Importante momento di confronto e condivisione delle varie esperienze tra gli operatori del settore del Servizio Sanitario Nazionale
TERAMO – Il 26 e 27 febbrario presso la sala convegni del Centro Internazionale per la Formazione e l’Informazione Veterinaria “F. Gramenzi” di Colleatterrato Alto si terrà la “Giornata di studio sulla Brucellosi” organizzata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”. Si tratta di un importante momento di confronto e condivisione delle varie esperienze tra gli operatori del settore del Servizio Sanitario Nazionale. Il fine è fornire un aggiornamento tecnico-scientifico sulla situazione epidemiologica della Brucellosi in Italia, presentare i risultati dei circuiti interlaboratorio del biennio 2013-2014 e le attività di ricerca in corso. Apertura lavori prevista per le ore 15 di giovedì 26 febbraio.
L’evento è accreditato ECM con 7,5 crediti formativi per le figure professionali del medico chirurgo, del veterinario, del biologo, del chimico, del farmacista e del tecnico sanitario di laboratorio biomedico. Una parte dell’attività prevista il 26 febbraio si svolgerà in lingua inglese con l’intervento di esperti internazionali, rappresentanti del Laboratorio di Referenza Europeo sulla Brucellosi e di alcuni centri di eccellenza per la ricerca sulla malattia che approfondiranno aspetti relativi alla Brucellosi dei suini.
L’IZSAM è una delle massime autorità internazionali sulla Brucellosi nel duplice ruolo di Laboratorio di Referenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) per tale malattia dal 1993 e di Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi istituito con il Decreto Ministeriale del 4 ottobre 1999.
Il responsabile scientifico della “Giornata di studio sulla Brucellosi” è la dott.ssa Manuela Tittarelli che dirige il Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi dell’IZSAM. I relatori sono: Massimo Ancora, Fabrizio De Massis, Giuliano Garofolo, Romolo Salini e Massimo Scacchia (IZSAM); Luigi Ruocco (Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute); Flavio De Maio (Istituto Superiore di Sanità); Maryne Jay (French Agency for Food, Environmental and Occupational Health & Safety, ANSES, Francia); Pilar Muñoz e Jose M. Blasco (Centro de Investigación y Tecnología Agroalimentaria del Gobierno de Aragón, CITA, Spagna).
CHE COS’È LA BRUCELLOSI? – La Brucellosi è una malattia batterica che colpisce bovini, bufali, pecore, capre, suini, cani e animali selvatici. È una zoonosi, pertanto è trasmissibile all’uomo. I responsabili delle infezioni sono sei specie di batteri appartenenti al genere Brucella: le diverse specie hanno ciascuna un ospite d’elezione, che ne rappresenta il serbatoio di provenienza, e sono divise in diversi sierotipi. Negli animali l’infezione primaria è spesso seguita da aborto e infertilità e nel tempo tende a cronicizzare. Gli animali infetti eliminano la brucella tramite l’aborto o il feto, i liquidi e gli invogli vaginali, ma anche attraverso il colostro e il latte. La trasmissione della malattia in allevamento avviene tramite ingestione di materiale contaminato. È possibile la trasmissione per via venerea o la trasmissione congenita e perinatale, con insorgenza di infezione latente. La trasmissione della malattia in un allevamento precedentemente negativo avviene per l’ingresso di un animale infetto o per mescolamento di animali sani e infetti, come accade al pascolo durante la transumanza.
La diffusione interumana della Brucellosi è molto rara. L’uomo può contrarre la malattia direttamente attraverso il contatto con materiale biologico o animali infetti, oppure indirettamente alimentandosi con prodotti di origine animale o manipolando attrezzi contaminati. È anche una malattia professionale: i laboratoristi si possono infettare per via aerogena in laboratorio manipolando le Brucelle o materiale proveniente da animali infetti; i veterinari in allevamento o nei mattatoi, mediante il contatto con animali o materiali infetti e per inoculazione accidentale di vaccino. La via di trasmissione più comune è quella alimentare. Il consumo di latte crudo, di suoi derivati (crema, panna, yogurt, burro e gelato) e di formaggio fresco (non fermentato e non stagionato) è la più frequente ed importante sorgente di infezione. Il consumo di carne, anche se proveniente da animali infetti, non rappresenta una via di trasmissione importante. L’infezione nell’uomo è generalmente caratterizzata da un periodo di incubazione variabile, cui segue l’insorgenza dei sintomi come febbre intermittente, malessere generalizzato, brividi, emicrania, dolori muscolari e articolari, debolezza e sudorazione profusa. Per evitare la cronicizzazione, che spesso consegue all’infezione se non prontamente diagnosticata, è necessario seguire una specifica terapia antibiotica.