Febbraio, 2018

28feb19:0022:00La pianista Pina Napolitano a The Spheres Montesivano

pentagramma musicale

Quando

(Mercoledì) 19:00 - 22:00

Dove

The Spheres Montesilvano

Via Tamigi, snc, 65015 Montesilvano PE

Informazioni sull'evento

Mercoledì 28 febbraio alle ore 19 presso The Spheres di Montesilvano, Pina Napolitano al pianoforte. Nel suo concerto interpreterà le musiche di Brahms, Berg, Schoenberg, e Webern. Ingresso gratuito per membri dell'Associazione Musicale "Progetto Odradek". La quota di iscrizione per il 2018 è solo di 1 euro, e permetterà di ascoltare tutti i concerti.

PROGRAMMA

Johannes Brahms - Klavierstücke, Op. 118 I. Intermezzo. Allegro non assai, ma molto appassionato II. Intermezzo. Andante teneramente III. Ballade. Allegro energico IV. Intermezzo. Allegretto un poco agitato V. Romanze. Andante VI. Intermezzo. Andante, largo e mesto

Alban Berg - Sonata, Op. 1

intervallo

Arnold Schoenberg - Sechs kleine Klavierstücke, Op. 19 I. Leicht, zart II. Langsam III. Sehr langsame quarter note IV. Rasch, aber leicht V. Etwas rasch VI. Sehr langsam

Anton Webern - Variations, Op. 27 I. Sehr mäßig II. Sehr schnell III. Ruhig, fließend

Johannes Brahms - Klavierstücke, Op. 119 I. Intermezzo II. Intermezzo III. Intermezzo IV. Rhapsodie

"Abbiamo ancora tutto il passato, davanti”. Ho sempre amato questo verso di Rilke, il passato che nutre continuamente il presente della nostra vita, ma non solo: dal presente può essere continuamente ripensato, rivissuto e in un certo senso ‘trasformato’. Allo stesso modo nell’arte e nella storia credo non ci sia modo più fecondo di guardare al presente (e di immaginare il futuro) che indossando le ‘lenti del tempo inverso’, guardando al passato dall’oggi. Anche in questo caso il passato continuamente si trasforma, rivelando aspetti nascosti. Mi sembra questo l’invito contenuto nel saggio di Schoenberg “Brahms the Progressive”, in cui Brahms, fino a poco prima ritenuto un ‘conservatore’ musicale, diventa invece il padre del modernismo.

È l’idea di fondo del disco: percorrere il tempo in due direzioni, guardare a Brahms dal futuro del modernismo viennese, e viceversa, alla Seconda Scuola di Vienna dal romanticismo brahmsiano. Ho sempre avvertito echi romantici percorrere le opere della seconda scuola di vienna, una enorme forza espressiva distillata e compressa, fino al linguaggio rarefatto di Webern, dove persino i silenzi sono carichi di musica e di significato. E d’altro canto ho sempre sentito la musica di Brahms come un prisma magico, in cui tutto un passato musicale (dal contrappunto bachiano e prebachiano, al classicismo di Beethoven, al romanticismo di Chopin e Schumann) confluisce, per poi defluire in rivoli che daranno vita alla musica del Novecento.

La sfida più grande nel suonare Brahms, e la cosa che rende la sua musica fonte di inesauribile meraviglia e stimolo per una continua ricerca esecutiva, è per me il cercare di rendere conto di tutti questi aspetti: la struggente bellezza romantica dell’invenzione melodica e timbrica, la proporzione classica mai deformata, il contrappunto onnipresente, e infine i lati elusivamente moderni. Brahms crea così un miracoloso equilibrio, in opere che posseggono al tempo stesso bellezza immediata e semplicità essenziale.

La mia speranza è da un lato di essere riuscita a restituire almeno in parte questi aspetti multiformi inscindibilmente connessi; e dall’altro che dall’ascolto del disco possa scaturire un senso di continuità, dove tra le variazioni di Webern e il primo pezzo dell’op. 119 di Brahms non c’è cesura, ma trasformazione. Brahms si considerava, tragicamente, l’ultimo erede di una grande tradizione musicale destinata a chiudersi con la sua morte. È stato il futuro a dirci che Brahms non è solo questo, ma è anche il padre di una grande trasformazione musicale di cui ancora oggi siamo figli".