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Collelongo, la Festa di Sant’Antonio in tempo di Covid

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Nessuna manifestazione pubblica, coprifuoco anticipato: così Collelongo si appresta alla festa storica, quest’anno un po’ particolare

COLLELONGO –  Collelongo non rinuncia alla tradizionale Festa di Sant’Antonio, che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria per la pandemia di Coronavirus, subirà grandi cambiamenti.

Nei giorni scorsi il Sindaco di Collelongo, Rosanna Salucci, ha emanato un’ordinanza che prevede il divieto di manifestazioni pubbliche inerenti le celebrazioni della festa di Sant’Antonio Abate (quali per esempio: bande amatoriali e non, rinfreschi, paste e “Cuttore”) in area pubblica e privata, se non espressamente autorizzate nel rispetto delle norme di sicurezza di contrasto alla diffusione del contagio.

Nei giorni del 15, 16 e 17 gennaio dalle ore 21:00 alle ore 06:00 del giorno successivo sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.

Nei giorni del 15, 16 e 17 gennaio è fatta espressa raccomandazione di non ospitare più di due persone presso la propria abitazione e/o altro ambiente privato. Alla persona o alle due persone che si spostano potranno accompagnarsi i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con queste persone convivono.

La lettera del Sindaco e della Parroco

Carissimi,
siamo ormai entrati nei giorni più sentiti e caratterizzanti della nostra comunità. Nei giorni che rappresentano Collelongo e ne raccontano storia, devozione e tradizione: la Festa di Sant’Antonio Abate.

Quest’anno purtroppo dovremo viverla in modo diverso. Abbiamo tra di noi e nel mondo un nemico invisibile e silenzioso che sa dimostrarsi spesso feroce e senza pietà.

L’accoglienza e la generosità della Festa per quest’anno devono trovare una dimensione nuova. Dobbiamo accogliere e far nostro l’esempio di Sant’Antonio Abate che fu eremita e che non cedette alle tentazioni del diavolo. Il sacrificio che ci viene chiesto serve a tenere lontano il male del virus che ci minaccia ogni giorno. Tutelare la vita dell’altro è il gesto di generosità più grande che si possa fare, è ciò che ci viene chiesto in questi mesi, è ciò che sta alla base della rinuncia che faremo quest’anno.

Nel corso dei secoli la nostra Festa ha incontrato molti ostacoli quali guerre, terremoti, pestilenze, che non hanno mai distrutto la nostra tradizione ma che invece l’hanno resa ancora più forte. Per superarli sono stati fatti dei sacrifici e delle rinunce che hanno contribuito anche a far capire, ancora di più, quanto la nostra comunità sia legata a questa ricorrenza.

La festa di Sant’Antonio Abate non corre alcun rischio, ha la solidità per potersi adattare alle difficoltà del momento e superarle. Non corre alcun rischio perché vive nel cuore di ogni collelonghese, perché quest’anno vivrà lo stesso dentro ogni nostra casa. Le nostre case saranno le Cuttore, all’interno di esse arderà il fuoco della tradizione secolare.

Condividiamo sui social il nostro Sant’Antonio Abate, la nostra suonata, la nostra cantata, la nostra pasta, la nostra panetta, i nostri cicerocchi. Un modo per fare comunità nonostante tutto.

Per quest’anno ci limiteremo all’essenziale aiutati anche dai mezzi che ci offre il tempo presente. Accenderemo una Cuttora e accenderemo i Torcioni, benedicendoli entrambi. Verranno esposte al Santo alcune Conche Rescagnate, verranno benedette le Panette, verranno celebrate le Sante Messe in onore a Sant’Antonio Abate, suoneremo la nostra Canzone.

Tutto questo però avverrà solamente nelle giornate del 16 e del 17 in sicurezza, con responsabilità e serietà. Nei prossimi giorni vi comunicheremo il programma e dove seguire il tutto in streaming.

Il sacrificio che ci apprestiamo a fare è un segno di rispetto per le decine di migliaia di morti causati dal virus, per le decine di migliaia di malati che stanno soffrendo ogni giorno, per gli operatori sanitari che lottano ogni giorno per salvare vite, per chi anche nella nostra comunità soffre, ha sofferto, ha perso persone care. Un sacrificio che è un segno di rispetto per le decine di migliaia di morti causati dal virus, per le decine di migliaia di malati che stanno soffrendo ogni giorno, per gli operatori sanitari che lottano ogni giorno per salvare vite, per chi anche nella nostra comunità soffre, ha sofferto, ha perso persone care.

Il culto della Festa di Sant’Antonio

Il culto della festa di Sant’Antonio Abate risale localmente al XVII secolo. La festa inizia nel pomeriggio del 16 gennaio. In serata c’è l’accensione delle grandi torce in legno di quercia alte oltre 5 metri che ardono durante tutta la notte. Contemporaneamente in alcune case del paese, allestite per l’occasione con arance e altre icone del santo, viene posta sul fuoco la “cuttora” (o “cottora”), un paiolo nel quale viene messo a bollire il granturco, le cicerchie o i “cicerocchi” (ceci rossi) raccolti durante l’anno. La sera viene preparata la “pizza roscia”, una pizza cotta sotto la cenere composta da un impasto di farina di grano e di mais, condita con salsicce, ventresca e cavolo ripassato in padella. Alle 21 una fiaccolata, accompagnata da fisarmonicisti e cantanti che intonano la canzone popolare del santo, segue il parroco del paese a benedire le case ove, sopra il fuoco del camino, fuma per tutta la notte la cuttora. Chiunque entra nella cottora, fa gli auguri alla famiglia che la gestisce e gli viene offerto vino, companatico, mais bollito condito con olio e peperoncino, e dolci. Per tutta la notte, fino al mattino, il paese è animato da gente che canta, suona e gira di cuttora in cuttora. All’alba del 17 gennaio l’accensione dei petardi annuncia la sfilata delle “conche rescagnate” (ovvero addobbate): si tratta di conche in rame, una volta usate per attingere l’acqua alla fonte, che dotate di luci e sormontate da scene di vita contadina, vengono portate in sfilata dai giovani del paese vestiti con i tradizionali costumi popolari. Dopo la messa mattutina viene donato il mais benedetto per distribuirlo agli animali domestici. La festa si conclude nel pomeriggio con i classici giochi popolari.

Collelongo, la Festa di Sant’Antonio in tempo di Covid ultima modifica: 2021-01-15T18:37:32+00:00 da Marina Denegri
Pubblicato da
Marina Denegri
Tags: Collelongo

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