilogia.

Alle ore 20,30 “The Gatekeepers. I guardiani di Israele” di Dror Moreh: Dror Moreh intervista sei ex-capi dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano preposto alla prevenzione di atti di terrorismo e protagonista della strategia di assassinio mirato dei principali sospettati.

Alle ore 22,45 “Live itself” di Steve James: gli ultimi mesi di malattia e, a ritroso, vita e carriera di Roger Ebert (1942-2013), il giornalista e critico cinematografico più popolare e mediaticamente attivo degli Stati Uniti. A causa di un tumore, già dal 2006 era stato costretto a interventi a seguito dei quali aveva perso prima la voce (ricreata attraverso un software che rielaborava quella originale dalle registrazioni in video), poi la capacità di mangiare e bere, fino all’asportazione della mandibola. Tutto ciò senza che gli venissero precluse l’attività critica e la capacità di esprimersi, dal 2008, attraverso il suo blog, anzi, con l’effetto di una scrittura sempre più precisa.

In Sala 3 alle ore 16,00 sarà proiettato “Brazil” di Terry Gilliam: ispirato a 1984 di George Orwell e diretto da un membro dei Monty Python, Brazil (che è il titolo della famosa canzone degli anni Quaranta simbolo di evasione) è una bizzarra e straripante metafora contro le dittature in nome della libertà. Il “portavoce” è Sam Lowry, addetto agli archivi del Dipartimento informazioni in un paese del futuro dominato dal potere e dalla burocrazia dove gruppi di terroristi seminano distruzione per reagire all’oppressione. In seguito ad imprevisti e a strani incontri (un idraulico che si oppone al sistema riparando abusivamente nelle case, interpretato da De Niro), Sam si scopre vocazioni di oppositore e di terrorista, ma verrà reso innocuo.

Alle ore 18,30 “Via col vento” di Victor Fleming.

Alle ore 22,45 infine “Melbourne” di Nima Javidi: Amir e Sara sono una giovane coppia in procinto di lasciare l’Iran per la lontana Australia, per ragioni di studio. Il film entra in casa loro mentre inscatolano le ultime cose e si danno appuntamento con i parenti più stretti per i saluti all’aeroporto. È tutto pronto, il futuro è alle porte. Occorre solo che un vicino di casa passi a riprendere la sua bambina di pochi mesi, che la babysitter ha lasciato in custodia a Sara. Ma qualcosa non va: la bambina, che credevano addormentata, non dà segni di vita. C’è la forza violenta dell’imprevedibilità alla base di questo racconto, piccolo nei mezzi, ma non nelle ambizioni. Quella forza che viene a smantellare i piani degli esseri umani, a metterli alla prova per riscrivere loro la strada o per testare i limiti di quella stessa umanità.

Dopo le proiezioni di Monty Python e Brazil all’Arca il Flaiano Film Festival proseguirà l’omaggio a Terry Gilliam sabato 11 luglio 2015, alle ore 18.00, al Mediamuseum, ripercorrendo la filmografia del grande regista attraverso l’analisi dei suoi maggiori successi. Domenica pomeriggio, inoltre, alle ore 17.30 Terry Gilliam incontrerà, sempre al Mediamuseum, la stampa e il pubblico prima di ricevere in serata al Teatro d’Annunzio il Pegaso d’oro per la carriera.

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