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L’emergenza idrica a Pescara e provincia in Commissione Ambiente

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Il Presidente Petrelli rende noto quanto emerso oggi nel corso della seduta svoltasi alla presenza dell’ingegner Livello dell’Aca

PESCARA – “L’estate è finita da almeno un mese, ma Pescara continua a vivere in emergenza idrica, con rubinetti quasi a secco per tre quarti della giornata su buona parte della città. Colpa della siccità, della vetustà delle reti, sicuramente, ma anche e sicuramente della carenza, se non assenza di investimenti infrastrutturali, ed è evidente che tale situazione non possa continuare oltre. È quanto emerso oggi nel corso della seduta della Commissione Ambiente, svoltasi in collegamento con il dirigente dell’Aca, l’ingegner Lorenzo Livello. A questo punto chiediamo all’Aca di fornirci l’elenco dettagliato delle opere previste nel programma di investimenti del 2021, a partire dal cronoprogramma del cantiere inerente il completamento di un chilometro dell’acquedotto del Tirino che, secondo le previsioni, dovrebbe restituire a Pescara quei 200 litri d’acqua al secondo oggi mancanti, eliminando, in questo modo, l’obbligo delle interruzioni notturne di acqua”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Ambiente Ivo Petrelli al termine della seduta odierna svoltasi alla presenza dell’ingegner Livello dell’Aca.

“Pensare che ancora oggi, nel 2020, ci siano interi quartieri della città che soffrono per l’assenza di acqua potabile dai rubinetti per buona parte della giornata, o comunque per cali di pressione che non permettono le funzioni minime in casa, è veramente paradossale, oltre che inaccettabile – ha sottolineato il Presidente Petrelli -, eppure è storia di tutti i giorni. E parliamo di un disservizio che, se è vagamente comprensibile nei mesi estivi, peraltro i mesi in cui le erogazioni dovrebbero essere garantite a pieno servizio anche per fronteggiare l’aumento della popolazione a causa dei flussi turistici, ancora più inconcepibile è che il disservizio si protragga in autunno, quando i turisti non ci sono, scendono comunque i consumi casalinghi e le piogge dovrebbero dare il proprio apporto. E invece oggi, nel confronto con l’ingegner Livello, è emerso che le cause delle carenze di acqua che ancora oggi registriamo e che l’Aca sta affrontando con delle chiusure programmate o riduzioni delle portate importanti, sono dovute da un lato alla vetustà delle reti e degli impianti, dall’altro alla siccità. Le chiusure non sono in realtà distribuite su tutti i comuni della provincia, perché in quelli più piccoli anche i consumi sono irrisori e dunque non è necessario ridurre le portate; nelle città più grandi, come Pescara o Montesilvano, i consumi sono superiori e dunque è necessario predisporre delle limitazioni notturne a turnazione, anche in autunno. Su Pescara, come ha riferito l’ingegner Livello, non si può realizzare una chiusura totale perché ci sono tubazioni in cemento armato del diametro di 700, che sono la spina dorsale della città, una condotta realizzata con i fondi della Cassa del Mezzogiorno negli anni ’60, che potrebbe non reggere all’aumento improvviso della pressione generata da un’ipotetica sospensione del servizio e poi il suo ripristino, su altre città c’è proprio una turnazione notturna di stop all’erogazione dell’acqua. La carenza principale è sulla Val Pescara: l’acqua nasce a Popoli, attraversa i pozzi di Bussi, con una portata di 1.700 litri al secondo; le altre linee sono l’acquedotto del Tavo e quello di Pretoro, per la Valle del Foro che hanno riduzioni più limitate e riescono a sopravvivere. Su Pescara – ha proseguito il Presidente Petrelli – la situazione è tutt’altro che rosea: attualmente c’è una carenza di 150 litri al secondo che impone la riduzione della pressione, con centinaia di utenti, specie nelle abitazioni prive di un impianto con autoclave, che ogni giorno denunciano l’assenza di acqua dai rubinetti, che hanno una pressione irrisoria. Per arginare l’emergenza l’Aca sta ora premendo sull’acceleratore su un progetto del 2013, che prevede il completamento di un chilometro dell’acquedotto Tirino, un progetto avviato, fatta la gara per affidare il cantiere, ma la procedura è stata bloccata dalla contrapposizione dell’amministrazione comunale di Bussi, che non ha permesso di portare avanti i lavori. Ora sembrerebbe che il problema sia stato superato, grazie all’arrivo anche di fondi Masterplan. Ovviamente si ripeterà la gara con la speranza di vedere le ruspe scavare per i primi mesi del 2021, in modo da disporre della nuova condotta prima della prossima estate, condotta che dovrebbe fornire almeno 200 litri in più d’acqua al secondo, colmando le carenze attuali. Ma non basta – ha ancora sottolineato il Presidente Petrelli –: per garantire ai cittadini un servizio efficiente occorrono infatti altri interventi sulla rete, innanzitutto per sanare le perdite che, secondo le stime dell’ingegner Livello, oggi ammontano ad almeno il 45 per cento, e sono queste la vera spina nel fianco del nostro sistema idrico, al di là dell’assenza di precipitazioni nevose che, lo scorso inverno, non ci hanno permesso di ricostituire il bacino di scorta. E la vetustà e l’inadeguatezza odierna delle reti dipendono dalla mancanza annosa di investimenti strutturali. Vero è che l’Aca ha preso in carico dai Comuni la rete idrica a metà degli anni ’90, ma ancora oggi, a detta dell’ingegner Livello, i proventi delle sole tariffe non sono sufficienti a coprire la quota delle opere da realizzare. L’Aca ha fatto dunque ricorso ai Fondi Fas per la messa a norma di una trentina di depuratori superando le infrazioni comunitarie, ora è il momento di investire sulle reti idriche e a tal fine l’Azienda già inviato all’Ersi le schede per gli interventi strutturali da realizzare affinchè vengano reperiti i fondi attraverso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il primo obiettivo sarà quello di far lavorare bene le reti già esistenti, intervenendo sui sistemi di valvole, sugli scambi; poi si dovrà intervenire con la sostituzione delle tubazioni che sono al limite; infine c’è il discorso sulle adduttrici con un preciso piano di potenziamento. Complessivamente, sulle tre linee di intervento, sono necessari investimenti pari ad almeno 120milioni di euro per 4mila chilometri di rete. Smentito invece dall’ingegner Livello il falso allarme allagamento della vecchia sede della Regione in viale Bovio, lanciato nei giorni scorsi dal consigliere regionale Blasioli – ha aggiunto il Presidente Petrelli -. L’Aca, intervenuta sul posto, ha infatti accertato che si trattava delle acque bianche provenienti dall’esterno del palazzo regionale, entrate nelle canalette d’acqua piovana del palazzo stesso, che si sono scaricate all’interno, dentro i garage che si trovano nel piano seminterrato, dove solitamente ci sono delle pompe che servivano proprio a svuotare gli spazi in caso di allagamento, ma essendo oggi il palazzo chiuso, le pompe, ovviamente, non sono in funzione, ma comunque l’Aca era estranea alla problematica. Ora, è evidente che l’emergenza idrica, specie Pescara, non si prospetta di facile risoluzione, compito della Commissione è quello di monitorare la situazione e di verificare la progressione delle opere da realizzare. Per questa ragione chiediamo oggi all’Aca di fornirci un cronoprogramma di tutti gli interventi previsti per il 2021 in modo da permetterci di seguire i vari step”.

L’emergenza idrica a Pescara e provincia in Commissione Ambiente ultima modifica: 2020-10-26T17:10:54+00:00 da Redazione
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