Un ricordo indelebile, quello di aver preso parte alla “Resistenza”, che lo ha accompagnato per tutta la sua vita. Dovette insistere con i capi della “Brigata Maiella”, vista l’età, per poter essere partecipe di quella eroica avventura. Ricordava che lo chiamavano “ caporale” e che ebbe l’incaricato di custodire i prigionieri di guerra tedeschi. Ricordava, commuovendosi, ilcoraggio dei suoi capi, gli eccidi, le macerie, di quando fecero saltare un ponte, di quando fecero irruzione per rubare armi e anche degli scontri a fuoco con i nazisti. Negli Stati Uniti si trovò spesso a dover narrare, soprattutto ai giovani, di quella esperienza e diceva sempre: “Le persone guardano la guerra in televisione ma dimenticano cosa è stata davvero quella drammatica esperienza per conquistare la Libertà”.
Amava anche scrivere poesie sulle sue essere stato un emigrante. Nicola sposò a Lama dei Peligni, nel 1956, Anna. Subito dopo il matrimonio partì per gli “Stati Uniti” e sbarcò ad “Ellis Island” dalla nave “Conte Grande”. La moglie lo raggiunse, due anni più tardi, nel giugno del 1958. Dal 1960 Nicola e Anna, non ebbero figli, vissero a New Castle nel Delaware. Qui Nicola lavorò, come saldatore, per la “Abex Amsco”. Successivamente i Di Rito si trasferirono a Wilmington nel Delaware dove, Nicola, è morto il 7 maggio del 2019.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”
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