Domani presso il Liceo Classico d’Annunzio. Relatori il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini e il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio
PESCARA – Domani, sabato 4 maggio 2016, dalle ore 11.00, presso l’Aula Magna del Liceo Classico d’Annunzio di Pescara, si svolgerà un incontro dal tema “La sete di giustizia e la voglia di democrazia” con dei relatori d’eccezione, quali il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini e il primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, che ne discuteranno insieme al sindaco Marco Alessandrini e al Magnifico Rettore dell’Ateneo di Teramo Luciano D’Amico e si confronteranno con i ragazzi, parte attiva dell’evento. Saranno presenti anche il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli e il presidente della Regione Luciano D’Alfonso.
“Ho cercato quest’incontro e l’ho costruito con due speciali relatori quali il vice presidente del Csm e il primo presidente della Cassazione, perché i ragazzi e la comunità potessero avere risposte competenti e attuali circa la crescente sete di giustizia e democrazia che questi tempi alimentano in ognuno di noi – illustra il sindaco Marco Alessandrini – La crisi economica ha trasformato radicalmente lo scenario politico, economico e sociale, innescando meccanismi di incremento delle diseguaglianze sociali. In un contesto simile, si fa più forte il bisogno e la sete di giustizia, ma il tema è come questo sentimento possa trovare forma e sostanza in una società cosiddetta “debole”, ovvero in una società che non vede solo ridursi le opportunità di benessere economico ma anche quelle di partecipazione attiva alla vita democratica.
È noto, infatti, come le tradizionali forme di aggregazione, con la funzione di mediare il dialogo tra cittadini ed istituzioni, difficilmente riescono ancora oggi a porsi come interlocutori ed interpreti delle esigenze e dinamiche sociali. Non sorprende, dunque, come a fronte di una debolezza dei sistemi di governance, si assiste nell’ultimo decennio al diffondersi della rivoluzione “digitale”, che ha contribuito a plasmare una nuova cultura e differenti forme e modalità di relazione sociale.
In questa nuova realtà “virtuale”, la sete di giustizia rischia di trovare come unico palcoscenico quello offerto dai social network, con tutti gli evidenti pericoli di distorsione che questo sentimento può subire, rischiando di trasformarsi in violenza, odio e risentimento, portando le persone ad assumere atteggiamenti inconciliabili con le istanze di cui si fanno portatrici e scatenando reazioni più violente dei comportamenti che si vorrebbero censurare.
Ebbene, il convegno di domani consentirà un confronto aperto in cui mi farò portatore dell’esperienza vissuta come interlocutore democratico, per condividerla e confrontarla con quella degli altri che vorranno raccontare il proprio bisogno di giustizia e la propria percezione, sicuro che tutti avremo risposte inedite anche sui processi che stanno interessando il mondo della giustizia e dell’applicazione delle leggi”.