Pescara

Pescara, torna in Commissione Vigilanza la vicenda delle case di via Lago di Borgiano

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Lo rende noto Foschi dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ -, sottolineando che nella seduta di domani si potranno visionare  le schede  stilate dalla Protezione Civile regionale per attestare l’inagibilità di tali case in seguito a evento sismico

PESCARA – “Approderanno domani, venerdì 15 settembre, alle 12 in punto, in Commissione Vigilanza e Garanzia, presieduta da Carlo Masci, le schede AEDES stilate dalla Protezione Civile regionale per attestare l’inagibilità delle case di via Lago di Borgiano in seguito al terremoto.

Finalmente, dopo due mesi di attesa, avremo modo di leggere quale correlazione sia stata fatta dai tecnici della Regione che hanno permesso al Comune di Pescara di accedere al fondo straordinario dell’autonoma sistemazione per le 83 famiglie sgomberate, smentendo, però, la relazione tecnica della Labortec secondo cui le case di via Lago di Borgiano sono inagibili e a rischio crollo, ma non per il terremoto, bensì per l’utilizzo di cemento impoverito e per la scarsa armatura dei ferri già nella fase della costruzione delle tre palazzine.

Una differenza sostanziale di vedute che si gioca sulla pelle dei cittadini e che andrà ad aggiungersi al faldone già pronto con cui chiediamo alla Procura della Repubblica di fare luce sulla vicenda”.

Lo ha detto Armando Foschi, componente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ che ha chiesto alla Commissione di riunirsi di nuovo sulla vicenda.

“Sono trascorsi oltre due mesi dallo sgombero di 83 famiglie da tre palazzi dell’Ater in via Lago di Borgiano in quanto dichiarati a rischio collasso, e ancora ci sono troppi lati oscuri nella vicenda – ha sottolineato Foschi -. Lo scorso luglio, durante una prima riunione della Commissione, il Direttore dell’Ater Pina Di Tella ha ricordato che il ‘calvario’ è iniziato quando i residenti dei tre edifici Ater hanno segnalato di sentire scricchiolii provenire dalle mura delle proprie case.

L’Ater, che è la proprietaria delle case, ha allora incaricato la Labortec di effettuare controlli approfonditi su 16 stabili presi a campione e, mentre non sono stati riscontrati problemi in via Aldo Moro, è scoppiato il bubbone di via Lago di Borgiano, con 84 alloggi divenuti inagibili e da sgomberare con effetto immediato perché a imminente rischio crollo. In quella sede l’Ater ha annunciato l’apertura di un contenzioso proprio con il Comune che ha annunciato l’addebito delle spese sostenute all’Ater.

L’Ater ha ufficializzato che impugnerà le ordinanze prodotte sino a oggi perché, a suo giudizio, le spese dell’emergenza non sono a carico dell’Ater che, nel caso, dovrebbe chiudere i propri uffici per fallimento non disponendo di quelle somme. Quindi sarà un giudice a dover stabilire chi deve pagare le somme già anticipate, circa 200mila euro, che il Comune non si vedrà dunque restituire a breve.

Ma c’è di peggio:

all’architetto Angelini della Labortec abbiamo chiesto di chiarire la contraddizione tra la propria perizia e le dichiarazioni della Protezione civile regionale circa le cause che hanno determinato l’inagibilità dei 3 palazzi. In sostanza nella perizia la causa è attribuita all’uso del cemento impoverito nella costruzione dei fabbricati nel 1974; la Protezione civile ha attribuito la causa al terremoto consentendo di fatto al Comune di accedere alle agevolazioni e ai fondi dei CAS, ossia del Centro per l’Autonoma Sistemazione, per le quali ci sono famiglie che percepiranno anche 1.200-1.300 euro al mese.

Ebbene, interpellato nel merito, l’architetto Angelini ha detto che durante la perizia strutturale è emerso senza alcun dubbio che ‘i tre palazzi erano inagibili dalla nascita, i tecnici hanno riscontrato una carenza complessiva di armatura sin dalla sua costruzione, gli edifici possono collassare per i soli carichi statici, dunque non servono le scosse di terremoto e non è stato il terremoto a causare l’inagibilità e l’inabitabilità dei tre palazzi’, in pratica siamo di fronte a una situazione del tutto simile a quella del palazzo privato di via D’Annunzio, i cui proprietari, infatti, non si sono potuti avvalere dei fondi del CAS.

Parole chiare e non interpretabili quelle dell’architetto Angelini, parole che hanno letteralmente lasciato la Commissione senza fiato:

ci siamo infatti chiesti perché la Protezione civile regionale abbia tirato fuori dal cilindro il pretesto del terremoto, e come può giustificare l’accesso e l’utilizzo dei fondi per l’autonoma sistemazione da parte del Comune che non è supportato da alcun pezzo di carta.

In seguito a quella riunione – ha ancora ricordato Foschi – abbiamo chiesto di poter vedere le schede tecniche redatte dalla Protezione civile regionale che, smentendo la Labortec, avrebbe ricondotto la responsabilità delle inagibilità al terremoto: vogliamo conoscere il nome dei tecnici che fisicamente hanno effettuato i successivi sopralluoghi per conto della Protezione civile regionale e hanno firmato le singole controperizie, vogliamo leggere quali mezzi sono stati utilizzati per le controperizie, dunque carotaggi, esame delle fessurazioni, e monitoraggi, e, infine, vogliamo leggere il contenuto delle schede redatte nelle quali si è certificato che è stato il terremoto a danneggiare gli stabili consentendo al Comune di Pescara di accedere al fondo statale straordinario per l’autonoma sistemazione.

Quelle schede andranno a ricomporre il complesso puzzle di un esposto che comunque la nostra Associazione porterà in Procura, perché è chiaro che l’intera vicenda di via Lago di Borgiano non possa risolversi con una semplice pacca sulla spalla”.

Pescara, torna in Commissione Vigilanza la vicenda delle case di via Lago di Borgiano ultima modifica: 2017-09-14T17:24:43+00:00 da Redazione
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