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Univaq, gioielli personalizzati con stampa 3D dai vecchi cellulari

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Un esempio di economia circolare dal progetto H2020 di cui è partner l’Università e soggetto promotore insieme all’Università di Milano

L’AQUILA – Come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri, i rifiuti elettronici trovano nuova vita con il progetto FENIX, diventando materia prima per prodotti eco-compatibili come nuovi filamenti metallici per la stampa 3D, polveri metalliche green per la manifattura additiva e gioielli sostenibili stampati in 3D.

Un progetto europeo Horizon 2020, di cui UNIVAQ è partner (Responsabile Scientifico: Prof. Francesco Vegliò del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Economia – Corso di Laurea in Ingegneria Chimica), che si è concluso dopo più di tre anni di lavoro, e che ha raggiunto l’obiettivo di sviluppare nuovi modelli di business e strategie industriali in un’ottica di economia circolare.

In particolare, il materiale disassemblato con un sistema robotizzato nel Laboratorio Industry 4.0 del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, è stato trattato per via idrometallurgica nell’Impianto Pilota realizzato da UNIVAQ, e collocato presso la Lorusso Estrazione S.r.l. (Avezzano), utilizzando un processo chimico innovativo che è stato brevettato (nome commerciale Gold-REC 2) anche con estensione a livello EU.

Grazie alla filiera circolare istituita dal consorzio (paesi partecipanti Italia, Austria, Romania, Germania, Grecia, Spagna) che aderisce al progetto, le schede elettroniche disassemblate dal Politecnico di Milano sono state trattate dall’Università dell’Aquila, che recupera dalle schede e dalle componenti elettroniche alcuni materiali puri quali rame, stagno, oro, argento e platino con il proprio Impianto Pilota. Rame e stagno vengono successivamente trasformati sia in polveri metalliche (dall’azienda MBN Nanomateralia Spa di Treviso) che in filamenti adatti alla stampa 3D (congiuntamente dalle aziende MBN Nanomateralia Spa, e dalle aziende I3DU e 3DHUB di Atene), ed entrambi testati dal centro di ricerca Fundaciò CIM di Barcellona.

I metalli preziosi vengono invece utilizzati dalle aziende I3DU e 3DHUB di Atene per la creazione di gioielli ecosostenibili. Questi gioielli realizzati e messi in vendita on-line attraverso il consorzio, possono anche essere personalizzati attraverso un servizio di scansione 3D ed assumere le forme di oggetti o visi di persone in base allarichiesta del cliente (gioielli personalizzati).

L’auspicio è che al termine del progetto i modelli di business pensati e testati da FENIX siano replicabili da parte di altri soggetti esterni, al fine di promuovere la creazione di nuove filiere in uno scenario di Economia Circolare.

I riconoscimenti stanno arrivando anche a livello internazionale: due dei risultati sviluppati dal team del progetto FENIX sono stati infatti citati dall ‘EU Innovation radar dove UNIVAQ è stata citata come key-innovator (https://www.innoradar.eu/innovator/999859511)

Siti per approfondimenti:
– FENIX http://www.fenix-project.eu/
– Canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCEg3DZSWyo62lSaMg7xxZrg

Univaq, gioielli personalizzati con stampa 3D dai vecchi cellulari ultima modifica: 2021-05-08T23:54:01+00:00 da Marina Denegri
Pubblicato da
Marina Denegri
Tags: Univaq

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