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Pescara: fuori la verità

da Davide Luciani

Qual’è la vera squadra, quella spumeggiante vista per 50 minuti contro l’Albinoleffe e per 25 minuti contro il Sassulo o quella spaurita e scialba dei restanti minuti delle due gare? Contro il Cittadella si attendono risposte

PESCARA – Il Pescara continua a balbettare. La partita con il Sassuolo ha messo in evidenza due aspetti, il primo noto, il secondo meno, e per questo più preoccupante. Partiamo da quest’ ultimo allora: contro il Sassuolo il Pescara ha dimostrato che, quando mancano uomini importanti (come Insigne) sono dolori, perchè in panchina non ci sono uomini all’altezza. La prestazione di Giacomelli è stata a dir poco imbarazzante e lo stesso Soddimo, entrato a gara in corso, non ha lasciato traccia. Se ci si aggiunge la figuraccia di Maniero (chi si è accorto che è entrato?) si può dire che il Pescara non ha ricambi all’altezza, specie a centrocampo e in attacco.

In realtà le brutte partite delle cosiddette riserve vanno spiegate anche con la cattiva gestione che Zeman ha della rosa. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: il boemo ha sbagliato ad affidarsi ai soliti 15 giocatori (gli undici che si considerano titolari, più Bocchetti, Togni Balzano e Brosco) escludendo in pratica calciatori come Nicco, Maniero, Soddimo e Giacomelli, ha tolto motivazioni a chi è stato poco utilizzato rendendolo “molle” nel momento in cui è stato chiamato in causa.

Non è un caso che dalla panchina, non ci sia mai un giocatore che lasci un segno. Contro il Sassuolo, se si eccettua la reazione veemente nei primi 25 minuti di gioco, la squadra è apparsa scarica. A salvarla, oltre al maldestro autogol di Masucci, è stato l’atteggiamento attendista degli emiliani, veramente incomprensibile, dato che erano in vantaggio e avevano di fronte la “banda del buco”.

B MEDIOCRE, MANCA IL TURN OVER – Questo è l’altro aspetto da analizzare (sarà il leit motiv della stagione, ma c’è chi non impara mai dai propri errori, o non crede di sbagliare mai). La mediocrità di questo campionato di serie B, il peggiore dall’era dei tre punti, e la pochezza tecnica della maggior parte delle squadre, è stata ben raffigurata da questa partita. Il gol beccato dopo pochi secondi dalla difesa biancazzurra, è stato da “Oggi le comiche”. Una squadra che punta a chiacchiere ad essere una protagonista del campionato non può beccare una rete che neanche i figli dei calciatori scesi in campo prenderebbero.

Come detto, poi, esclusi i primi 25 minuti, in cui gli abruzzesi meritavano il pareggio, la squadra di Zeman è parsa accontentarsi della SCONFITTA e, solo il clamoroso errore di Sansone (o la straordinaria parata da Anania, giocatore su cui ci stiamo ricredendo) non ha permesso al Sassuolo di esaudire i sogni pescaresi. La squadra era stanca? Ci sta, ma per prevenire la stanchezza c’è una cosa chiamata turn over. L’assenza di Insigne e Capuano hanno privato gli abruzzesi di due giocatori cardine? Certo, ma la serie B ha scelto di giocare quando la serie A riposa per le nazionali, per avere maggiore visibilità (e quindi maggiori introiti televisivi). Allora conviene mettersi daccordo: o ci si ferma e si beccano meno soldi, o si gioca e la si smette di frignare se un giocatore viene convocato.

Tra l’altro, Insigne ha mostrato anche in nazionale il suo valore: complimenti!

LA SFIDA CON I VENETI – Venendo alla partita con il Cittadella, i tifosi si mettano l’anima in pace: difficilmente si assisterà a un remake della gara con l’Albinoleffe. I toscani vantano due record: hanno l’allenatore con la più lunga militanza sulla panchina di una squadra di serie B (Foscarini è al settimo anno di fila con il club granata) e hanno l’incredibile capacità di tirar fuori, ogni anno, dal cilindro, l’attaccante rivelazione della B. Dopo i vari Meggiorini, Ardemagni e Piovaccari è ora il turno di Robert Maah. Francese di origini camerunensi, l’anno scorso Maah, con la maglia del Como, segnò 8 reti in 33 gare. Quest’anno, dopo un inizio difficile, è a quota 3 reti in 7 gare. Arrivato in Italia grazie al Bari, Maah è a un bivio: a 26 anni o esplode definitivamente o si rassegna a una carriera di basso proifilo.

Al suo fianco giostrerà un’ex promessa del calcio italiano: Samuel Di Carmine. Rispetto ai tempi in cui si allenava con Pazzini nella Fiorentina, ne è passata di acqua sotto i ponti. Ora, dopo esperienze sfortunate come quelle di Gallipoli e Frosinone, e avventure all’estero (Quenns Park Rangers) il giovane italiano ha dalla sua, una maggiore maturità e un allenatore eccezionale con i giovani. Giovane lo è ancora Bellazzini, il simbolo dei veneti, nonché l’unico rimasto del trio meraviglia composto nel 2009/2010 da lui, Pettinari e Meggiorini, che portò il Cittadella a giocarsi i playoff promozione. L’anno scorso è stato in ombra per gran parte della stagione, ma ora, pare aver ritrovato le motivazioni e la forma perdute

Il Pescara dovrà fare attenzione a questi tre, dunque, ma, nel complesso, dovrà guardarsi da una delle formazioni più organizzate della B. Se i biancazzurri giocheranno molli come contro il Sassuolo, sarà dura portare a casa il risultato. Oltre a Zanon, squalificato, Zeman dovrebbe lasciare a riposo anche Petterini, preferendogli Bocchetti. Potrebbe anche essere recuperato Romagnoli, che tornerebbe così al centro della difesa. Per il resto la squadra dovrebbe essere quella di Modena, dato che il boemo pare deciso a dare una prova d’appello a Giacomelli. L’ex calciatore del Foligno deve decidere cosa fare da grande: le doti tecniche ci sono. L’atteggiamento no. Lo stesso discorso vale per Soddimo.

Finora in casa il Pescara ha segnato 10 gol, beccandone 5. I tifosi si sono sempre divertiti all’Adriatico e vogliono continuare a farlo. Per questo, contro il Cittadella occorrerà tornare il Pescara schiacciassasi visto fino al 50′ di Pescara-Albinoleffe. Però questa volta la prestazione dovrà durare 90′.

Le grandi squadre non giocano solo un tempo. Capito, Zeman?

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