Pescara

Pescara, al via domani Scrittura e Immagine Film Festival

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Al  Mediamuseum apre  la 26esima edizione con Giovanni Spagnoletti e la proiezione di “Trainspotting” di Danny Boyle

PESCARA – Domani venerdi 25 novembre apertura del 26° Scrittura e Immagine Film Festival al Mediamuseum di Pescara.

Alle  ore 18.00 interverrà lo storico e critico cinematografico Giovanni Spagnoletti ,specializzato in cinema tedesco, italiano e anglosassone,  autore e/o curatore di più di settanta pubblicazioni in Italia, Germania e Francia.

Tra l’altro ha collaborato con numerose voci alla Enciclopedia del Cinema della Enciclopedia Treccani, alla Storia del cinema mondiale e al Dizionario dei registi del cinema mondiale (entrambi editi da Einaudi), e alla Storia del cinema italiano edita dal CSC di Roma).

Le Rassegne

Spagnoletti introdurrà ad una delle rassegne del festival dedicata al “Free Cinema” inglese: il Free cinema fu un movimento cinematografico inglese, culturale, sociale e politico degli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, di forte contestazione del cinema britannico dell’epoca, inserito nel più ampio contesto internazionale delle “nuove onde” cinematografiche emerse in molte cinematografie nazionali fra la fine degli anni cinquanta e gli anni sessanta.

Tra le altre rassegne “Orizzonti”, dedicato alle ultime uscite del panorama cinematografico internazionale e “Cortinconcorso”.

Infine, nell’ambito dell’ampia rassegna “Scrittura e Immagine” una sezione, in particolare, renderà omaggio ad alcuni premi Nobel come Bob Dylan (Io non sono qui) e Gabriel Garcia Marquez (Gabo).

Oltre all’incontro con Spagnoletti, saranno ospiti del festival anche lo scrittore, sceneggiatore e regista Ivan Cotroneo (lunedì 28 novembre) e Alberto Sironi (martedi 29 novembre), autore della serie televisiva, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri, “Il Commissario Montalbano”.

Le Proiezioni del 25 novembre

Venerdi 25 novembre, dopo l’incontro con il critico Spagnoletti, sarà proiettato alle ore 19.00 “Trainspotting” di Danny Boyle, a vent’anni dall’ uscita nelle sale: ambientato in una zona suburbana di Edimburgo, è la storia del tossicomane Mark e della sua banda di amici: brutti, sporchi, cattivi e ladri, ma nella loro insolenza ribalda suscitano pena e simpatia, più che paura, orrore o schifo. E’ il primo film che in modo esplicito racconta una storia di drogati dal loro punto di vista.

Trainspotting è uno di quegli esempi in cui scrittura, messa in scena, cast e musiche si mescolano senza sbavature, dando vita non solo a una pellicola pressoché perfetta, ma anche a singole scene che a distanza di vent’anni si ricordano ancora a memoria. Trainspotting è riuscito a diventare non solo un film generazionale, ma anche l’ultimo grande film generazionale. Siamo nel 1996, tre anni dopo sarebbe uscito Fight Club, altro titolo in grado di coniugare boom letterario e culto cinematografico, poi un vuoto piuttosto grande. Costato 1,5 milioni di sterline, Boyle realizzò il film nel tempo record di quasi due mesi.

Alla sua uscita nelle sale, gli incassi arrivarono a 48 milioni; lo scrittore Welsh appare all’inizio del film come Mikey Forrester, lo spacciatore che vende supposte di oppio a Renton; da notare inoltre il fortissimo richiamo al linguaggio dei video musicali. Tecnicamente è un film molto ricco di scene, proprio perché grazie alla voce fuoricampo e alla musica, spesso siamo tempestati da tantissimi passaggi, molto più che in un film normale e questa è proprio la caratteristica dei video musicali.

C’è una fortissima presenza della colonna sonora e la scelta delle canzoni è importante per identificare il mondo particolare che vivono i personaggi. Le canzoni vengono utilizzate anche come musica di commento, non è musica diegetica e questa è una scelta stilistica.

Infine alle ore 21.00 “Rara – Una strana famiglia” di Pepa San Martìn: Cile, Vina del Mar. Sara, tredici anni, vive con la sorella minore Catalina, con sua madre Paula e con Lia, la compagna della madre. La loro è una quotidianità serena e spensierata, fino a quando l’adolescenza di Sara non solleva in lei dei problemi. Il confronto con i compagni, l’ansia di farsi accettare dai ragazzi, la paura di venir giudicata, alimentano in Sara un’inquietudine crescente. Le cose si complicano quando il padre tenta, allora, di ottenere la custodia delle figlie.

L’inquietudine della protagonista è il motore del film, come racconta il primo lungo piano sequenza all’interno della scuola, ma viene pian piano messo in prospettiva dalla battaglia legale tra il padre e la madre: qualcosa di molto più grande della ragazzina, che la supera e la esclude, ma nasce sul terreno fertile del suo smarrimento. Pepa San Martìn e la sceneggiatrice Alicia Scherson sono partite da una storia vera per fare un film che della verità si cura da cima a fondo: della verità della finzione.

Il clima nel quale si svolge e ci avvolge Rara, infatti, è familiare prima di tutto perché appartiene alla verità della famiglia come luogo di convivenza, di tensioni e di affetti, e dunque a tutte le famiglie, a tutti i figli in quanto figli e ai genitori in quanto genitori.

Nonostante il film opponga drasticamente il calore della casa materna di Sara alla fredda perfezione di quella del padre, con uno schematismo un po’ spinto (com’è, forse, per l’episodio del gattino), la figura dell’uomo non è mai ritoccata in negativo, la regista non disegna più ombre su di lui di quanto non faccia su altri (si potrebbe notare che, a suo modo, illumina tutti i personaggi, ammorbidendoli), ma, come la paura di Sara di essere diversa dagli altri la porta a sentirsi tale, la preoccupazione del padre per un evento senza peso ci porta verso un finale che non ci aspettiamo e che non vorremmo.

L’ingresso agli incontri ed alle proiezioni è libero.

Pescara, al via domani Scrittura e Immagine Film Festival ultima modifica: 2016-11-24T19:20:12+00:00 da Redazione
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