Se c’è un Abruzzo della tradizione, ma non solo, è quello di Luca Di Fabio, che indaga, trasforma attraverso l’immagine ripresa, la realtà di una regione complessa, ricca di contraddizioni, che non ha ancora abbandonato del tutto l’anima “pastorale”, ma ne trattiene ancora lo spirito, non fidandosi del tutto del “nuovo”, dell’ancora incerto!
“Porto la Terra d’Abruzzi” è il titolo della mostra, che esplicita senza ipocrisie, la scelta di Luca, che non intende nascondere il legame profondo che lo lega al Vate, al D’Annunzio del Libro segreto, alla più abruzzese delle opere dannunziane.
Curata da Gianni Iovacchini, fotografo e docente Fiaf, ha avuto il patrocinio del Parco Nazionale della Majella, tra i recenti geoparchi mondiali riconosciuti dall’Unesco.
Oltre trenta immagini della nostra regione, dei paesaggi, delle tradizioni popolari e religiose, delle trasformazioni che le nostre città hanno subito, protagoniste di uno sviluppo spesso disordinato, ma che portano ancora le tracce, i segni dei versi dannunziani.
Il portamento elegante della donna con la conca sul capo, gli occhi intensi del lupo, Pescara e la sua marina, il suono degli ultimi zampognari, una chiesa tratturale, le mani e lo zafferano, il cane pastore e il suo gregge, ma anche i bianchi e neri dei suonatori di campane del proprio paese, San Valentino in Abruzzo Citeriore, delle serpi di San Domenico a Cocullo, della chiesa di San Rocco a Scanno, sono racconti per immagini, attimi intensi di luce, che lasciano il segno, colgono l’attesa di chi visita la mostra, restituendo il sapore di un Abruzzo carico di emozioni, ancora vivo, nonostante tutto, negli scorci descritti e amati da D’Annunzio.
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