TORREVECCHIA TEATINA (CH) – E’ stato inaugurato sabato 25 luglio alle ore 19 presso il Palazzo Ducale di Torrevecchia Teatina il Simposio di scultura dal titolo “Il silenzio della materia”. Questa mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative di “Arte a Palazzo”, giunta alla seconda edizione, ideata e curata dal noto critico d’arte e letterario prof. Massimo Pasqualone in simbiosi con il sindaco di Torrevecchia avv. Katja Baboro. Grazie a questo progetto più di quattrocento artisti esporranno le loro opere in questa splendida location, qual è il Palazzo dei Valignani, attirando un pubblico numeroso anche da fuori regione.
Per l’occasione il critico d’arte An
Contemporaneamente si è inaugurata la mostra personale di pittura di Cristina Serratì, giovane artista leccese di ventitre anni, al suo esordio nel mondo dell’arte, invitata dal prof. Massimo Pasqualone.
La mostra degli scultori, che doveva terminare il 30 luglio, si protrarrà invece fino al 30 settembre, con la chiusura della seconda edizione di Arte a Palazzo, cosicché un numero maggiore di visitatori potrà apprezzare queste opere d’arte di ottimo livello qualitativo.
Nel suo saluto istituzionale, di fronte ad un pubblico numeroso, il sindaco di Torrevecchia, avv. Katja Baboro, ha messo in evidenza quello che si sta riuscendo a fare: valorizzare il Palazzo Ducale con eventi d’arte, di musica, di pittura e in questo momento con la scultura, grazie a questo simposio che fa incontrare decine di scultori, anche di fuori regione, che riescono ad emozionare attraverso la materia, abilmente lavorata, che non è silente anzi “grida”, interroga la voce della coscienza. E così il sindaco ha proposto di realizzare in futuro addirittura una estemporanea di scultura, per vedere operare dal vero gli sc
Pasqualone ha poi presentato al pubblico la giovane artista leccese, Cristina Serratì, alla sua prima mostra, individuando nella sua poetica un’attenzione particolare alla femminilità, che si basa su una filosofia degli occhi e una poetica dei volti. Quella indagata – dice Pasqualone – è una bellezza di tipo sociologico. Quel che si nota è che alcune di queste donne rappresentate appaiono incarcerate, incatenate, intrappolate, segno di un desiderio di libertà della pittrice, un’attenzione verso l’infinito. Ma di una libertà di fatto “utopistica” per lecostrizioni sociali e istituzionali in cui viviamo. Per dirla con Ficthe: “ess
Insomma, Pasqualone nel presentare Cristina Serratì al pubblico ha voluto incoraggiare questa giovane ragazza agli esordi nell’arte a credere nelle sue qualità e potenzialità, a osare sempre più e far conoscere le sue opere agli altri, per non cadere nel rischio dell’autoreferenzialità.
Ha tirato le conclusioni il critico d’arte Annarita Melaragna, che ha curato il simposio, precisando nel suo discorso che “la materia per lo scultore di per sé non è silente, anzi “grida” verso l’artista un messaggio che egli raccoglie, fa suo e lo trasforma
(A cura di Leonardo Paglialonga)
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