Per questo i carabinieri vogliono accertare i reali motivi del loro arrivo in Italia. I rifugiati hanno dichiarato di essere pachistani e afgani. Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati cellulari, documenti e fogli scritti in arabo. A coordinare l’operazione denominata “Screenshot” sono stati il procuratore della Dda aquilana Fausto Cardella e il pm Antonietta Picardi.
Gli accertamenti sono tesi a capire se il gruppo volesse costituire una cellula terroristica. La vera identita’ dei rifugiati e’ “scritta” nelle impronte digitali e non nei documenti di identita’ e passaporto falsi (per cui i 19 sono stati denunciati per falsita’ materiale commessa da privato). Le impronte hanno consentito di capire che i richiedenti asilo, tutti di eta’ compresa fra i 20 e i 30 anni, ad agosto erano stati censiti a Gorizia e mai da allora, prima di oggi, erano stati controllati.
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