Teatro

“La chiave dell’ascensore” in scena al Florian Metateatro

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Anna Paola Vellaccio in La Chiave dell’Ascensore foto Roberta Verzella

PESCARA – Giunge nel vivo la rassegna al Florian Espace Femminile Plurale | L’arte delle donne, a cura di Giulia Basel e Chiara Sanvitale, che mette al centro la creatività femminile e i temi della disparità di genere: una rassegna creata da donne, che da voce alle donne, che parla a tuttə.

Dopo i primi due apprezzatissimi appuntamenti, sabato 9 marzo alle ore 20.45 e domenica 10 alle ore 17.30, il Florian Metateatro ripropone uno spettacolo sempre attuale e di forte impatto: “La chiave dell’ascensore” di Ágota Kristóf, con Anna Paola Vellaccio, regia del pluripremiato Fabrizio Arcuri. Dopo le repliche pescaresi lo spettacolo sarà in tournèe, a partire da Torino nel Teatro San Pietro in Vincoli per la rassegna Terreni Fertili il 14 e 15 marzo.

Una stanza che gli spettatori sbirciano da una finestra. Avvolta dalle volute della nebbia  e dal vento che le muove i capelli… la donna racconta la storia a se stessa, la racconta per l’ennesima volta. Tutto è reale e simbolico allo stesso tempo le luci, i rumori, la voce che le fa eco che le rimbomba nella testa, mentre accetta ogni privazione, accetta di non muoversi più, di non sentire più, di non vedere più, fino a che non arriva la minaccia. Piuttosto la vita ma non la voce. Perdere la voce significa perdere la possibilità di esprimersi più di qualunque altro senso.

Allo spettatore non resta che cadere lentamente dentro le maglie di questa tragedia che da favola pian piano svela il suo risvolto fino ad arrivare ad essere baratro, nera testimonianza di tanti soprusi di cui le nostre cronache sono piene.

Frasi brevi, una sintassi cruda, dialoghi ridotti all’essenziale, assenza di aggettivi: il fascino di questo testo scritto in francese nel 1977 sta proprio nell’economia di mezzi e nella loro intensità. Nel teatro, luogo dell’incontro per eccellenza, l’autrice trova il mezzo ideale per esprimere il suo messaggio: la speranza è nella parola, nella comunicazione con gli altri.

“Tutta la pièce è giocata sull’intreccio di sonorità, luce e fisicità attorica. Musica e voce spesso si compenetrano, creando un’atmosfera di sospensione trasognata, inquieta e perturbante. In particolare, la vocalità di Anna Paola Vellaccio è di un’intensità che mette i brividi, vira nel giro di un istante dalla narrazione, alla cantilena dolente, al grido straziato, e ricalca con la voce il senso del racconto fino a punte onomatopeiche che sono pura poesia vocale” Chiara Quinci

Ágota Kristóf, nata nel 1935 a Csikvánd, un villaggio dell’Ungheria. Nel 1956, in seguito all’intervento dell’Armata Rossa per soffocare la rivolta popolare, fugge con il marito e la figlia in Svizzera e si stabilisce a Neuchâtel, dove vivrà fino alla morte e dove comincerà a scrivere in Francese. Molto conosciuta la sua Trilogia della città di K. In un’intervista dirà: “Due anni di galera in Urss erano probabilmente meglio di cinque anni di fabbrica in Svizzera”. Ma dirà anche “Bisogna continuare a scrivere. Anche quando non interessa a nessuno. Anche quando si ha l’impressione che non interesserà mai a nessuno”.

Fabrizio Arcuri, fondatore, direttore artistico e regista di tutte le produzioni di Accademia degli Artefatti. Ha lavorato come regista assistente di Luca Ronconi dal 2005 al 2008. Premio Ubu 2007 per tre pezzi facili di Martin Crimp, premio della critica (Ancti) 2010 con SPARA/TROVA IL TESORO/RIPETI. Nel 2011, Premio Hystrio alla regia. Nel 2012 regista per il Teatro Stabile di Torino di FATZER FRAGMENT, in coproduzione con Volksbune di Berlino. Dal 2014 al 2018 è regista residente del Teatro di Roma. Dal 2006 al 2020 è ideatore e direttore artistico del festival Short Theatre di Roma. Dal 2009 è regista del Festival Internazionale delle Letterature di Massenzio. Dal 2020 ricopre la carica di co-direttore artistico del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia.

Anna Paola Vellaccio, laureata con lode al Dams di Bologna, debutta in teatro a 15 anni con il Florian, Teatro Stabile di Innovazione di Pescara, con il quale da allora collabora costantemente. Studia recitazione con vari maestri tra cui Geraldine Baron dell’Actor’s Studio. A teatro è diretta tra gli altri da Claudio Collovà, Giorgio Marini, Enrico Frattaroli, Roberto Latini, Fabrizio Arcuri, Pippo Di Marca, Gianluca Iumiento, Maurizio Scaparro. Al cinema è stata diretta da Alex Infascelli, Emidio Greco e in televisione da Donatella Maiorca. Ha registrato diversi radiodrammi per Rai Radio Tre, tra cui uno con la regia di Marco Baliani trasmesso in diretta dal Festival del racconto di Cremona. Nel 2023 ha interpretato, curato la drammaturgia e la regia de “La Scuola di Herat in esilio” con un gruppo di studentesse afghane della Sapienza di Roma.

A seguire, dopo la prima sabato sera postPLAY, con Giulia Basel e Paolo Verlengia, per approfondimenti sulle tematiche dello spettacolo ed interazioni tra artiste/i, ospiti, spettatrici e spettatori. I postPLAY potranno essere seguiti anche on-line sui canali del Florian Metateatro fb e Youtube, a cura di Alessio Tessitore.

L’appuntamento successivo con Femminile Plurale | L’arte delle donne è per sabato 16 marzo alle ore 20.45 e domenica 17 alle 17:30 sempre al Florian Espace, con Chilometro, scritto e ideato da Giovanni Bonacci, diretto e interpretato da Angela Ciaburri, percorreremo le tappe fondamentali della vita di Kathrine Switzer, la prima donna nella storia che abbia mai corso una maratona.

“La chiave dell’ascensore” in scena al Florian Metateatro ultima modifica: 2024-03-09T14:30:24+00:00 da Redazione
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