Pescara non dimentica … inaugurata la lapide di Colle Orlando

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Inaugurazione della lapide di Colle Orlando voluta dai residenti e familiari dei tre uomini trucidati dalle truppe delle SS

PESCARA – Tragica pagina della storia pescarese è stato definito dal sindaco Luigi Albore Mascia ieri mattina l’ eccidio di Colle Orlando, a Pescara,che ricorda  il barbaro assassinio di tre uomini, tre civili, strappati alle proprie famiglie dalle truppe delle SS e trucidati.

Ieri nel luogo della loro morte l’amministrazione comunale ha voluto porre una lapide a perenne memoria di quel sacrificio di quegli uomini,quale monito per le future generazioni, tra l’altro una cerimonia ancor più significativa perché cade a pochi giorni dall’assassinio di quattro giovani alpini, morti per l’esplosione del mezzo blindato su cui viaggiavano in Afghanistan dove i nostri ragazzi sono impegnati in missione di pace.

Coincidenza sottolineata dal primo cittadino alla presenza del presidente del Consiglio comunale Licio Di Biase e del consigliere Vincenzo D’Incecco mentre hanno scoperto la lapide posta su di un altarino con la Madonna realizzato dai residenti. Presenti all’evento anche l’assessore Marcello Antonelli, il consigliere comunale Armando Foschi, Don Max parroco di Fontanelle, i figli e i nipoti dei tre civili uccisi il 13 ottobre 1941, tra cui il giovane Marco Di Giacomo, nipote di una delle vittime dell’eccidio e promotore dell’iniziativa e tanti residenti.
Ieri si è commemorati una tragedia avvenuta 67 anni fa: in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 il territorio di Fontanelle, come tutto il resto d’Italia, venne occupato dalle truppe tedesche che inizialmente giunte il 9 settembre, istituirono il quartier generale, il comando  nel Palazzo dei baroni Sanità di Toppi, adiacente la chiesa parrocchiale di San Pietro Martire.

Nei giorni seguenti venne emesso un bando in cui si ordinava alla popolazione civile la consegna di ogni arma da fuoco; il 13 ottobre le truppe tedesche effettuarono perquisizioni in alcune case del quartiere, abitato in quel momento anche da molti sfollati provenienti dalle zone bombardate di Pescara, come il centro cittadino o la zona della stazione ferroviaria.

Nel corso delle perquisizioni vennero individuate alcune armi definite da fuoco i cui possessori furono prelevati; in realtà si trattava di armi da caccia, in un caso neanche funzionante, ma tre uomini vennero comunque strappati ai loro cari. Si trattava di Carlo Alberto Di Berardino, appena 40 anni, ragioniere presso le officine ‘Camplone’, sfollato e padre di due figli; Marco Di Giacomo, 51 anni, contadino originario di Fontanelle con  8 figli; Giuseppe Mancini, 50 anni, operaio sfollato con 3 figli. All’oscuro delle loro famiglie, bloccate sotto la minaccia delle armi, i tre uomini vennero portati nei terreni circostanti, sul  Colle Orlando precisamente dove  barbaramente uccisi e  costretti a scavare le fosse prima di essere trucidati.

Un episodio drammatico, purtroppo non isolato durante la guerra, come durante ogni guerra quando si perdono anche i valori basilari del vivere umano e civile.

Lo abbiamo visto appena qualche giorno fa, quando quattro nostri giovani alpini sono morti, uccisi in Afghanistan dallo scoppio di un ordigno che ha fatto saltare in aria il mezzo blindato su cui viaggiavano, quattro giovani che pure, come i loro commilitoni, erano in missione di pace in un paese in guerra.

ha ricordato il sindaco:

Vogliamo dunque ricordare quei tre civili pescaresi uccisi, vogliamo commemorare il loro sacrificio e mantenere viva la memoria di quegli uomini, di quei capifamiglia che hanno lasciato mogli e figli. Una storia, che tra l’altro abbiamo riscoperto grazie al consigliere Vincenzo D’Incecco.E abbiamo scelto di commemorare la tragica ricorrenza ponendo una lapide esattamente dove vennero trucidati Di Berardino, Di Giacomo e Mancini, un simbolo di tutti i civili caduti sotto la follia della guerra.

Dopo la deposizione di una corona d’alloro da parte delle figlie di Di Giacomo e dopo la preghiera di Don Max, lo stesso parroco ha testimoniato con il ricordo:

dell’incursione nella notte del Natale del ’43 delle SS nella chiesa di Fontanelle, truppe a caccia degli uomini del quartiere per portarli a scavare trincee. Quegli uomini, che la notte erano in chiesa, sentendo arrivare i soldati erano scappati dagli uffici parrocchiali e le SS non trovandoli, picchiarono il parroco Don Giovanni. Oggi con la lapide abbiamo ristabilito la verità e dato la giusta memoria a tre civili uccisi ingiustamente.

Delicato ma toccante il racconto della  nipote di Giuseppe Mancini:

Mio nonno  era riuscito a sfuggire alle SS, ma tornò indietro per salvare la famiglia e per sotterrare la sua fisarmonica, temendo che sarebbe stata presa dai tedeschi. Quel giorno gli trovarono il fucile da caccia perché, essendo il giorno del matrimonio della figlia, era andato in campagna a cercare cardellini per il pranzo nuziale.

Una manifestazione dunque, necessaria per non dimenticare!

Pescara non dimentica … inaugurata la lapide di Colle Orlando ultima modifica: 2010-10-14T01:18:06+00:00 da Annarita Ferri
Pubblicato da
Annarita Ferri

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