Ottobre, 2023

21ott(ott 21)18:3025nov(nov 25)20:00"Cantalamissa Backstage", progetto artistico di Luana Perilli a Pescara

cantalamissa backstage

Quando

Ottobre 21 (Sabato) 18:30 - Novembre 25 (Sabato) 20:00

Dove

16 Civico - spazio per l'arte contemporanea Pescara

Strada provinciale S. Silvestro 16 San Silvestro spiaggia - 65129

Informazioni sull'evento

L'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, l’associazione Harp e lo spazio per l'arte 16 Civico presentano “Cantalamissa Backstage", il progetto artistico ed etnozoologico ideato da Luana Perilli e sviluppato dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro che, dopo le tappe calabresi dei mesi scorsi, è ripartita proprio dall’Abruzzo con l’indagine sulle tradizioni delle popolazioni appenniniche legate alla falena amata phegea.

Dopo la “tappa zero” di Parenti (CS), nel 2022, e quella tra Cittanova (RC), Catanzaro e la Sila Piccola dello scorso aprile, il progetto si è spostato a Pescara e Fontecchio (AQ) per la tappa che ha segnato l’avvio della collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, l’associazione Harp di Valeria Pica e lo spazio per l'arte 16 Civico di Christian Campoli.

Nei giorni scorsi, infatti, oltre a Perilli, anche i docenti dell’Aba Catanzaro Simona Caramia, che cura il progetto nelle sue varie tappe, Gianluca Donati e Simone Bergantini hanno lavorato alla tappa abruzzese del progetto sull’amata phegea, una falena diurna che ha accompagnato i giochi e le esplorazioni più o meno crudeli dei bambini su tutta l'Italia appenninica e che per questo motivo più di altri animali ha trovato vari nomi nei vari dialetti delle comunità. “Cantalamissa” è un progetto che si propone di indagare le differenze etnoantropologiche tra le popolazioni che vivono nell’Italia appenninica.

«Il progetto “Cantalamissa” - spiega l’artista - si lega al mio interesse per l'intelligenza collettiva e la memoria collettiva ed i rapporti di corto circuito tra intelligenza umana e non umana nell' ottica di più articolate relazioni con il territorio, il linguaggio e le comunità umane ed animali. Ho lavorato in passato con le narrazioni sovrapponibili nella memoria collettiva delle fiabe, con il concetto limite del Superorganismo degli insetti eusociali e con le trasformazioni della lingua tedesca nelle nuove generazioni attraverso i pidgin e le contaminazioni. Ho voluto così considerare i rapporti tra dialetti, comunità e narrazioni condivise nei popoli dell'Appennino a partire da una farfalla presente in tutte le aree che ha popolato i giochi e le narrazioni più o meno crudeli di questa comunità. Sono molto felice di generare di volta in volta una comunità temporanea e transumante in cui si attivano sempre delle modalità di incontro e di condivisione con cui le comunità e le istituzioni locali arricchiscono il progetto con grande generosità».

Interviste, esplorazioni dei luoghi e approfondimenti culturali hanno dunque caratterizzato i tre giorni di lavoro finalizzati a recuperare e tramandare le memorie giovanili dei residenti, nonché a valorizzare i percorsi naturalistici alla scoperta della flora, della fauna e del contatto con gli elementi.

Il progetto darà forma ad una produzione audiovisiva che raccoglierà le voci delle persone intervistate nei paesi appenninici e ad una “foresta di sculture”.

Restituzione di queste prime tappe tra Calabria e Abruzzo sarà proprio la mostra “Cantalamissa backstage” (a cura di Caramia, Campoli e Pica), che si terrà nello spazio 16 Civico a Pescara, dal 21 ottobre al 25 novembre prossimi. Alla mostra seguiranno altre fasi di lavoro tra l'Emilia Romagna, la Basilicata, il Lazio, la Campania e il Piemonte, che porteranno a una grande mostra in primavera avanzata al MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro.

Il progetto si include nel lungo elenco di iniziative volute e promosse dall’Accademia di Belle Arti per diffondere sul territorio regionale e nazionale l’attività accademica, nonché per promuovere, attraverso l’arte, la bellezza e la cultura, lo straordinario patrimonio etnoantropologico e la sua storia millenaria.

Si ringrazia Ossido studio a cura di Chiara Druda, a Montesilvano, per la cottura delle ceramiche in mostra.

Luana Perilli è nata a Roma nel 1981. Ha esposto in diversi tra musei, gallerie e istituzioni. Tra questi si ricordano: Auditorium spazio Arte, Roma, IT; Hit Gallery, Bratislava, SK; MACRO Museo d'Arte Contemporanea, Roma IT; Fondazione Pastificio Cerere Roma IT; Museo las Condes, Santiago del Cile, RCH; Co.As.it/Museo Italiano, Melbourne, AU; Structura Gallery, Sofia, BG; Museo Internazionale Della Ceramica, Faenza IT; Kochi Muziris Biennal, IND; Olive Tjaden Gallery, Ithaca, NY; Golden Thread Gallery,Belfast, IR; PAV, Torino, IT; Museum Biedermann, Donaueschingen, DE; Stadtgalerie Kiel DE; Palazzo della Permanente, Milano, IT; PAN, Napoli, IT; MUSPAC, L’Aquila, IT; MSU, Zagreb, HR; The Gallery Apart, Roma, IT; Tese delle Vergini dell’ Arsenale, Venezia, IT; MAMM Multimedia Art Museum of Moscow, Moscow, RU; Palazzo Reale, Monza, IT; Museo Archeologico Nazionale di Crotone, IT.

Ha partecipato alle residenze Art Omi di New York, Momentum e ZK/U a Berlino, Pan-project a Napoli e Citè Internationale des Arts a Parigi. È docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e St John's University ed è stata docente presso la Cornell University. La sua ricerca investiga la relazione tra individui e collettività, natura e cultura muovendosi tra narrazione, scienza, memoria e esperienza diretta delle collettività naturali e umane. Inizialmente il suo lavoro si è strutturato sull’idea della memoria collettiva come narrazione fluida ed intercambiabile per poi concentrare il proprio interesse su modelli di aggregazione naturale nelle società di animali eusociali (formiche, api e vespe). Ha sviluppato dal 2011 un progetto ispirato al concetto di Superorganismo con cui la sociobiologia descrive il modello del di queste colonie come paradosso di animale collettivo basato su una generosità radicale. Il progetto comprendeva tra le altre cose molte installazioni con colonie di formiche vive. Negli ultimi anni il suo interesse per l’intelligenza collettiva si focalizza su elementi legati alle comunità umane e alla loro produzione artigianale, linguistica (dialetti, pidgin e creoli) con un particolare interesse per architetture e territori marginalizzati. Il suo lavoro spazia tra diversi media: video, animazione, scultura, installazioni ambientali e site specific e progetti performativi/laboratoriali in progress.