Luglio, 2018

01lug18:0012(lug 12)23:00Vincenzo Di Giosaffatte, mostra antologica all'Aurum Pescara

Quando

1 (Domenica) 18:00 - 12 (Giovedì) 23:00

Dove

Aurum Pescara

Largo Gardone Riviera, 65126 Pescara PE

Informazioni sull'evento

Dall'1 al 12 luglio l’Aurum di Pescara ospita la mostra retrospettiva intitolata “Vincenzo Di Giosaffatte: la materia e la forma dell’idea”. Inserito nel Festival Solstizio - Equinozio 2018, questa mostra si propone di ricordare lo straordinario lavoro di scultore e di didatta svolto in oltre mezzo secolo di attività da Vincenzo Di Giosaffatte (1935–2006), figura ampiamente nota in ambito non solo italiano. Per Di Giosaffatte la ceramica fu realmente vocazione e destino dell’intera esistenza.

L'inaugurazione si terrà domenica 1° luglio ne parleranno, oltre ai curatori, Leonardo Paglialonga, Presidente dell’associazione “Nemesis”, nonché coordinatore dell’evento, Rinaldo Seca, Sindaco di Castelli, Giovanni Di Iacovo, Assessore alla Cultura del Comune di Pescara e Marco Di Giosaffatte, in rappresentanza della Digiosaffatte-Art. A moderare l’evento sarà la poetessa Rosetta Clissa. In esposizione un centinaio di opere che ripercorrono l’intero itinerario operativo dell’artista.

La mostra potrà essere visitata negli orari di apertura dell’Aurum dalle 10:00 alle 23:00, l’ingresso è libero.

Si tratta della prima rassegna retrospettiva dedicata al Maestro abruzzese, curata da Carlo Fabrizio Carli e da Claudio Cerritelli, che espone un centinaio di opere in modo da ripercorrere l’intero itinerario operativo dell’artista. Il percorso espositivo prende l’avvio da prove grafiche dei primissimi anni Sessanta, dapprima orientate in un contesto di astrazione dal vivace cromatismo, per poi accedere a un ambito neoinformale, che trovava alimento nell’appassionata ricerca sul materiale ceramico e sulle tecniche operative, suscettibili di continue verifiche nell’impiego di smalti, lustri e terre. E’ suggestivo seguire l’itinerario dell’artista, che via via si dispiega tra nuove e più complesse ideazioni: dalla serie Ritmo (1972) agli Alfabeti (1975–‘76), dalle Colonne alle Stele, fino all’icasticità ideativa e cromatica dei Polittici e delle Attrazioni (2004).

Ma già nel corso degli anni Ottanta, Di Giosaffatte metteva a punto il ricorso sistematico a un profilo umano fortemente stilizzato, tra l’angelico e il fiabesco, lieve come farfalla o incorporato nella spessa sostanza dell’intervento ceramico, destinato a divenire una sorta di cifra connotativa, di “firma”, del suo lavoro. Un profilo che valeva ad assicurare la presenza dell’umanino nel magma dell’operatività materica e alla quale, nel frattempo, venivano attribuite differenti matrici ispiratrici: dalle mattonelle del soffitto della chiesa di San Donato, inesauribile serbatoio dell’immaginario castellano, alle Amalasunte liciniane. Del resto tutta l’attività di Di Giosaffatte, è stata, per due decenni e mezzo, innervata nella Scuola di Castelli (qui ideò e realizzò, tra l’altro, la Raccolta internazionale d’arte ceramica contemporanea) e nel suo principale obbiettivo, quello di recuperare il prestigio della plurisecolare tradizione locale, aprendola a nuovi linguaggi e a sbocchi anche produttivi. Nel percorso espositivo trovano ampio spazio disegni e opere su carta, ai quali è affidato il compito di registrare il primo e genuino manifestarsi di una determinata idea, che, magari, avrebbe poi trovato attuazione.