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L’Immaginario 4, Segni e sogni d’amore: mostra all’Aurum

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Dal 12 al 22 Ottobre 2019 in programma l’esposizione di 55 opere di Arti Visive contemporanee e di 38 poesie di autori italiani e stranieri

PESCARA – Sabato 12 ottobre 2019 ore 17 inaugura la mostra “L’Immaginario 4, poesia e arti visive: Segni e sogni d’amore”. In mostra 55 opere di Arti Visive contemporanee e di 38 poesie di autori italiani e stranieri, presentazione di Giovanni Benedicenti, critico d’arte e storico e Dante Marianacci, poeta e critico letterario, lettura delle poesie Eugenio Agus e autori dei testi. Orario di apertura della mostra al pubblico: tutti i giorni dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00 – domenica 20 dalle 16,00 alle 19,00 – Ingresso libero

L’evento organizzato dall’Associazione culturale “L’Incontro degli Artisti, è giunto alla sua quarta edizione, dove i pittori, i grafici, gli scultori i ceramisti hanno prodotto opere utilizzando i più disparati mezzi, materiali e supporti; innegabile risulta l’elevato contributo di idee e quindi, anche la rispettabile concentrazione di esiti, insieme al conseguente arricchimento culturale, di sensibilità, di scambio, di incontro, che l’occasione ha permesso di realizzare.

La ricca varietà di espressioni delle opere esposte è una sintesi rappresentativa delle tendenze più vitali dell’odierna produzione artistica. Ad animare la serata inaugurale, saranno l’attore Eugenio Agus e i poeti che declameranno i loro componimenti e gli artisti di Arti visive, con le loro creazioni artistiche in esposizione. Gli artisti e i poeti presenti in mostra provengono da varie città italiane e anche estere, come Rochester (New York), Rotterdam (Olanda), Barcellona (Spagna), Metz (Francia), Polonia, Caracas (Venezuela) Teheran (Iran), e sono conosciuti ed apprezzati nel panorama nazionale ed internazionale.

Sono poi, da considerarsi come straordinario e determinante valore aggiunto del presente connubio gli omaggi distintamente articolati e celebrati a tre illustri personaggi della cultura e dell’arte: lo scultore Silvio Mastrodascio, il Poeta e Scrittore Fabiano Braccini e il giornalista Silvano Barone, con il conferimento di targhe alla carriera per la diffusione della cultura e dell’arte.

La mostra è accompagnata da un ricco ed elegante catalogo in cui sono raccolte le trentotto poesie e le cinquantacinque opere degli artisti di arti visive esposte in mostra, e dieci sculture del Maestro Silvio Mastrodascio a cui facciamo un omaggio, oltre ai contributi critici di illustri personaggi della cultura e dell’arte: Giovanni Benedicenti, critico d’arte e storico; Dante Marianacci, poeta e critico letterario; Maurizio Calvesi, critico e storico dell’arte; Dacia Maraini, scrittrice e critica letteraria, ai quali vanno i nostri ringraziamenti.

Un caloroso plauso va ai poeti e agli autori delle Arti visive coinvolti nella rassegna con molti sentiti ringraziamenti a tutti coloro che ci hanno dimostrato generosità e disinteressata collaborazione; un doveroso ringraziamento, per il sostegno dato, alla Fondazione Pescarabruzzo, all’Amministrazione Comunale di Pescara per la concessione dello spazio espositivo presso l’Aurum. Ringrazio per i patrocini non onerosi la Regione Abruzzo, la provincia e la Città di Pescara, le Città di Montesilvano e Città Sant’Angelo e il Museo internazionale d’Arte contemporanea “Arte On” di Castel di Lama – Ascoli Piceno.

Artisti partecipanti:

Vittorio Amadio, Enzo Angiuoni, Luciano Astolfi, Sonia Babini, Gino Berardi, Gabriella Bottino, Rita Campanella, Roberto Capriotti, Carma, Albert Casals, Carla Cerbaso, Sabrina D’Arcangelo, Giorgio Del Bono, Alfredo Di Bacco, Franca Di Bello, Mira Di Cintio, Mario Di Donato, Massimo Di Febo, Roberto Di Giampaolo, Franco Di Nicola, Armando Di Nunzio, Amilcare Di Paolo, Mario Di Profio, Gabriella Fabbri, Giuseppe Fiordaliso, Patrizia Franchi, Giacomo Giovannelli, Antonio Graziani, Daniele Guerrieri, Ettore Le Donne, Giuseppe Liberati, Barbara Loddo, Lorenzo Luciani, Pasquale Lucchitti, Carmel Maleki, Patrizio Marafini, Marisa Marconi, Fausto Marganelli, Paride Mariotti, Violetta Mastrodonato, Modà (M. Daniela Falco), Lucio Monaco, Gaetano Pallozzi, Domenico Palma, Concetta Palmitesta, Daniela Perrone, Joaquim Pujol Grau, Franco Secone, Marcello Specchio, Fabiola Speranza, Leo Strozzieri, Loriana Valentini, Pien Van Der Beek, Paolo Viterbini, Gianfranco Zazzeroni.

Poeti partecipanti:

Annamaria Albertini, Antonella Antinucci, Vittorina Castellano, Maria Pia Chiappino, Maria Gabriella Ciaffarini, Rosetta Clissa, Mariangela D’Albenzio, Concezio Del Principio, Valeria Francesca Deriard, Carmine Di Donato, Valeria Di Felice, Giovanni Di Guglielmo, Grazia Di Lisio, Rosalba Di Vona, Caterina Franchetta, Rosanna Gambarara, Giulio Dario Ghezzo, Raffaele Giannantonio, Nicola Guarino, Anna Italiani, Maria Lenti, Marta Monacelli, Leda Panzone, Tullio Perilli, Anna Rita Persechino, Annita Pierfelice, Daniela Quieti, Ilde Rampino, Attilio Rossi, Renata Rossi, Pasquale Santone, Mara Seccia, Maria Concetta Selva, Flora A. Suarez Cardenas, Patrizia Tocci, Amelia Valentini, Mariarosa Viglietti, Lucio Vitullo.

Scrive il critico d’arte Giovanni Benedicenti

…A partire dal Romanticismo tutte le arti aspirano a innalzarsi ai livelli della musica. Pensiamo ad esempio alla poesia di Baudelaire, ombrosa e screziata come uno specchio antico, dove un eros infelice finisce per annegare in un abisso di perdizione. Nel Bacio di Rodin i due amanti, forse Paolo e Francesca, si uniscono in un sensuale abbraccio, fusi per sempre nel blocco di marmo non del tutto finito, alla maniera di Michelangelo. La pittura vuole diventare quasi una musica per gli occhi, poesia di luce e di colori, come nelle tele di Monet e degli impressionisti, che celebrano l’amore come un effluvio di vento primaverile, nel canto libero dell’en plein air. “Siate innamorate e sarete felici”: così Gauguin scrisse su un pannello decorativo della sua Maison du Jouir a Hiva Oa nelle Isole Marchesi, pochi mesi prima di morire. Nelle indigene e nella natura esotica aveva trovato la vera bellezza che cercava e insieme una chiave per comprendere il segreto della vita. Di segno opposto, l’eros espresso da Munch nei suoi dipinti appare tenebroso e infelice, dominato da donne fatali e da cieli rossi come il sangue, in sintonia con le sensibilità nordiche di Ibsen e di Strindberg, e con la filosofia di Nietzsche e di Schopenhauer. Il pessimismo di quest’ultimo, che vede nell’eros “il genio della specie”, cioè l’impulso naturale della Volontà, può essere considerato l’anello di congiunzione fra gli aspetti più tragici dell’eros romantico e l’esordio della psicoanalisi. Freud formula una nozione di amore come principio unitario di libido, orientata sia verso la conservazione sia verso la distruzione della vita, che rispecchia l’antica ambivalenza del mito greco di eros e thanatos. Questo dualismo riaffiora in tutta la cultura artistica della Vienna tra Otto e Novecento, nei romanzi di Schnitzler, nella musica di Mahler e nella pittura di Klimt, di Schiele e di Kokoschka, che come Freud mettono a nudo i più reconditi recessi dell’anima umana. Il Bacio di Klimt è un sogno estatico di luminosa vertigine, in cui la coppia di amanti vestiti all’orientale si abbraccia sull’orlo fiorito di un abisso siderale attraversato da un pulviscolo dorato. Al contrario, gli amanti disegnati da Schiele con cruda e tagliente incisività esprimono una profonda angoscia esistenziale, stringendo i loro corpi scabri e nodosi come tronchi d’alberi spogli. Influenzati dalle teorie freudiane, ma guardati con circospezione dal padre della psicoanalisi, i surrealisti, con a capo Breton, esaltano l’amour fou e utilizzano l’erotismo come forza sovversiva, lottando contro la famiglia, contro la repressione borghese dell’amore, delle pulsioni, della realizzazione anarchica dei desideri più inconsci e inconfessabili. Nel fotomontaggio di Man Ray intitolato Le violon d’Ingres, la schiena nuda della sua amante Kiki de Montparnasse, con l’aggiunta delle due caratteristiche aperture a effe, è assimilata alla forma del violino, strumento che Ingres amava suonare nel suo tempo libero. Nel quadro di Magritte raffigurante gli amanti con le teste coperte da veli bianchi l’incomunicabilità è solo apparente, perché il vero amore non ha bisogno di vedere con gli occhi fisici ma di sentire solo con il cuore…

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