Aprile, 2019

06apr21:0023:30Anno Zero, omaggio a L'Aquila: proiezione del film a Pescara

dal film Anno Zero Bariona e i consiglieri

Quando

(Sabato) 21:00 - 23:30

Dove

Cantiere Teatrale Adriatico Pescara

Via Sallustio, 19, 65127 Pescara PE

Informazioni sull'evento

Sabato 6 Aprile alle 21.00 al Cantiere Adriatico Pescara in occasione del decimo anniversario della tragedia aquilana, il III atto della quindicesima edizione della rassegna “IncontrARTI”, ripartirà con la proiezione del film “Anno Zero”, di Milo Vallone. A margine della proiezione, sarà presentato il cartellone del terzo trimestre della rassegna che da Aprile a Giugno vede 9 appuntamenti in cartellone.

“Anno Zero” il cui prologo e l’epilogo sono stati girati a Collemaggio (L’Aquila) nel 2009 in piena fase di ristrutturazione, trae liberamente origine da “Bariona”, un originalissimo racconto scritto da Sartre nel Natale del 1940 per i suoi compagni di prigionia nel campo Treviri. Sartre ebbe modo allora di conversare a lungo con i sacerdoti detenuti, discutendo in fraterna sincerità di fede e teologia. É forse alla luce di questa nuova esperienza che Sartre scrisse un testo teatrale sul mistero del Natale. Lo compose in sei settimane, scelse gli attori, assistette a tutte le prove, creò la messa in scena ed i costumi e lui stesso vi partecipò come attore nella parte del Re Magio Baldassarre (nel nostro film divenuto Melchiorre).

SINOSSI

La vicenda, come il titolo recita, si svolge nell’anno zero, il giorno prima della nascita di Cristo, ed è ambientata nella Giudea e il racconto ruota intorno alla figura di Bariona capo di un villaggio (Bèthaur) situato a qualche miglia da Betlemme. La storia è ambientata nell’epoca in cui la Giudea era oppressa dai Romani e vessata da continue richieste di tributi. Bariona a tutte queste vessazioni oppone una fermezza a tal punto definitiva da arrivare a chiedere agli abitanti del villaggio (compresa la moglie che già attende un figlio) di non procreare più, in modo da non poter dare più ai romani né schiavi né soldati. Alla notizia della nascita del Messia, di un nuovo Re, Bariona, credendo che sia nient’altro che un nuovo oppressore, decide di recarsi a Betlemme per ucciderlo, ancora in fasce. Ma prima l’incontro con un “angelo”, poi l’incontro con uno dei Magi e non ultima la visione del piccolo Gesù (attraverso gli occhi di suo padre, Giuseppe), riescono a far cambiare completamente prospettiva al protagonista. Bariona abbandona così la rassegnazione che ha contraddistinto da sempre il suo vivere e la concezione stessa della vita, e si impegna nella realizzazione del progetto di liberazione del suo popolo.

IL PROGETTO DEL FILM:

Il lungometraggio presentato al Festival di Venezia del 2011, è una produzione “low budget” della durata di 1h e 48’ e rientra nel più articolato “Progetto CinePrOsa” ideato da Milo Vallone che segue e sviluppa da più di un decennio e che si pone come sintesi e punto di equilibrio tra il linguaggio teatrale e quello cinematografico.

“Anno Zero”, la cui storia ricordiamo essere ispirata da un testo teatrale scritto da un filosofo, è stato realizzato seguendo un codice narrativo che richiama fortemente un certo cinema di “genere” che ha fatto grande la cinematografia italiana nei tre decenni che seguirono il secondo dopoguerra. Un sapore neorealistico, i lenti movimenti della macchina da presa e la scelta del bianco e nero, sono stati i principi caratterizzanti la regia del film e sembrerebbero rappresentare una scelta fortunata e premiata proprio perché favoriscono quel clima di necessaria attenzione che il tema trattato e i forti contenuti espressi esigono. Il gioco espressivo che ne nasce è pertanto una sintesi tra il teatro (la figura del narratore o presentatore di immagini che apre, inanella e chiude l’opera, ne è l’esempio portante) e il cinema, facendo nascere un film che si pone come una vera e propria rappresentazione cinematografica.

“Anno Zero” è un film di contenuto e sia lo sviluppo della posizione del protagonista e sia i messaggi che l’opera lancia meritano di essere compresi e trattenuti per poter suscitare quelle riflessioni che hanno colpito, emozionato e commosso il pubblico e la critica intervenuti alle proiezioni del nostro lavoro. La provocazione che il soggetto ispiratore della nostra opera lancia, ci sembrava, soprattutto in questo momento storico in cui tanto si dibatte sulla cristianità e sulla presenza di simboli religiosi negli edifici pubblici, una bella lezione di vero laicismo e nel contempo di profondo rispetto verso una imprescindibile cultura cristiana della quale i nostri popoli sono pervasi da duemila anni e che tanto ha influenzato e ancora influenza la nostra cultura anche in senso sociale, al di là e al di sopra delle confessioni religiose.

Il testo di Sartre ci sembra avere tra i tanti meriti, quello di rappresentare un’interessante lezione di convivenza di diverse professioni di fede, incluso l’ateismo. “Bariona o figlio del tuono” e di conseguenza il nostro “Anno Zero” ci appare come un’appassionante sintesi culturale. Una lezione, appunto. Basti pensare al sottotitolo che dà Sartre all’opera teatrale: “Racconto di Natale per cristiani e non credenti”.

Il nostro “Anno Zero”, tra troupe e cast, ha visto impiegate n.52 persone tutte abruzzesi e così composte: 18 attori professionisti, 23 comparse, 7 tecnici, 4 responsabili di produzione. A queste abbiamo il piacere e l’onore di aggiungere la partecipazione di un grande attore del teatro italiano: Edoardo Siravo, noto al grande pubblico anche per essere stato, per più di dieci anni, uno dei protagonisti della Fiction di Canale 5 “VIVERE”.