Pescara, la Polizia smantella racket della prostituzione

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La banda criminale romena aveva monopolizzato la zona sud della città. Ragazze costrette anche all’ aborto. 11 gli arresti

PESCARA – Dall’alba di oggi, 9 febbraio 2015, nell’ambito di un’operazione che ha visto l’impiego di 50 agenti delle Questure di Pescara e Chieti e di numerose pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara si stanno eseguendo dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere, una detenzione domiciliare e due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini, che sono durate più di un anno e si sono basate su numerose intercettazioni e servizi di controllo e pedinamento, hanno portato a smantellare un  racket della prostituzione. L’operazione è condotta dalla Squadra Mobile di Pescara, coordinata dal vice Questore Pierfrancesco Muriana, con il supporto della Squadra Mobile di Chieti, sotto la direzione del Pm della Procura della Repubblica Giampiero Di Florio. Le 13 misure cautelari sono state emesse dal Gip del Tribunale di Pescara Nicola Colantonio. La banda criminale romena, come riferisce la polizia, aveva monopolizzato la zona sud di Pescara, praticando una gestione ‘imprenditoriale’ della prostituzione. Le ragazze sfruttate erano assoggettate al punto tale da accettare, in almeno due casi, di sottoporsi all’aborto clandestino, e di impegnarsi in turni di lavoro massacranti per guadagnare più soldi possibile. Gli ingenti profitti permettevano ai loro aguzzini di condurre una vita agiata e di effettuare ingenti rimesse di denaro in Romania. L’organizzazione piramidale della banda, per consolidare questo legame di asservimento psichico e fisico, comprendeva al livello più basso anche le figure delle così dette ‘caporali’, ovvero delle prostitute particolarmente fidate che avevano il compito di controllare le altre donne, e anche di istruire le nuove leve arruolate dai capi.

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