Incontro-conferenza con Rita El Khayat, cittadina onoraria di Pescara
PESCARA – E’ stata ricevuta dal sindaco, giunta e consiglieri comunali, in presenza di rappresentanti di associazioni e operatori culturali Rita El Khayat, intellettuale conosciuta in tutto il mondo grazie al suo instancabile impegno per i diritti umani e delle donne, per ben due volte candidata al premio Nobel per la Pace, nonché da quasi 10 anni cittadina onoraria di Pescara e da 8 anni cittadina onoraria italiana. La psichiatra, giornalista, antropologa e scrittrice, voce autorevole nel mondo arabo, ha portato in Sala Giunta, una eccezionale testimonianza su diritti, cultura, cinema e democrazia, raccontando del suo rapporto con l’Abruzzo e con Pescara. Rita El Khayat è stata anche co-fondatrice della Fondazione del Festival Internazionale del Film di Marrakech e sarà a Pescara come ospite della prima edizione dell’International Film Festival organizzato dall’associazione Polbert che da oggi al 1° agosto si svolgerà presso l’Aurum.
“Abbiamo la fortuna di avere fra noi un’intellettuale conosciuta in tutto il mondo perché si occupa delle soggettività debole – così il sindaco Marco Alessandrini – candidatura al Nobel per la pace e da quasi dieci anni cittadina del Comune di Pescara. Un’esperienza intensa e rilevante, perché fare tutto quello che Rita ha fatto nel Maghreb oggi può sembrare “facile”, ma quando la sua voce ha iniziato a farsi sentire di certo è stato laborioso farle largo e imporla. Nel darle la parola sottolineo il piacere che Pescara mostri ancora una volta il suo volto assai vivace accogliendo una persona di tale cultura ed esperienza umana e civile”.
“Carissimi amici, sono qui per parlare di cultura e di cinema – esordisce Rita El Khayat – L’ultima volta che sono stata qui ero ambasciatrice dei Giochi del Mediterraneo e Pescara ha conquistato il mio cuore, per questo mi onoro di esserne cittadina. Torno per un grande evento, qual è la prima edizione dell’International Film Festival di Pescara. La cerimonia di apertura dei Giochi del 2009 ha mostrato la particolarità della “nostra” regione che con la sua cultura fiera e nobile, modesta e grandiosa al tempo stesso mostra tutta la sua bellezza. Sono venuta in Abruzzo la prima volta per un convegno del 2004, il tema era imperniato sulle rive nord e sud del Mediterraneo, in onore di un possibile centro per cui mi sono impegnata con tanti altri. Allora per la prima volta entrai nella sala nella Figlia di Iorio in Provincia e rimasi talmente affascinata da quel dipinto così grande e bello che volli sapere tutta la storia dell’opera e della donna. Da allora sono sempre tornata con piacere. Il mio pensiero va oggi anche al gioiello che fu l’Aquila, città che spero non venga dimenticata e che ritrovi il suo splendore per offrire di nuovo i suoi tesori artistici e culturali.
Il Festival che mi vede ospite è un evento che spero diventi essenziale fra qualche anno perché nasce in un momento di dubbi e disordini politici profondi che interessano il mondo intero. La mia presenza qui riassume la mia insistenza a tale progetto. Perché ritengo che solo la cultura potrà salvare il mondo. Perché solo la cultura porta sensibilità, intelligenza e amore che sono creatori di una bellezza di cui non possiamo fare a meno per vivere. La cultura è inoltre creatrice di economie e ricchezza, il cinema mobilita somme enormi di danaro e al contempo di tecniche e letterature complesse, sostituisce e ingloba tutti i fenomeni audiovisivi, è un linguaggio che parla a tutti. Vivendo in un paese che all’inizio del secolo scorso è passato dal 100 per cento di analfabetismo direttamente all’informatica, mi rendo conto che nel mio mondo non leggono, ma chattano e scelgono cinema di successo, questo significa che la gente ha una cultura audiovisiva, comprese le donne che per il 65 per cento sono ancora analfabete. Per questo il cinema oggi è molto importante nel mondo, basti pensare a quello che è accaduto in India dove nel giro di soli 30 anni si è passati da film naif che costavano cifre ridicole a una superproduzione che può competere con la produzione hollywoodiana, quella di Bollywood.
Oggi il secondo cinema mondiale si chiama Nollywood, è quello che arriva dalla Nigeria e che è parte del Festival che si apre a Pescara, ma è un cinema da affermare e da tutelare da fenomeni come la contraffazione. Il cinema marocchino è il più attivo di tutta l’Africa bianca con una media di 20 film all’anno, ma oggi è molto minacciato dal governo islamista marocchino che esige di un cinema pulito, di parte e per un Paese che ha impiegato 50 anni a togliere la censura è una situazione delicatissima”.
I Paesi arabi sono distrutti culturalmente, oggi il problema è annullare l’Isis e cancellare il messaggio arcaico che portano gli integralisti, solo così la cultura potrà tornare in questi paesi e riportare la sua bellezza, com’è accaduto in altri luoghi, come l’Algeria dove grazie al cinema in passato è rinata anche la cultura di cui non possiamo fare a meno”.