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Fonti rinnovabili: l’Italia fanalino di coda dell’UE

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I dati ufficializzati dalla Commissione Europea confermano che l’Italia sarà uno dei 5 Stati Membri a non raggiungere il target 2020 sulle rinnovabili. Il divario sarà coperto con le importazioni di energia rinnovabile, soprattutto elettrica.

In Italia si sta pensando di ricorrere al nucleare come fonte di energia “alternativa” , ma non si fa abbastanza per incentivare l’uso delle fonti rinnovabili. Già secondo un recente studio di EWEA(European Wind Energy Association) il nostro Paese sarà quello che avrà maggiori difficoltà nel raggiungere gli obiettivi comunitari e potrebbe vedersi costretto a importare energia da rinnovabili da Nazioni non europee. Sempre, secondo il suddetto studio, entro il 2020 nei Paesi dell’ U E sarà raggiunta la produzione del 20% di energia da fonti rinnovabili e precisamente  alcuni Paesi centreranno l’obiettivo ,mentre altri addirittura, lo supereranno.
L’Italia dunque non è tra le nazioni virtuose, anzi sta meritando la maglia nera visto il ritardo con cui si avvicina e incrementa l’utilizzo dell’energia rinnovabile. Qualche giorno fa la Commissione Europea, ribadendo che il nucleare non può essere considerato una fonte rinnovabile, ha ufficializzato i dati che evidenziano chi riuscirà a centrare i target del 2020 e che confermano le previsioni pessimistiche per l’Italia.

L’Italia è uno dei cinque Stati membri dell’UE che prevede di non riuscire a conseguire entro il 2020 il proprio obiettivo nazionale sulle fonti rinnovabili grazie alla produzione energetica interna, e che intende acquistare all’estero l’energia ‘verde’ supplementare necessaria per rispettare gli obblighi del ‘Pacchetto clima’ dell’Ue.

Ha dichiarato Marlene Holzner, portavoce del commissario Ue all’Energia Guenther Oettinger :

le previsioni degli Stati membri confermano che l’Ue riuscirà a raggiungere e, addirittura, superare, l’obiettivo del 2020, ovvero il raggiungimento del 20% di quota del consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili (nel 2005 si era all’8,5%).

Secondo le proiezioni della Commissione si dovrebbe infatti raggiungere il 20,3%. Oltre all’Italia, solo quattro altri Paesi (Belgio, Danimarca, Lussemburgo e Malta) dovranno ricorrere alle importazioni di energia pulita per conseguire i propri obiettivi nazionali, mentre 12 dei 27 Stati membri (comprese Francia e Gran Bretagna) prevedono sia sufficiente la propria produzione nazionale di rinnovabili, e 10 (tra cui Germania, Svezia e Spagna) riusciranno addirittura a superare il target.

L’Italia, secondo quanto il Governo stesso ha comunicato a Bruxelles, intende acquistare da paesi terzi energia rinnovabile e biocarburanti per circa 4 Mtep (tonnellate di equivalente petrolio) all’anno (calcolati al 2020) e in particolare fino a 1,1 Mtep di elettricità verde da Albania, Croazia, Montenegro, Svizzera e Tunisia. Nel rapporto italiano si prevede anche la crescita di queste importazioni in quattro tappe: 0,086 Mtep nel 2014, 0,860 nel 2016, 1,170 nel 2018 e 1,170 nel 2020.

Intanto la Commissione europea ha precisato che il nucleare continuerà a non essere considerato una fonte di energia rinnovabile.

Ha dichiarato la Holzner all’Agenzia Ansa:

quando parliamo di energie rinnovabili non parliamo mai di nucleare . La politica della Commissione non è cambiata e continua a considerare fonti rinnovabili soltanto quelle derivanti da sole, vento, biofuel e biomasse.La Commissione non ha competenze sul mix energetico, pertanto noi non interferiamo sulla scelta a favore o contro il nucleare  Ciò che per noi è importante è che siano garantiti standard di sicurezza molto alti, perché questo è un aspetto che riguarda tutti i cittadini della UE.

Fonti rinnovabili: l’Italia fanalino di coda dell’UE ultima modifica: 2010-03-16T13:17:52+00:00 da Donatella Di Biase
Pubblicato da
Donatella Di Biase

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