Vincenzo Guarracino ha firmato la prefazione della nuova silloge della professoressa poetessa del Liceo “G.B. Vico” di Chieti
CHIETI – Nella collana Il gabbiere, diretta da Sante De Pasquale, la Di Felice Edizioni ha pubblicato di recente (gennaio 2024) Paradigmi della complessità, la nuova silloge della prof. poeta del Liceo “G.B. Vico” di Chieti.
“Emozione e vertigine mi sembrano le chiavi di volta di questo edificio di parole”: così l’autorevole penna del noto leopardista Vincenzo Guarracino, che ha firmato la prefazione.
Una poesia in dialogo costante con grandi maestri del pensiero, spesso richiamati in esergo, che potrebbe per ampi tratti definirsi poesofia, in quanto declina, indaga e sviluppa nella forma peculiare della parola poetica una varietà di temi di caratura filosofica. Testi di grande suggestione e passaggi di notevole intensità lirica si accompagnano e si alternano ad una versificazione più distesa, capace sempre e comunque di limpida e delicata musicalità.
La prima recensione non si è fatta attendere e viene dal consueto acume della poetessa Nanda Anibaldi: “L’ha coniugata in ogni direzione: la complessità, certo. Quella complessità che per etimo intreccia la non omogeneità le cui parti, separate e distinte all’origine, per osmosi diventano Uno, senza perdere ciascuna la peculiarità dell’essenza del proprio essere. E non solo: l’ha vissuta sull’oggi con spietata consapevolezza o con dolce abbandono. Alla lucidità di un pensiero messo sotto vetrino, si alterna così il ribollire di un pensiero che si racconta senza raccontare. L’autrice cattura la complessità che è nei primordi del Caos o dell’ἀπείρων e la fa sua con una poesia assai colta e certamente non di immediata lettura, che impegna invece in uno sforzo di comprensione, quando il pensiero si eleva al di sopra di se stesso per scoprire il senso vero delle cose, veicolato dalle emozioni che Silvia Elena esplora dentro di sé e fuori da sé. Tocca tutte le corde del diapason fino a salire sopra le righe, privilegiando la parola che chiama le cose per farle uscire dal loro anonimato, che dà ad esse un nome, che le disseppellisce dal profondo per portarle alla superficie. Una risalita di un gioco talvolta d’azzardo, ma sempre giocato a carte scoperte sul tavolo verde. Un gioco temerario che non teme la nudità, che non conosce nascondimenti, che si guarda allo specchio per conoscersi, che non disdegna lo sdegno e il peccato, che si accusa e si perdona, che si confessa aspettando l’assoluzione mai scontata, per quell’idea di Dio che può essere e non essere. E così prende corpo nella sua poesia quella “armonia degli opposti” che esprime una straordinaria sinfonia.
Silvia Elena Di Donato esplora le sconnesse geografie / di un non minuzioso presente con un’arsura che non si disseta e con una proiezione che spinge sempre avanti le proprie coordinate per costruire orizzonti d’un’ampiezza che non teme confronti.”
Attesa a breve la prima presentazione della raccolta.