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“Il sisma 2016 del Centro Italia, cinque anni dopo”: l’intervento di D’Alberto

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Il sindaco di Teramo ha partecipato oggi a Camerino all’incontro focalizzato sulle esperienze dei sindaci, sull’impegno delle comunità locali e delle aziende per la ricostruzione e sulle prospettive future

TERAMO – Oggi,26 ottobre 2021, a Camerino ,presso l’Aula Magna dell’Università si è tenuto il simposio dal titolo “Il sisma 2016 del Centro Italia, cinque anni dopo” ,organizzato dal coordinamento delle quattro ANCI regionali del cratere, con il sostegno dell’ANCI nazionale, alla presenza del commissario Legnini e del capodipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Presenti 130 sindaci del cratere. All’evento finalizzato a fare il punto a 5 anni dall’evento e a delineare le prospettive future per la ripresa, ha partecipato il sindaco di Teramo D’Alberto, nonché Presidente di Anci Abruzzo, di cui riportiamo di seguito l’intervento:

Ho così fatto una rapida ricostruzione di tutto quello che è successo, con le gestioni da dimenticare a causa delle quali i nostri territori hanno subìto una sottovalutazione per la quale ancora oggi stiamo pagando le conseguenze. Siamo ora, per fortuna, in un presente decisamente positivo in cui sono stati messi in moto tutta una serie di strumenti per la ricostruzione privata e pubblica, con una semplificazione finalmente realizzata e una accelerazione che ci ha fatto mettere in cammino; guardiamo ad un futuro che deve essere roseo e nel quale dobbiamo raccogliere i frutti del lavoro svolto, delle criticità superate.
Il tema del quale mi sono occupato durante la sessione disciplinare, era relativo alla filiera istituzionale, al rapporto tra livelli istituzionali, e ho avuto l’occasione di dire come nei primi anni non ci sia stata di fatto una filiera istituzionale, con noi costretti a lavorare con norme ordinarie; in questo quadro, l’interlocuzione avuta con i parlamentari, è stata decisamente negativa, perché abbiamo trovato incapacità di ascolto in larghissima parte di loro, che non si sono resi conto della situazione dei territori. Non c’era una vera e propria filiera istituzionale ma una situazione di deresponsabilizzazione, basta pensare al rapporto tra sottosegretario alla ricostruzione e commissari straordinari succeduti l’uno all’altro, una situazione di destrutturazione istituzionale che abbiamo pagato. L’unico livello istituzionale che ha tenuto in piedi il tessuto istituzionale e delle comunità socio-economiche e che ha tenuto alta la voce delle comunità e dei territori, è stato quello dei sindaci, che sin dall’inizio sono rimasti insieme per tramite delle ANCI regionali; sindaci che, appartenenti a diverse comunità, realtà, regioni, sono sempre stati insieme e hanno sempre rappresentato con forza la voce dei territori, cercando di coprire il vuoto in cui ci si trovava.
Se poi la situazione è cambiata, con l’avvento di Legnini, è stato possibile anche grazie all’azione forte dei Primi Cittadini, in particolare attraverso tre momenti. Il primo a Roma, nel gennaio 2020, con 120 sindaci pronti alla restituzione della fascia di fronte di un Governo che non nominava un nuovo commissario e non raccoglieva le istanze dei Comuni, protesta appoggiata dall’ANCI nazionale che di fatto ha sbloccato la situazione con la nomina di Legnini, che ha cambiato il passo e il volto del percorso di ricostruzione, in virtù della sua capacità di ascoltare i sindaci e tradurre le loro richieste.
Secondo momento, nel Luglio 2020 quando protestammo di fronte ad un Governo che aveva accantonato gli emendamenti del ‘pacchetto sisma’, vitali per il nostro territorio, in termini di risorse umane, finanziarie; anche quell’azione destabilizzò il Governo che fu costretto a tornare indietro ed approvare le norme richieste.
Terzo passaggio, quando a palazzo Chigi, nell’ottobre 2020, pretendemmo da parte del Governo Conte, di inserire e mantenere la ricostruzione come tema prioritario nell’agenda e l’inserimento di norme e misure straordinarie, tra le quali anche il CIS che io ho chiesto, con Legnini, direttamente al Premier quando venne a Teramo.
Quindi l’ANCI, i sindaci, sono stati fondamentali per sbloccare la ricostruzione; e la filiera prima inesistente si è costruita, strutturata, con Legnini che è stato una cerniera tra i vari livelli istituzionali. Così, il cantiere normativo è stato strutturato; oggi la ricostruzione privata è partita con l’Ordinanza 100 che ha chiamato a responsabilità tutti gli attori e tutta la comunità e la pubblica con le ordinanze speciali; e il cratere del Centro-Italia che può essere visto come un laboratorio di semplificazione, esempio per tutto il Paese.
Ora, però, questo assetto istituzionale, visto che funziona, deve essere stabilizzato; abbiamo bisogno di una struttura commissariale di almeno tre anni – cioè l’arco temporale di bilancio e programmazione dei Comuni – se vogliamo davvero fare una programmazione di sviluppo dei territori credibile e effettivamente stabile anche nei confronti delle imprese e di tutti gli attori della ricostruzione; è necessario un rapporto tra ricostruzione e struttura di Protezione Civile, su temi di estrema concretezza, come ad esempio il contributo di autonoma sistemazione, vissuto da tanti Comuni come seria problematica. Credo poi sia importante che l’area del cratere possa essere riconosciuta come macroregione che disegna un territorio da considerare come entità unitaria; una macroregione definita purtroppo dagli eventi sismici ma che deve essere interessato da progetti comuni, per i prossimi 5 anni; la chiave è questa: il rilancio deve essere condiviso con progetti comuni, su un patrimonio comune da valorizzare per concepire un territorio legato, anche per quanto riguarda il PNRR, dove i sindaci devono avere un ruolo centrale.
Pensiamo allo sviluppo, alla ricostruzione economica, sociale e culturale, accanto a quella fisica, manteniamo alta l’attenzione, con la ricostruzione che deve essere ancora la priorità a livello nazionale, altrimenti i sindaci torneranno a minacciare la riconsegna delle fasce.
Abbiamo la possibilità, ora, di ridare fiducia alle istituzioni, centrando sui sindaci l’azione di rinascita. Non perdiamo una occasione che potrebbe essere l’ultima.

“Il sisma 2016 del Centro Italia, cinque anni dopo”: l’intervento di D’Alberto ultima modifica: 2021-10-26T19:37:14+00:00 da Donatella Di Biase
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Donatella Di Biase

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