Cinema

Il Flaiano al Marina 2022: la programmazione dei film a Pescara

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PESCARA – “Il Flaiano al Marina, un’altra settimana di film perché la 49 edizione dei Premi vuole omaggiare Ennio Flaiano nel 50° anniversario della morte. I film saranno proiettati nella location del Porto Turistico di Pescara una di luoghi più belli di Pescara. Prosegue così il progetto Impresa-cultura che è dai Premi sostenuto da più tempo perché la cultura produce anche economia, un indotto economico importante per tutti gli operatori che contribuiscono alla realizzazione degli eventi ed anche il binomio cultura-turismo, che non possono essere tra loro slegati”.

Un binomio sinergico quello dei Premi con la Camera di Commercio Chieti-Pescara e il Marina di Pescara – Porto Turistico, spiega la presidente dei Premi Flaiano, Carla Tiboni.

Cultura che veicola l’impresa e il turismo.

“Siamo contentissimi di questo connubio Flaiano-Marina di Pescara, perché il concetto di Impresa-Cultura espresso dalla Presidente, ritengo che sia fondamentale in questo momento storico, dopo due anni di pandemia ed amplia le possibilità di creare turismo e di fare rete tra due grandi realtà pescaresi. Stiamo pensando anche a una collaborazione più estesa per il periodo invernale, decisamente meno frequentato, perchè la presenza della struttura del Pala Becci al Porto Turistico ci consente di portare avanti questo progetto culturale, commenta il Presidente del Marina di Pescara, il Dott. Carmine Salce”.

Il sottotitolo della rassegna “Il Flaiano al Marina” è “La forza delle donne”, perchè è la donna, la protagonista che di fatto ha un ruolo forte all’interno del film ed è intorno a lei che prende avvio e si dipana la storia.

Il programma prevede la proiezione di 2 film al giorno, grandi film, una scelta contemporanea, ma anche un inizio di programmazione dedicato ad un importante documentario – perché Flaiano era anche un documentarista- una prima visione realizzata da Gabriella Simoni, inviata speciale del TG5 che insieme a Bruno Giordano noto calciatore, ci parleranno attraverso le immagini del campione di calcio Maradona e della Napoli che l’ha accolto.

PROGRAMMA

Lunedì 4 luglio

ore 20.30
La partita nel fango, Gabriella Simoni
Docufilm
Saranno presenti Gabriella Simoni, inviata speciale del TG5 e Bruno Giordano ex calciatore e amico di Maradona.
Il ricordo del più grande campione di tutti i tempi, racchiuso in un giorno di gennaio del 1985, quando il “pibe de oro” porta la squadra sul campo dei dilettanti per raccogliere fondi da destinare a un bambino malato. Il fango è quello dello Stadio Comunale di Acerra, la partita Napoli (o meglio una compagine composta da alcuni calciatori azzurri, su tutti Maradona, ed esponenti del tifo organizzato) contro Real Santa Lucia, incontro di beneficenza il cui ricavato andò ad una famiglia che non poteva permettersi di pagare un intervento chirurgico maxillo-facciale al figlio malato. La data è il 18 marzo del 1985. Il racconto di Gabriella Simoni sviscera i retroscena di quella partita, ricavandone un incontrovertibile ritratto della gigantesca umanità del Maradona uomo. Il calciatore più forte del mondo che, senza pensarci due volte, accettò l’invito del compagno di squadra Pietro Puzone, cittadino acerrano, per giocare una partita di calcio su uno sgangherato campetto di periferia, più simile ad una risaia fangosa che ad un terreno regolamentare. «Il desiderio di raccontare Maradona nasce dal fatto che non occupandomi di calcio e amando follemente Napoli, ho cercato di capire il nesso tra un campione e questa città. Maradona ha fatto un sacco di cose, raccontarlo nella sua interezza è impossibile. Raccontare Maradona e Napoli insieme è ancora più difficile. Ho pensato che raccontare una giornata in particolare dell’amore tra la città e il campione potesse servire per spiegare il perché di questa scintilla, di questo grande amore» spiega l’inviata speciale Simoni. (ilmattino.it)

ore 22.45
L’ombra del giorno, Giuseppe Piccioni
Con Riccardo Scamarcio, Benedetta Porcaroli, Valeria Bilello
Ascoli Piceno, 1938. Sono gli anni dell’Italia fascista e delle leggi razziali. Tirano venti di guerra e per quanto Luciano (Riccardo Scamarcio), un uomo claudicante, reduce dalla Prima Guerra Mondiale e simpatizzante del fascismo, si nasconda dietro le vetrine del suo ristorante (lo storico Caffè Meletti), osservando il mondo con distacco, la Storia (l’inquietante camerata interpretato da Lino Musella) irrompe comunque nel suo locale. E anche l’amore, con l’arrivo di una giovane ragazza di nome Anna (Benedetta Porcaroli), da lui assunta come cameriera. (cinematografo.it)

Martedì 5 luglio

ore 20.30
Diabolik, Antonio e Marco Manetti
Con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea
Liberamente ispirato al terzo albo L’arresto di Diabolik scritto da Angela e Luciana Giussani (pubblicato il 1° marzo 1963) e a L’arresto di Diabolik: il remake di Mario Gomboli e Tito Faraci (2012), il film introduce il Re del Terrore a bordo della sua Jaguar nera in fuga dalle volanti della polizia di Clerville.
“Non amiamo la parola sogno perché fa pensare più ad un colpo di fortuna inaspettato che a qualcosa che si è ottenuto attraverso la progettazione ed il lavoro. Ma fare il film di Diabolik è la cosa più vicina al raggiungimento di un sogno per noi. Un sogno ottenuto negli anni attraverso, appunto, il lavoro, la pianificazione e la perseveranza. Ci ricordiamo adolescenti, aspiranti filmmaker, a discutere di come avremmo fatto il film di Diabolik. La strada che a noi sembrava ovvia, e che nessuno sembrava voler intraprendere, era la fedeltà alle suggestioni e ai temi offerti da questo straordinario e amato fumetto”. (Antonio e Marco Manetti)

ore 22.45
Freaks Out, Gabriele Mainetti
Con Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto
Ambientato nella Roma occupata del 1943, il film segue la vicenda di un manipolo di circensi, guidati dall’ebreo Israel (Giorgio Tirabassi): la ragazza elettrica Matilde (Aurora Giovinazzo), il ragazzo “domatore” di insetti Cencio (Pietro Castellitto), l’uomo lupo Fulvio (Claudio Santamaria) e l’uomo calamita Mario (Giancarlo Martini).

– In concorso alla 78. Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia (2021), ha ottenuto: Leoncino d’oro, Premio Lizzani, premio Nuovoimaie Talent Award migliore attrice esordiente ad Aurora Giovinazzo, premio la Pellicola d’Oro Miglior tecnico di effetti speciali a Maurizio Corridori e Miglior capo elettricista a Loris Felici, Premio RB casting ad Aurora Giovinazzo, Premio collaterale XI edizione “Sorriso diverso Venezia Award” come Miglior film italiano, Premio Soundtrack Stars per la Migliore colonna sonora, Graffetta d’Oro (Fanheart3 Award ) al Miglior film.

Mercoledì 6 luglio

ore 20.30
Il ritratto del duca, Roger Michell
Con Jim Broadbent, Helen Mirren
Ingresso 5 euro
Nel 1961, Kempton Bunton (Jim Broadbent) ruba il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di Londra. Nella richiesta di riscatto il sessantenne tassista e Robin Hood di Newcastle affermò che avrebbe restituito il dipinto, appena acquistato all’asta dal Regno Unito per 140mila sterline, a condizione che il governo si impegnasse a favore degli anziani, in particolare garantendo a reduci e pensionati il diritto alla televisione gratuita, una sua vecchia battaglia.
La storia è vera, a darne un resoconto cinematografico è Roger Michell, regista sudafricano d’origine e inglese per domicilio professionale, celebre sopra tutto per Notting Hill (1999). Dalla sua la sceneggiatura di ferro e ironia – le battute si sprecano – di Richard Bean e Clive Coleman, e un cast davvero formidabile: oltre a Broadbent, strepitoso e spassoso, Helen Mirren, cui tocca un perfetto contrappunto nei panni della moglie di Kempton Dorothy, nonché Fionn Whitehead, Matthew Goode, Anna Maxwell Martin. (Cinematografo.it)
“‘Il ritratto del Duca’ racconta una storia incredibile ma vera, che fece anche giurisprudenza, e che all’umorismo tagliente mescola la malinconia, raggiungendo i risultati più brillanti della parte dedicata all’esilarante processo di Bunton e regalandoci un gustoso affresco dell’ Inghilterra dell’ epoca.” (Alessandra De Luca, ‘Avvenire’, 04 marzo 2022)

ore 22.45
Spencer, Pablo Larrain
Con Kristen Stewart, Jack Farthing, Timothy Spall
Inizio anni Novanta. Il matrimonio fra la Principessa Diana e il Principe Carlo è in crisi da tempo. Malgrado le voci di presunti flirt e di un imminente divorzio, si cerca di preservare la pace in vista delle festività natalizie, tradizionalmente trascorse dai reali nella proprietà di Sandringham. Sono giorni in cui si mangia, si beve, si spara e si va a caccia. Diana conosce le regole del gioco. Ma quest’anno non sarà come gli altri.
Spencer, presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2021, riflette sull’andare del tempo. Tra presente e passato non c’è differenza, dice la sua Lady Diana, una Kristen Stewart dolente, ispirata. A Larraìn non interessa la veridicità, l’accuratezza storica. Il suo obiettivo è cogliere il sentimento, annullando lo scorrere dei decenni, facendo dialogare le epoche. Per questo Diana, chiamata pochissime volte per nome, comunica con Anna Bolena. Le due “regine” si sentono unite nel destino che le attende. Incombe l’inevitabile, da cui però la vicenda si tiene a distanza.

La morte è un fattore interiore, non fisico. L’unica via di fuga è sublimare la sofferenza, come avviene durante il ballo di Diana per i corridoi del palazzo. Bisogna evadere dalla cronaca, dall’attualità, fare l’operazione opposta rispetto a Jackie, in cui si aprivano le porte ai giornalisti. Ed è proprio qui che Larraìn ci fornisce la sua chiave di lettura, quella di una favola ispirata a una tragedia vera. Può la narrazione spingersi oltre, immaginare, rielaborare? Spencer ne dà la prova. (cinematografo.it)

Giovedì 7 luglio

ore 20.30
Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, Lee Daniels
Con Andra Day, Trevante Rhodes
Ingresso 5 euro
Negli anni Quaranta l’icona della musica jazz Billie Holiday collezionava successi in tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita. Il fine ultimo delle azioni intraprese contro la cantante non era però legato alla droga, ma a impedirle di eseguire la sua straziante ballata “Strange fruit”, grido di denuncia contro i linciaggi del governo degli U.S.A. e contributo essenziale per il movimento per i diritti civili.

ore 22.45
Promises, Amanda Sthers
Con Pierfrancesco Favino, Kelly Reilly, Jean Reno
In Promises la regista Amanda Sthers porta sullo schermo il suo stesso romanzo, gira tra Londra e Roma, e come protagonista per un film recitato tutto in inglese, sceglie Pierfrancesco Favino. La struttura è quella di un flusso di coscienza, gli echi letterari arrivano da lontano, il ricordo si fa centrale. La malinconia e l’andare delle ore, degli anni, sono il vero nemico. Sthers gioca con le regole del melodramma e dipinge il ritratto di una vita tormentata, dove l’infanzia si intreccia con la maturità, gli errori si accumulano. Il racconto non segue un andamento lineare, resta immerso nella mente del protagonista, che rievoca, cade, si rialza, in un percorso di solitudine. E a volte si domanda se nel mondo ci sia spazio per le seconde occasioni, o se tutto è già stato delineato, se solo attraverso la morte si possa davvero ricominciare da capo. Promises è il racconto di una costante, disperata ricerca della felicità, in un mondo duro e confuso. Sthers ci suggerisce che non ci si può sottrarre al flusso della vita, che ciò che sembra immutabile sta solo cercando un nuovo posto. (Cinematografo.it)

Venerdì 8 luglio

ore 20.30
Madres Paralelas, Pedro Almodovar
Con Penélope Cruz, Rossy De Palma, Milena Smit
Due donne, Janis e Ana, condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono due donne single, entrambe in una gravidanza non attesa. Janis, di mezza età, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule. Le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra le due ed il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe.
– FILM D’APERTURA, IN CONCORSO, ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021); COPPA VOLPI PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE A PENÉLOPE CRUZ.
– CANDIDATO AI GOLDEN GLOBES 2022 PER MIGLIOR FILM NON IN LINGUA INGLESE E PER MIGLIOR COLONNA SONORA (ALBERTO IGLESIAS).
– CANDIDATO AGLI OSCAR 2022 PER MIGLIORE ATTRICE (PENÉLOPE CRUZ) E MIGLIORI MUSICHE.
(cinematografo.it)

ore 22.45
Licorice Pizza, Paul Thomas Anderson
Con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Bradley Cooper
Il quindicenne Gary Valentine vive nella San Fernando Valley degli anni Settanta e fin dall’infanzia ha una carriera avviata da attore. Il giorno in cui nella sua scuola si scattano le foto per l’annuario, Gary incontra Alana Kane, una ragazza più grande di lui, da subito rimanendone molto colpito. I due iniziano a frequentarsi e a passare molto tempo l’una con l’altro, costruendo una grande complicità. Insieme vivono diverse avventure e crescendo giorno dopo giorno, riescono a fortificare il loro rapporto.
Si parte dal significato del titolo. Negli anni Settanta la Licorice Pizza era una famosa catena di negozi di dischi della California del Sud. E ad Anderson ricorda l’infanzia, i tempi più spensierati, in cui bastava un disco per strappare un sorriso. Dunque la musica è un elemento centrale del film: But You’re Mine di Sonny & Cher, Peace Frog dei Doors, Let Me Roll It di Paul McCartney e l’immancabile Life on Mars? di David Bowie, già protagonista del bellissimo trailer. “C’è vita su Marte?”, si chiedeva Bowie nel 1971. Marte per Anderson è l’America della provincia, quella in cui gli adolescenti muovono i primi passi, e vogliono sentirsi eroi. Marte è la San Fernando Valley del 1973, subito fuori dalla Città degli Angeli. Case tutte uguali, villette che si perdono all’orizzonte.

Sabato 9 luglio

ore 20.30
Come un gatto in tangenziale-Ritorno a Coccia di Morto, Riccardo Milani
Con Paola Cortellesi, Antonio Albanese
Prodotto da Wildside e Vision Distribution e diretto da Riccardo Milani, il film mantiene i protagonisti del precedente capitolo, ma vanta anche notevoli new entry come Luca Argentero, nel ruolo di Don Davide, un prete tanto bello quanto pio, impegnato sul campo con gli umili e i diseredati e proprio per questo preso di mira dagli stessi parrocchiani, e Sarah Ferlberbaum, nel ruolo di una giovane rampante legata sentimentalmente a Giovanni. Due nuovi personaggi che si affiancano a un bel cast già rodato, composto tra gli altri da Sonia Bergamasco, nel ruolo di Luce, l’ex moglie di Giovanni obnubilata dalla presenza di Don Davide; Claudio Amendola, nei panni dell’ex marito di Monica, un coatto che entra ed esce continuamente di galera e infine Simone De Banchi (il figlio di Monica) e Alice Maselli (la figlia di Giovanni).
Mai volgare. Mai eccessivo. Di nuovo si gioca sugli opposti che si attraggono. Se prima la dicotomia era Coccia di Morto vs Capalbio, ora le differenze sono più linguistiche che sostanziali perché nel profondo i valori sono gli stessi. E sono gli stessi che la Chiesa Cattolica porta avanti riempiendo un buco che in qualche modo la politica ha lasciato scoperto. Che si dica spazio food o viceversa er buffet, ciò che conta è la destinazione, la stessa sia per Monica che per Giovanni: gli abitanti delle case popolari. Idem per la cultura. Che ci si mangi o meno, lo stupore di fronte alla bellezza della Fontana di Trevi (la Fontana di Duchamp consistente in un comune orinatoio è chiedere davvero troppo!) è universale. Così come l’amore è inevitabile.
Non lo fermi. E la condivisione non ha limiti né barriere. Basta incontrarsi e fermarsi ad ascoltare. (cinematografo.it)

ore 22.45
Troppa famiglia, Pierluigi Di Lallo
Con Ricky Memphis, Antonello Fassari, Claudia Potenza
In un piccolo centro abruzzese nel febbraio 2020, l’emergenza COVID_19 è solo all’inizio, circoscritta, apparentemente, a una sola zona d’Italia. Alfredo e Felicetta, entrambi vedovi con un figlio Filippo e Giacomo, sono felicemente sposati da 30 anni in seconde nozze dalle quali è nata Maria Concetta.
Hanno realizzato una perfetta famiglia allargata. I figli maschi ormai grandi e sistemati vivono lontano. Solo Maria Concetta è ancora a casa ma prossima al matrimonio con un facoltoso olivicoltore locale, Marcello. È arrivato il momento per i due coniugi di potersi dedicare a loro stessi e ai loro sogni trasferendosi, ormai in pensione, in Portogallo. Decidono quindi di comunicare la loro decisione il giorno del compleanno di Alfredo e del nipotino Andrea con tutta la famiglia riunita per festeggiare. Ma l’armonia familiare si scopre essere solo apparente e i tre figli, per motivi diversi, scombineranno i loro piani.

Domenica 10 luglio

ore 20.30
“Visioni d’Abruzzo”, in collaborazione con il CNA
Diorama, cortometraggio di Camilla Carè
In una casa isolata vive una famiglia di cinque elementi: Padre, Madre, Figlia Maggiore, Figlia Minore e Neonato. La quotidianità è scandita dalle pulizie domestiche, dalla paura dell’esterno e dal peso di un’imminente invasione da cui proteggersi. Quest’ultima si realizza nel ritrovamento di una colonia di formiche nella casa e gli sforzi per sterminare le intruse decretano la scomparsa della stessa famiglia.
Lupo+Agnello, cortometraggio di Giuseppe Schiettino
Tra i corti finalisti nell’ultima edizione dei Fabrique Du Cinema Awards e in anteprima al Capri Hollywood Festival. “Lupo Agnello”, prodotto da Stefano Francioni, Lino Guanciale e Merielisa Serone, è uno short film diretto da Giuseppe Schettino tratto dall’omonima favola di Esopo e ricostruita in chiave moderna tra maschere antiche, riti arcaici e religiosi. Il progetto, promosso da Regione Abruzzo e Abruzzo Film Commission, è stato girato ad Avezzano a giugno 2021. Tra i protagonisti due attori abruzzesi molto noti al pubblico italiano: Lino Guanciale e Giacomo Ferrara.
Carne et Ossa, cortometraggio di Roberto Zazzara
Sarà presentato il trailer del film ancora in lavorazione, che indaga su un evento che da secoli si tiene a Pacentro, la Corsa degli Zingari. Tra storie dei partecipanti e leggende, esplora le motivazioni profonde e il mistero di un rito che sembra fluttuare nel tempo, sempre uguale eppure diverso. Carne Et Ossa è prodotto da IFA Glocal Film, in associazione con Sulmonacinema, con il contributo della Regione Abruzzo.
Decumano Maximo, documentario di Alessio Consorte
Decumano Maximo è un innovativo documentario storico che narra il viaggio del regista nel percorso dell’antica Via Valeria, segnato dalle cruente fasi della Guerra sociale dal 91 all’88 a.C, epico conflitto che oppose le città italiche dei Marsi, dei Sanniti e di altri popoli contro Roma. Il regista ci porta sui reali campi di battaglia che furono teatro dei sanguinosi scontri fra gli alleati italici e la Repubblica romana, offrendo allo spettatore una visione inedita del panorama storico e naturalistico abruzzese. Tantissime le testimonianze di ricercatori non ufficiali che il regista ha accuratamente documentato verificando sul campo le informazioni e i resoconti anche di scavi e ritrovamenti clandestini.

Il Flaiano al Marina 2022: la programmazione dei film a Pescara ultima modifica: 2022-06-29T14:30:23+00:00 da Redazione
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