.Lo spettacolo si presenta come un percorso nei luoghi naturali e storici in una contaminazione tra installazione artistica e performance teatrale, risultato da un lungo studio, data la complessità della fonte poetica e dalla ricerca dell’ipotesi di messinscena.
In questo progetto artistico, si immagina un percorso “dia-logico… dia-lettico – attraverso o – per mezzo o ancora – tra -” a partire dalle ferite del centro storico dell’Aquila nient’affatto che rimarginate, un viaggio immaginifico, un viaggio creativo. La città, dunque, come teatro: dal percorso quotidiano all’occupazione dell’immaginario.
Un luogo d’incontro, di scontro, di scambio “attraverso cui”, in un processo di intima osmosi rigenerativa, l’arte interpreta i segni dell’esistenza, del percorso relativo dell’essere umano sulla terra e del mistero del viaggio nel mondo intangibile del non umano. Il viaggio alla ricerca di una risposta incommensurabile e di domande mai esplicitate fino in fondo. il viaggio dell’uomo attraverso la propria esistenza, il viaggio verso l’ignoto.
Lo spettacolo al limite tra recitazione e performance è ancora una riflessione su un “attuale futuro”, una finestra problematica sull’essere e sul mondo, nell’intima e solitaria certezza di una volontà di ricerca.
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